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Si avvicina l¿ora della resa dei conti. Tutto il mercato mediatico sta aspettando con grande interesse l¿Assemblea degli azionisti Disney di domani, che potrebbe mutare gli attuali scenari dell¿antica casa di Mickey Mouse o lasciarli invariati.
Poco probabile comunque che domani non venga fuori qualcosa di veramente interessante.
Tra ventiquattro ore, la città di Filadelfia sarà teatro di una assemblea al cardiopalmo tra le più difficili che la Disney ricordi.
Davanti alle migliaia di investitori provenienti da ogni parte degli Stati Uniti si compirà il destino di Michael Eisner, presidente e amministratore delegato alla Disney da ben venti anni.
Il numero uno del Gruppo è atteso da un incessante fuoco di sbarramento aperto, lo scorso dicembre, dal nipote del fondatore Walt, Roy Disney, deciso a spodestare l”attuale reggente.
Una lotta, quella aperta da Roy Disney e da un altro consigliere di amministrazione dimissionario, Stanley Gold, iniziata con una lettera, in cui si chiedeva a Eisner di farsi da parte per avere trasformato l”impero dei sogni e della fantasia in una società “rapace e sempre a caccia di denaro“, seguita poi da un numero sempre maggiore di azionisti dissidenti.
Numeri che, affiancati anche dal diniego a Eisner pronunciato da diversi fondi pensione statali, mettono alle strette l”attuale presidente e Ad, mai stato così in bilico come in questo momento.
Questa mattina dalle pagine del Financial Times gli ex amministratori della società, Roy Disney e Stanley Gold, denunciano la mancanza di trasparenza nella gestione del Gruppo americano dell¿Entertainment e della comunicazione e il versamento di premi esagerati per gli alti dirigenti della società di Mickey Mouse.
Alla vigilia dell¿Assemblea generale degli azionisti, Disney e Gold attaccano proprio lì dove il capitalismo americano è stato minato dagli scandali finanziari delle società come Enron, World Com, Tyco e Adelphia.
¿Il vento della trasparenza¿ non è ancora soffiato su Disney, dicono i due contestatori al quotidiano finanziario britannico, sottolineando che gli azionisti non saranno soddisfatti che quando Michael Eisner sarà allontanato dalla società.
E per evidenziare la totale mancanza di trasparenza e la cattiva gestione, gli ex amministratori sottolineano che la compensation committee del Gruppo Disney ¿non ha pensato di fare di meglio che di attribuire ai cinque più alti dirigenti della società un totale di circa 40 milioni di dollari nel 2002, l¿anno in cui il titolo di Disney è caduto di circa il 16%¿.
Dopo aver chiesto invano i documenti che garantivano una totale indipendenza di questa commissione presieduta da Judith Estrin, Gold e Disney notano che gli amministratori di Disney hanno recentemente messo l¿accento sull¿impegno del Consiglio d¿amministrazione sulla trasparenza e le best practices di gestione.
I due uomini si chiedono, però, se le cose stanno così¿perché Disney continua a nascondere le informazioni sul modo in cui la signora Estrin e la sua commissione hanno deciso di attribuire dei grossi premi a Michael Eisner nel 2002 e nel 2003?¿.
E ancora, ¿Forse il Cda teme che gli azionisti scoprano che la signora Estrin e il comitato non hanno agito né in modo indipendente, né nel migliore interesse degli azionisti di Disney?¿
Secondo quanto ipotizzato dal Wall Street Journal, alla riunione di domani – in caso di voto negativo nei suoi confronti – Eisner potrebbe mettere sul piatto la rinuncia alla carica di presidente, mantenendo quella di Ad, mostrando agli azionisti la disponibilità a fare un passo indietro mentre sarebbe improbabile una sua rinuncia immediata ad entrambi i ruoli e, quindi, la sua uscita di scena.
Qualora il voto degli azionisti dovesse manifestarsi come estremamente negativo – ipotizza ancora il WSJ citando fonti vicine alle parti – il board della Disney potrebbe annunciare un”uscita di scena entro la fine dell”anno e l”avvio della ricerca di un nuovo numero uno.
Ipotesi definite estremamente dubbie, mentre la divisione del ruolo di Amministratore delegato da quella di presidente potrebbe non essere troppo distante dalla realtà.
Ipotesi considerate dai due ex amministratori, secondo i quali all¿Assemblea generale gli azionisti non dovranno accentarsi di un semplice ¿maquillage¿ della società, con la separazione dell¿incarico di presidente da quello di Amministratore delegato.
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