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Il Ritorno del Re vincitore assoluto della Notte degli Oscar. La terza parte della trilogia del Signore degli anelli è riuscita ad aggiudicarsi questa notte tutti gli Oscar delle 11 categorie a cui era candidato.
Nelle quasi tre ore e mezza di film si scopre finalmente quale destino ha riservato lo scrittore John Ronald Reuel Tolkien ai componenti della compagnia dell”anello, creatasi nella prima parte della trilogia. E si è portato a casa il premio più ambito, quello di miglior film.
Per realizzare la terza e ultima parte della trilogia, il regista neozelandese Peter Jackson ha avuto bisogno di raddoppiare il numero degli artisti digitali rispetto alla seconda parte Le Due Torri, rendendo possibile così la realizzazione di 1.500 computer graphic effect che hanno animato i personaggi del film.
Scott Houston, direttore della tecnologia Weta Digital, aveva spiegato ¿Abbiamo realizzato (…) centinaia di migliaia di soldati nella scena della battaglia di Pelennor e dato un”animazione incredibilmente realistica a Gollum e Shelob. Inoltre c”è stato un enorme volume di effetti speciali da sviluppare: 1.500 rispetto ai 500 del primo film”.
Jackson ha vinto quello di miglior regista, mentre le altre statuette assegnate alla pellicola sono quelle di migliori costumi, miglior trucco, miglior effettivi visivi, migliore sceneggiatura, miglior mixaggio sonoro, migliore colonna sonora originale, miglior canzone, miglior montaggio e migliore sceneggiatura non originale.
¿Grazie Academy per aver dato il lasciapassare alla fantasia¿, ha detto il regista dopo aver ricevuto l¿ambito premio.
Gli Oscar, o Academy Awards, sono i più alti onori dell”industria cinematografica americana e vengono assegnati ogni anno dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences.
Dal regista nato nel 1961 a Pukerua Bay (Nuova Zelanda) anche un ringraziamento ai suoi connazionali e al produttore Barrie M. Osborne.
La trilogia ha già incassato 2,8 miliardi di dollari in tutto il mondo.
Il premio per il miglior attore è andato a Sean Penn, quattro volte candidato, per il suo ruolo nel film Mystic river, in cui interpreta il padre tormentato di una ragazza assassinata a Boston.
¿Grazie a Eastwood di essere entrato nella mia vita¿, ha detto Sean Penn nel ricevere la sua prima statuetta come miglior attore protagonista.
¿Se c”è una cosa che gli attori sanno bene – ha aggiunto l”attore nato nel 1960 a Santa Monica (California) – è che non esiste davvero un miglior attore: tutti gli altri candidati erano eccezionali. Mia figlia e mio figlio pensavano che sarebbe stato presuntuoso preparare un discorso in caso di vittoria e così io non l”ho fatto¿.
Quello di miglior attrice è stato vinto dalla sudafricana Charlize Theron per il suo ruolo da protagonista in Monster, in cui ha mascherato la sua bellezza per interpretare una serial killer, Aileen Wuornos.
Benché la Theron sapesse di essere favorita, è esplosa in lacrime ed ha abbracciato la madre prima di salire sul palco per ricevere il premio dalle mani del miglior attore dello scorso anno, Adrien Brody.
“Ringrazio tutti in Sud Africa, il mio Paese”, ha detto la Theron.
Ha poi ringraziato la madre, che le permise, ancora adolescente, di trasferirsi negli Usa per tentare la carriera di modella e di attrice.
“Ti sei sacrificata molto per me, per farmi vivere qui e far sì che il mio sogno diventasse realtà (…) non ci sono parole per descrivere quanto ti voglio bene“, ha detto ancora piangendo.
Come migliori attori non protagonisti sono stati invece premiati Renée Zellweger per il suo ruolo di cow girl in Ritorno a Cold Mountain, mentre Tim Robbins ha vinto per la sua interpretazione in Mystic River.
Il cartone animato campione di incassi Alla ricerca di Nemo ha vinto l”Oscar come miglior film animato.
Il cartoon realizzato da Disney e Pixar ha incassato 340 milioni di dollari solo negli Usa.
Lost in transalation di Sofia Coppola, candidato a quattro statuette, ha vinto invece l”Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
Come miglior film straniero è stato premiato il racconto dolce amaro de Le invasione barbariche del canadese Denys Arcand, che racconta in modo lieve il problema dell”eutanasia.
L”Oscar per il miglior documentario è andato a Fog of the war di Errol Morris, una biografia del segretario della Difesa all”era del Vietnam Robert McNamara.
Grande soddisfazione per Sofia Coppola, che è stata festeggiata da Hollywood per il suo film Lost in Translation, che ha quasi rischiato di non fare.
Coppola, 32 anni, ha vinto il suo primo Oscar per la miglior sceneggiatura originale per la pellicola che racconta di due americani isolati e vittime del jet-lag in un albergo di Tokyo.
Era candidata anche per la miglior regia – la prima donna americana in nomination per la questa categoria – ma il premio è andato a Peter Jackson.
Lost in Translation, il secondo film della Coppola come regista, è stato girato solo in 27 giorni con un budget da 4 milioni di dollari e negli ultimi quattro mesi ha conquistato molti premi, compresi quelli del cinema indipendente lo scorso sabato.
“Non posso credere di essere qui – ha detto una timida Sofia Coppola – Grazie a mio padre per tutto quello che mi ha insegnato”.
Delusione invece per Master and commander di Peter Weir, che ha per protagonista Russel Crowe. Dopo 10 nomination, il film ha portato a casa solo due statuette, quella per il miglior montaggio sonoro e la miglior fotografia.
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