Europa
Quali saranno le concessioni che Sony e BMG dovranno fare a Bruxelles per avere il lasciapassare alla loro fusione?
Decidendo di avviare un”indagine approfondita sulla proposta di fusione delle attività musicali tra la tedesca Bertelsmann e la giapponese Sony, che porterebbe alla nascita della joint venture SonyBMG, la Commissione Ue non lascia scelta alle due major discografiche.
Per dar seguito all¿operazione di fusione, i due Gruppi dovranno sacrificare la alcuni asset, visto che ¿Dopo un mese di esame la Commissione è preoccupata che la transazione possa creare o rafforzare una posizione dominante delle maggiori società di registrazione nel settore musicale“.
Dopo una prima fase di esame durata un mese, l”esecutivo Ue “nutre il dubbio” che la transazione “possa creare o rafforzare una posizione dominante collettiva delle maggiori imprese discografiche“. Oltre a SonyBMG vengono citati Universal, Warner ed Emi che insieme controllano circa l”80% del mercato della musica registrata, tanto a livello europeo che nella maggior parte dei mercati nazionali nello Spazio economico europeo.
SonyBGM e Universal, da sole, coprirebbero “circa la metà” del mercato delle incisioni musicali.
Nel corso dell¿inchiesta, lo staff di Monti indagherà anche su altri aspetti del caso, per verificare se sussista il timore di violazione delle regole antitrust anche per quel che riguarda l”integrazione verticale di società affiliate attive su altri mercati, come quello Tv di Bertelsmann Music Group (BMG) e servizi di music downloading e lettori portatili di Sony Corp.
Il Gruppo tedesco, sostiene la Ue, potrebbe ad esempio sfruttare la posizione leader nelle trasmissioni radiotelevisive in Europa della sua controllata RTL per dare accesso privilegiato alla musica SonyBMG.
La società giapponese invece potrebbe precludere il catalogo musicale della nuova jointventure ai suoi concorrenti nel campo dei servizi di downloading e dei lettori portatili di musica digitale.
L”intesa con Sony, notificata a Bruxelles il 9 gennaio, lascia separate le attività di pubblicazione, produzione e distribuzione di dischi delle imprese. Il rischio di posizione dominante riguarda invece l”ingaggio degli artisti, la registrazione delle canzoni, le operazioni di marketing per gli artisti e i loro lavori e la vendita di Cd.
Una soluzione potrebbe essere quella di cedere una parte della nuova unità. Sarebbero propensi verso questa soluzione, sia il Commissario Ue alla Concorrenza, Mario Monti, che le case discografiche indipendenti.
L¿altra possibilità per SonyBMG sarebbe di proporre degli accordi di distribuzione con le altre etichette.
In particolare nell¿ambito delle vendite di musica online. Sarebbe quello che Vivendi aveva proposto, quattro anni fa, al fine di avere l¿OK delle Autorità di Bruxelles alla sua fusione con Universal.
Questa seconda ipotesi sarebbe meno dolorosa per Sony e BMG, che non sarebbero costrette a cedere asset ai loro maggiori competitor.
I due vantano etichette prestigiose come Arista, Jive, Zomba e RCA, Epic, Columbia, Legacy.
Privarsi di uno di questi gioielli avrebbe conseguenze importanti e potrebbe mettere in pericolo l¿interesse di questa stessa fusione.
In ultima ipotesi, la Commissione potrebbe accettare che SonyBMG dismetta una divisione considerata meno strategica in uno dei Paesi europei.
Nel corso dei quattro mesi a venire, Sony e BMG dovranno convincere non solo Bruxelles, ma anche gli altri operatori. I concorrenti come Apple e le etichette indipendenti europee riunite nell¿Associazione Impala stanno già affilando i coltelli.
Apple, la società presieduta da Steve Jobs, che si è lanciata nella musica con il negozio di dischi online iTunes Music Store, si è detta intimorita da questa fusione che darebbe a Sony un vantaggio considerevole in termini di concorrenza sul mercato del downloading.
D¿altra parte quest¿anno, il Gruppo giapponese dovrebbe lanciare il proprio servizio, con il nome di Sony Connect e Music Box.
Dalla loro, gli indipendenti guidati dal patron di Naïve, Patrick Zelnik, e dal presidente di Impala, Michel Lambot, non risparmieranno le loro forze.
Ricordiamo che sono stati loro ad avere la meglio sul progetto di fusione Warner ed EMI, due anni fa.
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