Europa
Tessa Jowell, ministro britannico della Cultura, guarda al futuro della BBC (British Broadcasting Corporation) ¿con fiducia¿.
Il Rapportodi Lord Brian Hutton sulla vicenda, ha concluso che non esiste alcuna responsabilità a carico del primo ministro Blair, che non sarebbe in alcun modo intervenuto per falsare le informazioni del dossier sulle armi di massa irachene, per giustificare un intervento della Gran Bretagna in guerra, come invece aveva sostenuto un reportage della BBC.
La Tv pubblica si è dovuta cospargere il capo di cenere davanti a un caso che aveva assunto dimensioni internazionali.
Il presidente Gavyn Davies e il Direttore generale Greg Dyke si sono dimessi. Ha lasciato la BBC anche il giornalista responsabile del servizio, Andrew Gilligan, che ha ammesso di aver ¿erroneamente¿ riportato che esisteva la possibilità di presunte manipolazioni da parte dell”ufficio di Tony Blair sui rapporti dell”intelligence riguardanti le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein.
””Chiedo ancora una volta scusa di questo¿ aveva detto nell¿occasione Gilligan, precisando di aver deciso personalmente di dimettersi dalla Tv, anche se aveva ugualmente tenuto a ribadire che la BBC ¿¿è stata complessivamente vittima di una grave ingiustizia¿.
Ufficialmente, quindi, Tony Blair ha scritto la parola fine sul caso.
Ma sono ancora tanti, troppi, quelli che sono convinti che il capo del governo sia tuttora alla ricerca di una rivincita su uno dei simboli britannici, che meglio rappresentano il quarto potere.
Già alcune indiscrezioni parlano del tentativo del governo di mettere la sordina alla Tv pubblica.
Secondo alcune voci, il governo sarebbe in procinto di adottare un piano di smantellamento della BBC e a rivedere l¿indipendenza della ¿zietta¿, come la definiscono simpaticamente gli inglesi.
Questo, quanto si leggeva su The Sunday Times di domenica scorsa. La testata, che rientra nelle proprietà del tycoon Rupert Murdoch, è da tempo ormai nemica giurata della BBC, e sarebbe ben felice della sua scomparsa.
Nessun allarmismo, insiste la signora Jowell.
Anche se deve ammettere che alcuni esperti del suo staff stanno esaminando la struttura della BBC, alla ricerca di una soluzione che dia nuovo prestigio alla Tv pubblica.
Ma niente è stato ancora deciso, precisa la Jowell, ricordando che eventuali cambiamenti, per diventare effettivi, devono essere oggetto di una lungo iter parlamentare.
Insomma, ¿Tanto rumore per nulla¿, avrebbe detto William Shakespeare.
Ma è proprio così?
Intanto si sa già che il progetto di legge sarà presentato ai deputati all¿inizio del 2006, in modo che la nuova Carta della ¿Beeb¿ entri in vigore a partire dal 1° gennaio 2007.
Secondo The Sunday Times, l¿equipe degli alti funzionari e dei consiglieri incaricati di rivedere lo statuto della BBC stanno pensando a una modifica radicale.
In primo luogo dividere la rete pubblica in quattro entità regionali: Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord.
Il documento prevede anche la possibilità di tagliare tutte le attività che non rientrano strettamente nella funzione del servizio pubblico, e di distribuire le risorse della BBC su atri network.
Il Cda della Tv ¿ Board of Governors ¿ garante dell¿indipendenza della ¿Beeb¿ e della sua imparzialità, potrebbe essere privata delle sue prerogative.
Il piano del governo starebbe infatti considerando anche il caso di spostare ad un ente esterno la funzione di vigilanza sulla BBC.
Potrebbe essere l”Ofcom a vigilare sul ¿buon gusto¿ e la ¿decenza¿ dei programmi della BBC.
Le reticenze su una ¿presa di mano¿ e una ¿normalizzazione¿ politica della BBC sono quindi infondate, assicura la Jowell.
¿Al temine del dibattito sul nuovo Statuto, siamo sicuri che avremo una BBC forte, ma, soprattutto, una BBC indipendente dal governo¿.
Sotto quale forma però? ecco qual¿è la questione.
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