Europa
Le trattative esclusive avviate per la cessione di Noos, società fornitrice di servizi via cavo con 11 milioni di abbonati in Francia, evidenzia l¿inizio di un importante piano per la ristrutturazione di un settore da tempo ormai in crisi.
Secondo le ultime informazioni arrivate alla stampa, Suez starebbe per cedere l¿asset alla UnitedGlobalCom (divisione dell¿americana Liberty Media) per una somma di 660 milioni di euro.
Dominique Roux, consigliere dell¿Autorità francese di regolamentazione delle telecom (ART – Autorité de régulation des télécoms), ha dichiarato che si tratta di un¿operazione che andrà a ricompattare l¿irregolare mercato francese del cavo, caratterizzato da piccoli operatori che proprio per questo non riescono a competere al meglio. ¿Tutti sperano ¿ ha detto ancora Roux ¿ in una ricomposizione del settore. E per cominciare, la cessione di Noos è una buona cosa¿ per dare coerenza alla rete.
Per il consigliere dell¿Authority, se ¿le reti cablate sono più efficaci, Internet potrebbe svilupparsi più facilmente in Francia¿.
Il presidente di Suez, Gérard Mestrallet, aveva reso nota più di un anno fa la sua intenzione di cedere il polo communication per concentrarsi nelle utilities: ambiente ed energia in cui la società è un leader mondiale.
La cessione di Noos è in realtà l¿ultima tappa del piano di disimpegno degli asset dell¿area comunicazione, avviato da tempo ormai.
Alcune settimane fa, Suez ha annunciato anche la cessione della sua partecipazione in M6 per un miliardo di euro, subito dopo la vendita dell¿emittente Paris Première, di Firtsmark (Radio local loop) e delle due società belga Coditel (cavo) e Codenet (rete di fibra ottica).
Noos è attualmente controllata al 50,1% da Suez, al 27% da France Télécom (vedi scheda) e al 22,9% dalla banca americana Morgan Stanley.
UnitedGlobalCom è posseduta da Liberty Media e sarebbe il naturale acquirente di Noos. Creato dal carismatico John Malone, questo Gruppo è divenuto in venti anni, un operatore mondiale del cavo, dei media e di Internet.
Liberty Media (30 miliardi di euro di capitalizzazione di Borsa, ndr) è presente inoltre nell¿operatore via cavo francese attraverso UPC, che vanta un package di 500.000 abbonati.
Un portavoce di UnitedGlobalCom ha detto comunque ai cronisti che ¿è ancora prematuro parlare di fusione, ma si tratta di due unità che fanno lo stesso lavoro e che hanno delle sinergie evidenti¿.
La Francia conta una cinquantina di operatori via cavo, quattro sono i player nazionali, Noos, France Télécom Câble, Numéricâble e UPC, secondo uno studio dello scorso anno della società di ricerca JLM Conseil, commissionatogli dall¿ART.
Questi Gruppi, creati per distribuire emittenti televisive, sono divenuti anche fornitori di Internet a banda larga, raggruppando circa il 10% degli abbonati all¿Adsl, secondo quanto riferito dal consigliere dell¿ART Dominique Roux.
Oltre a Internet, gli operatori via cavo devono affrontare la concorrenza degli altri mezzi di diffusione della televisione: il satellite, da qualche mese la Tv via Adsl, aspettando la futura televisione digitale terrestre (TDT).
Circa 3,5 milioni di case francesi erano abbonate alla televisione via cavo alla fine del 2003, e secondo l¿Associazione francese degli operatori di reti multi-servizi (Aform), circa 400.000 ricevevano la banda larga via cavo.
Attesa ormai da tempo, la vendita di Noos dovrebbe anche dare quindi un input nuovo al mercato francese del cavo, che può essere salvato solo dalla concentrazione intorno a uno, massimo due, operatori.
France Télécom Câble, il numero due del mercato, e Numéricable (Vivendi Universal) sono anche loro pronti a vendere.
E¿ quindi molto probabile che chi comprerà la divisione di Suez diverrà in breve l¿operatore meglio piazzato per giocare questo ruolo centrale.
A CanalPlus (Vivendi Universal), che si era impegnata in un vasto programma di cessione per ridurre l¿indebitamento accumulato sotto l¿era di Jean-Marie Messier, hanno comunque precisato che una vendita di Numéricâble, attualmente oggetto di speculazioni, non è all¿ordine del giorno.
Il presidente di France Télécom, Thierry Breton, ha confermato invece alcune settimane fa la sua intenzione di cedere gli asset del cavo.
Oltre alla quota in Noos, France Télécom detiene il 100% di France Télécom Câble e il 70% della rete di Numéricâble.
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Per ulteriori approfondimenti, leggi:
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