Italia
L¿Adiconsum ha denunciato ai Garanti delle Comunicazioni e all¿Antitrust l¿anomala situazione che caratterizza il mercato italiano della telefonia fissa, gestito da regole che continuano a non garantire la libertà dei consumatori.
Secondo l¿Associazione, ai consumatori distaccati da Telecom Italia viene infatti impedito di scegliere liberamente l¿operatore telefonico da cui effettuare le chiamate da linea fissa.
Mentre attualmente Wind-infostrada e Fastweb permettono il completo distacco da Telecom, è impossibile passare da Wind a Fastweb e viceversa.
In entrambi i casi, infatti, gli operatori rispondono che possono accogliere
fra i loro clienti solo gli abbonati a Telecom o chi decide di avere un nuovo numero telefonico.
Ovviamente, se si è gia distaccati da Telecom e si vuole effettuare un passaggio verso un altro operatore minore, tutti le spese sono a carico degli utenti.
Si tratta di una situazione particolarmente grave non solo per le disparità che si vengono a creare tra gli utenti ma, soprattutto – ha spiegato a Key4biz.it Mauro Vergari di Adiconsum – per il fatto che la figura dell”Autorità garante delle Comunicazioni, istituita proprio per ¿¿garantire gli utenti, non compie né opera di prevenzione né di controllo e si muove soltanto quando viene pungolata con denunce precise e comunque con tempi molto lunghi¿.
Nel caso specifico, nessuno ha previsto che con la crescita degli utenti avrebbero potuto verificarsi anche richieste di passaggio del numero¿¿tra qualsiasi compagnia – proprio come avviene per la telefonia mobile – e dunque anche tra i due operatori ¿minori¿ in questione, che poi minori non sono più né per numero di utenti né per innovazione¿.
Questo tipo di atteggiamento, continua Vergari, non tutela affatto i consumatori dai ¿contratti vessatori e capestro, tipici della telefonia e soprattutto della banda larga¿.
E qui entriamo nel merito proprio delle connessioni Internet a banda larga, che – seppur incluse nei finanziamenti del governo – non godono ancora delle garanzie di tutela previste e regolamentate per il servizio universale, né delle infrastrutture adatte ad assicurare la continuità del servizio.
Come mai chi sigla un contratto di connessione deve restare per un almeno un anno legato con quell¿operatore? Perché nessun operatore garantisce il minimo garantito dai collegamenti? E soprattutto perché nessuno specifica i disservizi a cui si può andare incontro?
Problematiche tecniche a parte, continua Vergari, ¿¿bisogna rimettere mano alla portabilità del numero, per renderla possibile tra tutti gli operatori, presenti e futuri¿, come pare sia già nelle intenzioni della Commissione Ue, del Ministero delle Comunicazioni e del Garante.
Bisogna però prevenire e ¿¿creare subito le regole¿ per evitare il protrarsi dell¿attuale situazione che non solo impedisce agli utenti di godere appieno del diritto di libera scelta dell¿operatore ma distorce anche il mercato, permettendo a Telecom Italia di continuare a svolgere un ruolo di monopolista e creando i presupposti per l¿abuso di posizione dominante anche nel settore della banda larga.
L¿attuale situazione normativa, conclude Vergari, ¿¿non è stata gestita correttamente e soprattutto non tiene conto dei diritti degli utenti, perché non ci si ricorda mai che l¿anello debole non è l¿azienda ma i consumatori¿.
Per questo Adiconsum chiede a tutte le Autorità competenti un intervento regolatorio adeguato nel settore della banda larga, affinché si evitino disparità nella fruizione del servizio e questo diventi al più presto considerato, anche di fatto, universale.