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Bollywood è ormai storia. L¿industria cinematografica ha trovato una nuova capitale: Lagos.
In uno scenario dominato ancora dalla lotta per la spartizione dei profitti del petrolio, e da un potere civile che stenta ancora ad affermare la propria autorità, i nigeriani stanno dando prova di grande dinamismo, come attesta lo sviluppo della produzione e della commercializzazione di home video.
Nollywood, così è stato soprannominato il fenomeno cinematografico, spesso in digitale, sempre a bassissimo budget, impostosi tra Nigeria e Ghana negli ultimissimi anni.
L”industria di Lagos produce film a una rapidità impressionante, con guadagni che vanno dai cento ai seicento milioni di dollari all”anno.
I temi trattati sono lontani dall¿occidentalizzazione imperversante, a metà tra quelle statunitensi e quelle tipiche del cinema indiano: amore, crimini, rapimenti. Si tenta di privilegiare aspetti culturali tipici della vita africana, fino a oggi rimasti nel silenzio.
La poligamia, la magia nera e il cannibalismo occupano gli schermi senza tabù. In tutte le trame – che siano storie poliziesche o sentimentali – sortilegi, riti e poteri ultraterreni non mancano mai.
Accanto a questi temi, un altro si sta affermando con grande forza, ed è quello di portare sullo schermo la vita dei nani. Anche questo tema molto centrale nell¿entertainment di matrice africana.
Ojo Adebayo, un attore di un metro, spera un giorno di trovare successo a Hollywood, ma per adesso si accontenta di vendere il suo ultimo film per le trafficate strade di Lagos.
Il suo ultimo film, The Kingdom, non è che uno dei 2.500 che dovranno essere prodotti dagli studios nigeriani quest¿anno.
Adebayo è presidente dell¿Associazione dei nani della Nigeria (DAN), i cui i 30 membri vagano ogni giorno per le strade cittadine cercando di vendere i loro CD e video cassette agli automobilisti bloccati nel traffico.
Sono lontani dagli ori e i tappeti rossi della cerimonia degli Oscar, e i membri del DAN devono lavorare duro per sopravvivere in questa industria dominata da qualche nababbo multimilionario e dalla pirateria incalzante.
¿La decisione di vendere da soli i nostri film, ha per scopo proprio quello di combattere la pirateria¿, dice Maxwell Ekenolu, un attore di 25 anni.
I generi trattati nei film nigeriani in genere, giocano molto sulla fidelizzazione dello spettatore. Si è infatti formata un¿élite di attori che il pubblico segue ormai con passione e interesse, tra questi c¿è Remy Ohajianya, che vanta ben 54 film a suo attivo.
Centinaia d¿improvvisati produttori/registi/distributori lavorano a ritmi frenetici realizzando in tempi brevissimi (10 giorni o due settimane al massimo) e con pochissimo budget (dai 4 ai 10mila euro) prodotti da lanciare immediatamente sul mercato interno e in quello dei paesi limitrofi, il Ghana e il Benin, nel disperato tentativo di anticipare la pirateria, che cambia credit, titoli e copertine e vende il film fasullo parallelamente all¿originale.
Questo incredibile movimento popolare, naïf, frenetico e per la maggior parte disorganizzato, spinto da una vitalità e da un¿energia esasperati – per certi versi simile all¿anarchia e alla precarietà strutturale dei primi decenni del cinema hollywoodiano – ha cominciato a catturare l¿attenzione anche del resto del mondo come dimostra la retrospettiva del Festival di Rotterdam 2004 dedicata a Tunde Kelani, il maggior filmaker nigeriano.
Si vendono centinaia di migliaia di copie di cassette o CD video e vi sono ben 200mila video-club del Paese. Nei villaggi le famiglie si riuniscono addirittura per guardare i film.
Gli amatori di Nollywood hanno ormai voltato le spalle alle grosse produzioni americane e ai musical indiani di Bollywood, per portare in scena la vita africana.
I film nigeriani hanno cominciato a interessare anche altri Paesi africani. Recentemente è stato anche lanciato un canale via cavo sudafricano, consacrato a questo genere.
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