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Il Cda della Walt Disney ha deciso di respingere l¿offerta lanciata da Comcast, primo operatore di Tv via cavo sul mercato americano.
L¿Opa ostile ammontava a 66 miliardi di dollari, ma per la casa di Mickey Mouse si tratta di un prezzo che sottostima il reale valore della società.
Il Consiglio ha comunque fatto capire di essere interessato a considerare eventuali altre offerte.
Nel comunicato del Gruppo si legge: ¿Il Consiglio d¿Amministrazione di Walt Disney ha respinto oggi (leggi ieri, ndr) all¿unanimità la proposta di Comcast di rilevare Disney offrendo 0,78 azione Comcast per ognuna delle azioni Disney¿.
Questa offerta significa che Comcast avrebbe voluto comprare ¿a 3,60 dollari meno del valore del titolo di Disney sul mercato¿, ha spigato la società.
Comcast, che vanta circa 21 milioni di abbonati in 41 Stati, ha proposto mercoledì scorso di rilevare la multinazionale che controlla il network televisivo americano ABC, i celebri studios cinematografici Disney e anche i parchi tematici, per 66 miliardi di dollari, inclusivi del debito di 11,9 miliardi. Sarebbe l¿equivalente di 26,46 dollari per ciascuno dei titoli di Disney.
Nello spazio di tre sole sedute (i mercati erano chiusi lunedì, ndr) questi titoli sono cresciuti dell¿11,8% a Wall Street, chiudendo venerdì a 26,92 dollari, mentre l¿azione di Comcast perdeva 11,9% a 29,90 dollari.
L¿alleanza perfetta vantata da Comcast tra i suoi mezzi di distribuzione e i ricchi contenuti Tv/cinema dei creatori di Mickey, ha perso interesse per gli azionisti.
Secondo Michael Eisner, Disney sta andando avanti bene da sola come fornitrice di contenuti. Al contrario concorrenti come Time Warner e News Corp hanno concluso accordi per fondere contenuti e distribuzione, la stessa strategia che vorrebbe proporre Comcast.
Gli amministratori hanno aggiunto: ¿Siamo impegnati a creare valore per i nostri azionisti ed esamineremo con attenzione tutte le offerte che giudicheremo coerenti con questo obiettivo¿.
In altre parole, il Cda ha lasciato la porta aperta a nuove offerte, purché siano appropriate al valore di mercato delle azioni Disney.
Lasciando la porta aperta alle nuove offerte, e a un eventuale rilancio di Comcast, il Cda ha anche confermato la sua ¿fiducia¿ alla gestione del presidente e Ad di Disney, Michael Eisner, e del suo staff.
Eisner, che dal 1994 ricopre le funzioni più alte alla testa di Disney, si è visto spesso rimproverare la sua ¿gestione¿ e la creatività sacrificata a vantaggio delle sole performance.
A capo di questo gruppo contro-Eisner, c¿è il nipote del fondatore, Roy Disney, che ha lasciato la società nel dicembre scorso, ma che è ancora azionista del Gruppo.
Mercoledì scorso, la posizione di Eisner si è trovata ancora una volta messa in discussione dalla raccomandazione della società americana di consulenza finanziaria ISS (Institutional Investor Services), che ha raccomandato agli azionisti del Gruppo Walt Disney di opporsi il 3 marzo alla prossima rielezione di Michael Eisner alla presidenza del Cda.
¿Noi raccomandiamo un voto contro la rielezione di Eisner, per evidenziare la necessità delle funzioni separate di presidente e Ad del Consiglio¿, ha indicato in un rapporto in vista dell¿Assemblea generale degli azionisti di marzo, che si terrà a Philadelphia.
Solitamente i consigli di ISS vengono tenuti molto in considerazione dal mercato.
Questi rischi indotti dal cumulo delle funzioni di presidente e Ad di una società (conflitto di interessi, assenza di rimessa in discussione delle scelte della direzione¿) sono gli argomenti base della campagna volta a destituire Michael Eisner dal Cda, che gli eredi di Walt Disney stanno portando avanti anche dal sito www.savedisney.com.
In un comunicato, Roy Disney, si era detto ¿estremamente soddisfatto¿ di quanto detto da ISS. Si tratta dell¿appello di un organismo indipendente che sostiene le sue stesse motivazioni nella necessità di un Cda indipendente.
Roy Disney aveva anche condiviso l¿offerta di Comcast, che a suo dire dimostra l¿interesse per una società dal grande potenziale, affossata da una gestione cattiva e accentratrice.
A Comcast, dopo il No di casa Disney, non è toccato che ritirarsi in buon ordine. Anche se, dalla società hanno commentato che l¿offerta ¿rifletteva una stima completa e generosa¿ del Gruppo, calcolata sull¿andamento medio del titolo negli ultimi tre anni, che non tiene quindi conto dell¿effetto dopante che si è verificato all¿indomani della notizia che Comcast aveva fatto l¿offerta.
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