Europa
Ipse 2000, l¿operatore telefonico controllato dalla spagnola Telefonica Moviles, ha deciso di ricorrere alla Commissione europea contro la decisione del governo italiano, che ha bocciato la richiesta di poter restituire le frequenze aggiuntive ricevute al momento dell¿acquisto della licenza Umts.
Nel novembre del 2002, il consorzio Ipse 2000 Spa, di cui Telefonica Moviles controlla il 45,6% del capitale, aveva chiesto di poter restituire i 5 Mhz per potersi liberare dall”obbligo di pagamento delle restanti 8 rate annuali (per un valore complessivo di 826 milioni di euro), ma il governo ha bocciato la richiesta.
La notizia del ricorso a Bruxelles, trapelata ieri sulla stampa spagnola, è stata poi confermata da Telefonica Moviles, secondo cui il Governo italiano non avrebbe rispettato le norme in materia di concorrenza: altri operatori infatti avrebbero acquistato le frequenze ad un prezzo inferiore rispetto a quanto versato da Ipse per lo spettro aggiuntivo.
In base ai dati finanziari pubblicati dal gruppo spagnolo, le perdite attribuibili a Ipse 2000 ¿ contabilizzate con il metodo del patrimonio netto ¿ ammontano a 38 milioni di euro.
Le attività di Ipse, che non ha mai iniziato i lavori di costruzione della rete di terza generazione, erano state congelate nel febbraio scorso in seguito al ridimensionamento delle stime di redditività dei servizi 3G.
In base agli accordi contrattuali, l¿operatore avrebbe dovuto coprire i capoluoghi di regione entro giugno 2004 e i capoluoghi di provincia entro i 30 mesi successivi.
Per guadagnare tempo e cercare di sospendere il pagamento delle frequenze aggiuntive, l¿operatore ha anche presentato due ricorsi al Tar contro il Ministero delle Comunicazioni.
Intanto, il gruppo ha licenziato i dipendenti, puntando proprio sul trading delle frequenze nella speranza di recuperare i costi sostenuti finora.
Lo scenario, dunque,si fa più complesso e Ipse diventa l¿unico gestore, tra gli assegnatari della licenza 3G, ad essere a rischio.
In parole povere: se il mercato e i soci non favoriranno un¿eventuale soluzione si ricorrerà con ogni probabilità, alla revoca della licenza.
Per questi ultimi la soluzione sarebbe la vendita o l¿affitto delle frequenze ad altri operatori, un po¿ come è successo per Blu i cui asset sono stati acquistati in toto da Tim e poi rivenduti agli altri player del mercato italiano.
Del resto, anche tutti gli altri operatori (tranne 3) sono in ritardo sulla tabella di marcia per cui il governo dovrà decidere se chiudere un occhio su tutti o revocare esclusivamente la licenza di Ipse 2000.
Necessario, dunque, per Telefonica, l¿intervento della Commissione europea, chiamata a decidere sulla spinosa decisione del Governo italiano che aveva stabilito di non cambiare le regole fissate al momento della stipula dei contratti per non discriminare gli altri operatori.
Ipse 2000 è controllata oltre che da Telefonica, dalla finlandese Sonera – che ha già ha azzerato il valore della propria partecipazione – daCapitalia e Atlanet (Ifi, Telefonica e Acea).
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