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Dopo la maratona notturna, è continuata nel pomeriggio di oggi la corsa per il Decreto Salvareti.
Nella giornata c¿è stata la discussione degli ordini del giorno, 160, presentati dall¿opposizione e tutti debitamente illustrati, dai deputati in sede di dichiarazione di voto, anche se si tratta di mozioni sull”argomento radiotelevisivo che non incidono sulla legge.
Bisognerà però aspettare domani per quanto riguarda le dichiarazioni di voto del provvedimento
Ieri intorno alle 17.30 la Camera ha votato sì alla fiducia posta dal governo sul decreto. I voti a favore sono stati 328, mentre quelli contrari sono stati 230.
Secondo la maggioranza l¿opposizione sta utilizzando il regolamento di Montecitorio per allungare i tempi di approvazione del Decreto, e fare ostruzionismo.
I deputati del centrosinistra stanno facendo infatti in modo di dilatare i tempi dell¿approvazione del DL, che deve essere deve essere convertito in legge entro il 27 febbraio.
Atteggiamento che comunque non preoccupa il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che stamani ha commentato: ¿Il problema non sono le ore o i giorni. Questo atteggiamento del centrosinistra non modificherà il percorso legislativo del provvedimento, che sarà comunque approvato¿.
Il ministro tra l¿altro ha intravisto in questo atteggiamento, il tentativo dell¿opposizione di ¿mascherare le sue spaccature clamorose¿, sia per quanto riguarda la politica estera che la missione in Iraq, di cui si sta discutendo in Senato.
Per Gasparri infatti proprio questo comportamento giustifica una volta di più la necessità di ricorrere alla fiducia.
La sinistra non ha problemi ad ammettere che si tratta di una vera e propria strategia di ostruzionismo. Franco Giordano (Prc) ha apertamente dichiarato che ¿è l”unica arma che rimane contro un governo che ha posto la fiducia per tutelare interessi personali del primo ministro, proprietario di Mediaset”.
Il decreto mantiene per ora inalterato il mercato televisivo, dopo che una sentenza della Corte costituzionale aveva ordinato il passaggio di Rete4 sul satellite e l”azzeramento della pubblicità su Rai3 dal 31 dicembre 2003 per contribuire a ripristinare condizioni di concorrenza sul mercato televisivo.
Gasparri ha messo la firma anche sulla legge di riforma del settore radioTv, che nei giorni scorsi il governo ha invece deciso di rinviare in Commissione alla Camera, dopo che la presenza di decine di franchi tiratori sui banchi della maggioranza ha rischiato di far bocciare alcuni articoli del provvedimento, già rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Avvalendosi del potere che gli conferisce la Costituzione (art.74) di obbligare il Parlamento a riesaminare una legge già approvata, Ciampi ha rinviato lo scorso dicembre alle Camere il Ddl Gasparri. Le osservazioni del Presidente erano contenute in un messaggio di 5 pagine, in cui Ciampi ha obiettato sul Sic, il sistema integrato di telecomunicazioni, sul passaggio al digitale terrestre e sul rischio di posizione dominante nel mercato della raccolta pubblicitaria. E infine sulla la questione del trasferimento di Rete4 sul satellite.
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