Italia
ICANN ha aperto oggi i battenti a Roma, per la prima volta in Italia.
L¿importante meeting internazionale, dell”organismo che coordina tutti gli aspetti tecnici di Internet a livello mondiale, chiuderà sabato 6 marzo.
L”evento è organizzato da Register.it, leader italiano nella gestione della presenza online di persone ed aziende e dall”Istituto di Informatica e Telematica del CNR – Registration Authority Italiana (IIT-RA), l”ente incaricato dell”assegnazione dei domini .IT.
All¿appuntamento sarà presente il gotha della Rete, delegati di oltre 70 governi mondiali, padri fondatori di Internet, fornitori di servizi online e alti funzionari di organismi internazionali che dibattono sui più rilevanti temi che riguardano il Web.
Si parlerà degli aspetti internazionali e nazionali del governo di Internet, privacy e domini, il nuovo .eu, il cui lancio è stato rinviato al febbraio 2005, digital divide, il ruolo dei provider a livello italiano, europeo e globale e il Summit mondiale sulla Società dell”informazione.
Tra i principali eventi in calendario anche il World Summit on Information Society (WSIS), giovedì 4 marzo.
Per sabato 6 marzo è prevista la conferenza stampa finale, che renderà note le decisioni prese durante il meeting.
Tema centrale del summit è il futuro di Internet, in particolare se favorire il libero mercato o gli interessi dei governi.
Negli ultimi tempi è andata crescendo all”interno dell”Onu una corrente di pensiero che propone di perseguire con decisione alcuni degli aspetti più indesiderati di Internet, dallo spamming al crimine informatico, oltre al digital divide che separa i Paesi in via di sviluppo che hanno minori accessi a Internet ed alle innovazioni nelle telecomunicazioni.
L”ICANN sarà anche la sede nella quale si potrà dirimere la controversia tra Usa da una parte e Unione Europea, Argentina, Giappone e Canada dall”altra, in merito al corretto trattamento dei dati personali di chi registra un dominio in Internet e di chiunque utilizzi una casella di posta elettronica.
L”area anglo-americana è più incline a tutelare le esigenze del business e sostiene di conseguenza la necessità di rendere pubblici tutti i dati personali di chi registra un dominio e ottiene una casella di posta elettronica, mentre Europa, Argentina, Giappone e Canada hanno una visione maggiormente orientata alla riservatezza dei dati personali in Rete.
Lo scorso dicembre le Nazioni Unite hanno incaricato l”International Telecommunication Union(ITU) di stilare un piano per affrontare questi temi, raccomandando di inserire i pareri di esponenti politici dei Paesi in via di sviluppo, che lamentano di essere tenuti in poco conto attualmente.
Ma sostenendo tale posizione, l”ITU potrebbe mettere da parte l”unico organismo che questo nuovo media ha mai avuto: l”International Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN), incaricato di assegnare nomi e numeri che contraddistinguono i siti online.
L”ICANN, con sede in California, sovrintende al management di Internet sul tema cruciale degli indirizzi online che riguarda indirizzi Web e contribuisce a risolvere controversie riguardanti i nomi dei domini.
Ieri intanto è arrivata una notizia veramente preoccupante: otto società del settore della registrazione dei domini si sono consorziate per denunciare per truffa e raggiro sia ICANN che VeriSign.
Secondo gli avvocati di Name.com e delle altre sette società del settore, il fatto che ICANN abbia avallato il varo del Wait List Service (WLS) di VeriSign significa che entrambi i soggetti sono coinvolti in quello che viene definito “uno schema per raggirare i consumatori spingendoli ad acquistare nomi a dominio che non potranno mai registrare“. Uno schema considerato “illegale e protezionistico”.
Il WLS è un servizio che cerca di lucrare su quei domini, parliamo di qualcosa tra i 10mila e i 25mila domini Internet, che ogni giorno non vengono rinnovati da chi li ha registrati e dunque divengono nuovamente “registrabili“.
Fino ad oggi è stato possibile mettersi in lista per la registrazione di domini quando questi fossero diventati disponibili, domini che poi vengono ceduti a chi offre di più, e paga soltanto chi li ottiene.
Con WLS, invece, VeriSign vuole che gli utenti che sperano di prendere un dominio al momento non disponibile paghino un quantum annuale che consentirà loro di ottenere il dominio quando non venisse rinnovato da chi lo ha registrato. In questo caso, dunque, il dominio non viene ceduto a chi offre di più ma a chi lo “pre-ordina” per primo.
Questo sistema, secondo i legali delle società denuncianti, fa sì che gli utenti che registrano un dominio si trovino a pagare anche una quota annuale in più per assicurarsi che il dominio stesso non cada mai nelle mani di qualcun altro. “Il WLS – affermano – consente a VeriSign e ICANN di generare pagamenti mettendo i loro consumatori inconsapevoli gli uni contro gli altri e tutto per mantenere lo status quo”.
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Per ulteriori approfondimenti, leggi:
ICANN 2004: Internet in 13 pillole: dalle origini al dominio ¿.eu¿
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