Europa
I disabili costituiscono oggi in Europa il 20% della popolazione. A questo si aggiunge un 45% di cittadini con età superiore ai 75 anni che hanno difficoltà a compiere anche semplici atti della vita quotidiana: una percentuale destinata a crescere con l”aumento delle aspettative di vita.
In Italia – dove il tasso di anziani è il più alto nell”Ue (27,1%) – le persone con handicap sono 2,8 milioni, di cui la maggioranza donne e solo il 21% ha accesso al lavoro.
La Ue ha già promossa numerose iniziative, con interventi specifici in ciascun Stato membro, volte a sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica al problema dei portatori di handicap e di tutte le persone con disabilità.
Secondo l¿esecutivo europeo, è necessaria una maggiore collaborazione tra i diversi soggetti.
Industria, associazioni di consumatori, associazioni, poteri pubblici e privati devono lavorare sinergicamente per trovare soluzioni comuni.
Si sono vagliate le prospettive offerte dalle nuove tecnologie come, ad esempio, l”accesso vocale ad Internet per i non vedenti, ma anche sulla possibilità di creare norme in grado di stimolare lo sviluppo di un mercato sempre più ampio di tecnologie di assistenza e al tempo stesso la riduzione del prezzo per il consumatore.
Inoltre, sembra che le norme possano stimolare la crescita di un mercato di tecnologie di assistenza, per l¿armonizzazione delle esigenze tecniche applicabili e l¿accelerazione della convergenza delle nuove piattaforme tecnologiche, le economie di scala e, di conseguenza, riduzioni di prezzo per i consumatori.
L¿attenzione è volta in particolare a mettere l¿hi-tech a disposizione delle persone portatrici di handicap, con l¿obiettivo che vengano eliminate tutte le barriere non solo visibili.
In Francia è ancora aperto lo scontro per la regolamentazione dell¿accessibilità di Internet ai diversamente abili.
L¿associazione Braillenet ha posto all¿attenzione del governo una lista di intenti, con l¿obiettivo di andare al di là delle semplici buone intenzioni e passare ad azioni fattibili e concrete.
Braillenetvuole approfittare del voto al progetto di legge sulla ¿égalité des droits et des chances, la participation et la citoyenneté des personnes handicapées¿ (sull¿uguaglianza dei diritti e delle opportunità, della partecipazione e della cittadinanza delle persone con handicap), per evidenziare le proprie posizioni.
In parte, questo documento riprende le raccomandazioni contenute nel rapporto Perben, sull¿accessibilità dei siti Internet/Intranet alle persone portatrici di handicap, rimesso al governo il 20 gennaio scorso.
Il progetto di legge è già stato adottato in prima lettura dal Senato il 1°marzo scorso.
Il tanto discusso articolo 25 precisa che ¿i servizi di comunicazione pubblica online dei servizi di Stato (¿) devono essere accessibili alle persone handicappate¿. Le modalità, tra altre tecniche, di queste misure saranno definite da un ulteriore decreto.
La Francia è in ritardo nella regolamentazione di questa materia, specie rispetto ai Paesi anglosassoni, o all¿Europa del Nord, ricorda Pierre Guillou, responsabile della sezione accessibilità del Web per l¿associazione Braillenet.
L¿Italia ha approvato, il 16 ottobre 2003, il disegno di legge che agevola e garantisce alle persone disabili l”accesso a Internet e alle risorse info-telematiche.
La nuova legge consente di abbattere le barriere digitali e creare rilevanti opportunità per consentire agli oltre 3 mln di disabili italiani di poter studiare, lavorare e partecipare attivamente alla vita sociale.
La questione in Francia ha avuto adesso nuovi sviluppi, specie dopo l¿appena terminato anno europeo del disabile e dopo che il governo ha fatto dell¿e-administration una delle sue priorità.
Per Guillou, l¿articolo 25 della legge è soddisfacente, ma dovrebbe definire più precisamente alcune cose. ¿Si parla per esempio molto genericamente di siti Web, senza fare alcun riferimento al downloading dalla Rete dei documenti¿.
¿L¿accessibilità digitale rimane una nozione astratta, che merita un vero dibattito con le associazioni, le industrie e gli amministratori¿, prosegue il responsabile di Braillenet.
Per questo motivo, in seno all¿associazione è stato costituito un gruppo di lavoro, ¿per permettere alle associazioni di confrontarsi con gli industriali¿.
Per altro, l¿associazione ha fatto pervenire al governo una lista di proposte concrete. Braillenet ricorda in primo luogo che i problemi di accessibilità non riguardano unicamente le persone ipovedenti o cieche.
Tutte le persone portatrici di handicap potrebbero incontrare qualsiasi momento delle difficoltà, anche se si tratta semplicemente di cliccare su un link.
Per permettere ai webmaster e ai dirigenti dei servizi informatici, responsabili dei siti e dei servizi pubblici online di prendere in conto queste considerazioni, Braillenet raccomanda di inserire questa problematica nella loro formazione. Come anche un simile modello deve essere proposto a tutti gli studenti in informatica delle università francesi.
L¿associazione chiede tra l¿altro che le raccomandazioni in materia di accessibilità, emesse dagli organismi internazionali di normalizzazione, come il W3C, siano prese in considerazione. Questa richiesta non dovrebbe tardare a essere messa in pratica. Il governo ha effettivamente affidato a Braillenet la missione di redigere ¿un referenziale sull¿accessibilità digitale, che indica i criteri di sviluppo da rispettare per i siti o i servizi elettronici¿.
Questo referenziale è basato sui principi decretati da uno dei Gruppi di lavoro del W3C, battezzato Web Accessibility Initiative (WAI), ed è ormai nelle mani dell¿Agenzia per lo sviluppo dell¿e-admnistration e dovrebbe essere pubblicato a breve, come sostiene PierreGuillou.
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Le proposte di Braillenet per l”Accessibilità digitale
Legge Stanca: Disposizioni per favorire l¿accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici
Progetto di legge
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Disabili: approvata la legge sull¿accesso grazie alla Campa-Palmieri
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