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Disney-Comcast: un matrimonio che fa già paura a grandi e piccini

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Se Comcast riuscisse a chiudere le trattative per mettere le mani sulla casa di Topolino, i colossi dei media News Corp e Time Warner dovrebbero seriamente cominciare ad aver paura per l¿arrivo di un nuovo competitor sul mercato mediatico, dove pensavano di regnare incontrastati.

Il matrimonio Comcast-Disney, del valore di 50 miliardi di dollari, potrebbe contare su un network via cavo tra i pi&#249 importanti degli Stati Uniti e su un gigante di Hollywood per il cinema e la televisione.

I film, i telefilm e i canali sportivi della nuova unit&#224 si metterebbero direttamente in concorrenza con i servizi del primo operatore americano di Tv satellitare, DirecTv, che Rupert Murdoch ha rilevato nel dicembre scorso, che conta su 12 milioni di abbonati.

I servizi Internet invece competerebbero con la divisione America Online di Time Warner per le connessioni Internet a banda larga, contrastando la sua ambizione a voler predominare nel Web.

Sicuramente, la chiusura dell¿affaire Comcast-Disney potrebbe necessitare anche di un anno di tempo, dando tempo cos&#236 ai piccoli operatori di raggrupparsi per tener testa ai giganti del settore.

Acquistare Disney non sar&#224 per Comcast un partita facile e soprattutto non porter&#224 vantaggi nell¿immediato. Questo il parere di alcuni analisti che prendono come esempio la delusione della fusione Aol-Time Warner del 2001.

Comcast-Disney avr&#224 come obiettivo prima di tutto la Tv satellitare, quindi DirecTv o EchoStar Communications.

EchoStar e News Corp non pensano che a fornire servizi pi&#249 sofisticati ai loro utenti, come la registrazione video-digitale e la televisione ad alta definizione.

Jessica Reif Cohen, analista di Merrill Lynch, sostiene: ¿La logica di una simile fusione &#232 la stessa che spinse News Corp a rilevare DirecTv: si tratta di combinare contenuti e tecnologie (¿) In questo preciso caso, la tecnologia Adsl di Comcast &#232 superiore al satellite, questo crea maggiori possibilit&#224¿.

Comcast ritiene che la fusione con Disney darebbe vita a una societ&#224 con una capitalizzazione di Borsa prossima ai 122 mld di dollari, con un fatturato annuo di 45 mld di dollari e un¿ebitda di circa 10 mld di dollari.

Time Warner progetta nel 2004 un turnover di quasi 41 mld di dollari e News Corp, per il suo esercizio fiscale 2004, di 20 mld di dollari, secondo Reuters Research.

Si pu&#242 anche pensare che una nuova gestione potrebbe portare la rete televisiva ABC di Disney verso la profittabilit&#224, facendo la concorrenza a CBS di Viacom ed NBC di General Electric.

E¿ molto probabile quindi che una simile operazione porti alla destituzione dell¿attuale, quanto controverso, presidente di Disney, Michael Eisner.

Il candidato ideale sarebbe il numero due di Comcast, Stephen Burke, che ha lavorato 12 presso la societ&#224 di Mickey Mouse, la conosce molto bene.

Stephen Burke, 45 anni, arrivato a Comcast nel 1998, ha precedentemente lavorato al lancio delle riviste di Disney, all¿operazione per portare in attivo EuroDisney, oggi Disneyland, e ha diretto ABC Broadcasting, supervisionando le 10 emittenti televisive, le 27 stazioni e le 8 reti radiofoniche.

Oltre alla sua eccellente conoscenza delle tre divisioni di Disney, Stephen Burke, diplomato alla famosa Harvard Business School, &#232 stato l¿artefice della ben riuscita fusione tra Comcast e la divisione del cavo di AT&T (vedi scheda), nel 2002, facendo del suo Gruppo il numero uno negli Stati Uniti con circa 21 milioni di abbonati.

Gi&#224 al momento in cui Comcast ha fatto la sua offerta da 66 mld di dollari a Disney, la societ&#224 ha chiarito che Burke avr&#224 un ruolo importante in questa operazione e nella futura unit&#224.

Con uno stile di gestione basato sulla responsabilizzazione del suo staff, Stephen Burke &#232 l¿esatta antitesi dell¿attuale presidente di Disney, Michael Eisner.

A capo di Disney da ben 20 anni, Michael Eisner dal 1994 &#232 anche Ad della societ&#224. La sua gestione accentratrice lo ha portato pi&#249 volte in contrapposizione con il Cda, portando addirittura Roy Disney, nipote del fondatore Walt, a rassegnare le sue dimissioni nel dicembre scorso.

L¿Assemblea annuale del 3 marzo prossimo potrebbe essere la pi&#249 vicina occasione per far saltare la poltrona di Eisner, come sperano gi&#224 in molti.

Raffaella Natale

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