I pirati di professione all¿attacco della Rete. Interessi economici dietro alla diffusione dei virus?

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Con le messaggerie elettroniche rigonfie di spam e gli hardware continuamente a rischio virus, il meraviglioso mondo dell¿informatica sta soffrendo molto in questo lungo e freddo inverno 2004.

Subito dopo aver sconfitto il virus Mydoom, un altro worm si &#232 fatto avanti, si tratta di Bagle. B, che ha moltiplicato i suoi attacchi informatici all¿inizio di questa settimana.

Ma non &#232 finita qui, ieri, questo virus &#232 stato rimpiazzato da un altro virus ancora pi&#249 virulento, Netsky. B.

La sua pericolosit&#224 &#232 stimata a livello 4 (su una scala da uno a cinque) dal leader della sicurezza Internet, Symantec.

Dello stesso parere anche altri esperti. Ma alcuni produttori di antivirus lo definiscono di rischio medio.

Questo nuovo virus registra una importante velocit&#224 di propagazione e sfrutta un”icona di Word per invitare all”apertura dell”allegato da 22Kb. Il worm &#232 stato registrato al momento in Paesi quali Germania, Svezia, Giappone e Olanda, ma anche in Italia si sono segnalati alcuni casi.

Una volta lanciato, il worm si autopropaga e inoltre va ad installarsi nei vari drive ritrovati nella macchina vittima.

In particolare il virus tende a creare una copia di se stesso nelle cartelle denominate “share“, “sharing” o similari (al fine di tentare l”entrata in un canale di file-sharing, costituendo un nuovo potenziale pericoloso mezzo di diffusione).

La controversia sui diversi gradi di pericolosit&#224 di un attacco hacker o di un virus non &#232 cosa nuova.

Mydoom &#232 stato definito come ¿la minaccia pi&#249 potente della storia del Web¿, prima di diventare un virus come gli altri.

Nel febbraio 2000, il costo dell¿attacco sferrato dal giovane hacker Mafiaboy contro i siti chiave della new economy era stato sopravalutato. Stimato in 1,7 miliardi di dollari al momento dei fatti, il costo dei danni si &#232 poi ridotto a 3,9 milioni nella requisitoria del procuratore, durante il processo del giovane pirata che si &#232 tenuto nell¿estate 2001.

Queste discrepanze nelle dichiarazioni degli esperti, che oscillano tra allarmismo e fatalismo, rilevano in realt&#224 le enormi difficolt&#224 a far fronte alle nuove minacce che gravano sulla Rete.

Le decine di virus identificati ogni giorno, non sono soltanto l¿opera di piccoli informatici alla ricerca della loro momento di celebrit&#224. Spesso, troppo spesso ormai, si tratta di azioni che perseguono un obiettivo preciso ed economico.

Come &#232 stato per il caso del virus Sobig, che in breve tempo ha portato alla nascita di una famiglia Bagle, utilizzata per veicolare spam su Internet, come ha spiegato Eugenio Correnti, direttore tecnico F-Secure France.

Il virus Sobig che nel settembre scorso aveva attaccato dei siti antispam e ¿raccoglieva nel suo passaggio indirizzi eMail con lo scopo di fornirli a societ&#224 specializzate in spamming¿, ha precisato Tegam, un altro produttore di antivirus.

L¿interesse dei pirati &#232 chiaro: le liste di indirizzi di posta elettronica si vendono care e il mercato dello spam &#232 molto ricco.

Altri virus mirano invece ad impennare il traffico dei loro siti. E¿ il caso di Mignaf che portava gli utenti verso siti russi a carattere pornografico o di Qhost che, attraverso dei motori di ricerca, conduceva gli internauti verso dei siti pubblicitari.

Molto pi&#249 pericoloso Bugear.B, che si propagava attraverso una lunga lista di indirizzi eMail di banche, per installare un programma che serviva a registrare le digitazioni della tastiera della macchina infettata. Obiettivo? Piratare dati strettamente privati e realizzare un caos virtuale sui conti correnti.

Di fronte a questo attacco, i produttori di antivirus sono impazziti nel trovare una soluzione.

Gli hacker, questi pirati che tengono le redini del Web, ricordano dalla loro parte che sistemi operativi ben programmati non avrebbero questi problemi. Un sassolino lanciato contro il colosso informatico Microsoft, il cui sistema operativo Windows fa girare il 90% dei computer del pianeta.

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

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