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Il produttore britannico di software di sicurezza, Sophos, ha realizzato uno studio nel febbraio 2004 per fare il punto sui principali Paesi del mondo responsabili di spamming.
Sophos è una delle principali aziende nella protezione delle imprese da virus e spam, le eMail commerciali non sollecitate (UCE ¿ Unsolicited Commercial eMail).
I suoi ricercatori, tramite la rete di laboratori diffusa in tutto il mondo, hanno analizzato centinaia di migliaia di eMail giunte durante due giorni e hanno stilato una classifica che identifica la “sporca dozzina” dello spam e che vede in testa gli Stati Uniti, come la nazione che invia il maggior numero di messaggi indesiderati.
I produttori di spamming sono stati individuati attraverso i programmi conosciuti come honeypots. Si tratta di sistemi destinati ad attirare i pirati informatici per studiarli e comprenderne il modo di agire.
Generalmente il software honeypots si definisce come un ¿attraente bersaglio da sfruttare o utilizzare che a volte viene inserito in un ambiente di rete come esca per gli hacker. Quando l”hacker attacca l”honeypots, viene seguito per controllarne il comportamento e l”eventuale raccolta di dati”.
Insomma l¿inganno come deterrente verso gli attacchi.
Tramite questi programmi e utilizzando altri mezzi che oggi offre la moderna tecnologia della Rete, si è scoperto, senza sorpresa, che gli Stati Uniti si collocano in testa a questa classifica, generando il 56,74% dello spam.
In altre parole questo significa che 6 spammer su 10 sono americani.
I ricercatori di Sophos hanno rilevato anche che, sebbene la maggior parte dello spam venga inviato dai computer americani, molti messaggi indesiderati sono spediti senza che il proprietario del pc ne sia a conoscenza.
Gli spammer sfruttano infatti le falle nei sistemi di sicurezza delle macchine prese di mira, che così vengono trasformate in server produttori di spam.
Gli esperti ritengono che gran parte dello spam sia in realtà creato in Russia, anche se risulta solo 28esima in classifica. Sembra quindi che gli hacker riescano a penetrare nei computer in altri Paesi e ad utilizzarli per inviare spam.
Alcuni Trojan e alcuni worm, infatti, consentono agli spammer di prendere possesso di un pc all¿insaputa del legittimo proprietario e di utilizzarlo per mandare messaggi indesiderati.
Più del 30% dello spam circolante nel mondo è spedito da questi computer e ciò sottolinea ancora una volta l¿importanza di un approccio coordinato contro spam e virus.
Al riguardo Sophos ricorda a tutti gli utenti domestici, in particolare quelli che hanno una connessione a banda larga, di assicurarsi che il proprio computer non sia utilizzato a loro insaputa dagli spammer.
Abbastanza distaccato dagli Stati Uniti arriva il Canada, in seconda posizione, che produce il 6,80% dello spamming mondiale.
L¿Europa, dalla sua, si vede relativamente risparmiata dagli spammer.
Rispetto al numero di messaggi di spam inviati dagli Stati Uniti, il Vecchio Continente resta un buon apprendista in materia, con circa l¿8% del totale dei messaggi non sollecitate.
La Francia si piazza in ottava posizione nella classifica degli spammer, responsabile solo dell¿1,5% dello spam. Prima della Francia, troviamo la Germania con l¿1,83% e dietro la Gran Bretagna con l¿1,31%. E¿ la Spagna che chiude la classifica, in dodicesima posizione con l¿1,05% di spam inviate.
¿Sebbene i Paesi europei siano in questo caso meno responsabili, essi generano comunque milioni di messaggi indesiderati ogni giorno,” ha commentato Graham Cluley, senior technology consultant di Sophos.
“Lo spam è un problema che riguarda tutti e diversi Paesi hanno cominciato a prendere la faccenda sul serio. Tuttavia le leggi emanate in Inghilterra, per esempio, o in altre nazioni, non proteggono dallo spam proveniente dagli Usa o dalla Cina, e viceversa.”
Il continente asiatico è responsabile del 12% dello spamming del mondo: la Cina e Hong Kong con il 6,24% e la Corea del Sud con il 5,77%.
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