Europa
Guerra aperta ai ladri di cellulari. I principali costruttori, riuniti a Cannes, si sono trovati d¿accordo sull¿adesione in massa alla banca dati centralizzata Central Equipment Identity Register (Ceir) di Dublino, gestita dalla GSM Association (GSMA).
Il Ceir riunisce i numeri che permettono di identificare i telefonini (IMEI) allo scopo di poter disattivare a distanza gli apparecchi rubati.
La GSM Association, una delle principali associazioni dell¿industria della telefonia mobile, ha da tempo chiesto a tutti i player del settore di unire i propri sforzi per combattere in modo più efficace il furto dei cellulari.
L¿appello evidentemente è stato accolto dal momento che il consorzio ha annunciato l¿adozione generalizzata di un sistema di gestione centralizzata che permette di disattivare il telefonino di cui si è denunciato il furto, grazie al numero Imei (International Mobile Equipment Identity).
Il numero Imei ¿ che si può visualizzare sul cellulare premendo la combinazione di tasti *#06# – è il codice che rende identificabile un telefonino, indipendentemente dal gestore o dalla Sim card e che viene registrato ogni volta che il telefonino viene utilizzato. La rete GSM tramite questo codice è in grado di negare l¿autenticazione del terminale rubato (qualunque scheda Sim contenga) e di inibirlo dall¿effettuare traffico, salvo le chiamate d¿emergenza gratuite.
La “condicio sine qua non”del blocco è però la partecipazione del gestore al database internazionale di Dublino.
I costruttori – Alcatel, Motorola, Nokia, Siemens, Nec, Panasonic, Sagem, e SonyEricsson ¿ si sono impegnati ad assicurare la loro collaborazione in caso di furto degli apparecchi in ogni parte del mondo.
La decisione è stata applaudita anche dal commissario Ue per la società dell¿informazione Erkki Liikanen. Il tema, infatti, preoccupa molto l¿esecutivo europeo visto che secondo alcune statistiche, il traffico di cellulari rubati o smarriti sarebbe pari ad un milione di pezzi l¿anno: se si moltiplica questo dato per un valore medio per apparato di circa 300 euro e si considera che i furti sono per lo più commessi da giovanissimi, “la SMS generation”, ci si rende conto della gravità della situazione.
Il bisogno di misure più severe si fa più pressante dal momento che il furto dei telefonini è in costante aumento in tutti i Paesi europei: la GSMA invita pertanto a seguire l¿esempio della Gran Bretagna, dove il governo ha deciso di istituire l¿apposita National Mobile Phone Crime Unit, un corpo speciale che al lavoro dei tradizionali poliziotti affianca quello dei detective dell¿immigrazione, dei doganieri e degli esperti del settore industriale per tentare di arginare i sempre più frequenti episodi di violenza legati ai telefonini.
Attraverso queste collaborazioni, la polizia britannica spera di rimuovere le infrastrutture che supportano i crimini perpetrati sulle strade britanniche: secondo una recente indagine la metà dei crimini perpetrati nel Regno, riguarda il furto di un telefonino. Più di 200 quelli che vengono rubati ogni giorno e esportati immediatamente nel resto dell¿Europa, in Africa e Asia.
L¿esportazione dei telefonini rubati è infatti diventato uno dei reati più lucrosi della criminalità locale dal momento che gli apparecchi portati all¿estero non hanno bisogno di essere riprogrammati per funzionare.
Oltre il 70% dei cellulari diffusi nel mondo utilizza infatti lo standard GSM, il che vuol dire che, grazie al roaming, un telefonino può essere utilizzato dovunque.
Chi tenta di riprogrammare un cellulare in Gran Bretagna rischia invece pesanti multe.
L¿operatore mobile 02 ha indicato di aver bloccato 1,2 milioni di apparecchi grazie al database Ceir.
In Italia, nel luglio del 2003, tutti gli operatori hanno deciso di aderire, impedendo così l¿utilizzazione, sull¿intero mercato nazionale, dei terminali di provenienza illecita.
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