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Sicuramente questo non è uno dei più bei periodi per la casa di Topolino. Prima le beghe interne con Roy Disney, nipote del fondatore, che si è dimesso dal Cda lo scorso dicembre, adesso il mancato rinnovo degli accordi di distribuzione con Pixar, casa pionieristica di animazione con computer fondata da Steve Jobs di Apple Computer. Un contratto, questo, che ha portato così tanti soldi nelle casse del Gruppo di Topolino, che si mormora in diversi ambienti che sia stata l”unica ancora di salvezza del gigante, in pesante deficit per tutte le sue altre attività. La crisi creativa – e di conseguenza economica della Disney – è talmente grave che meno di un mese fa è stato chiuso il centro di produzione di Orlando (Florida) da cui sono uscite le ultime (forse) pellicole d”animazione tradizionale Mulan, Mulan, Lilo & Stitch, Brother Bear (che uscirà nelle sale italiane a marzo). Le recente decisione della società di Jobs di non rinnovare il contratto che si chiuderà con la terminazione dei due prossimi film previsti, The Incredibles, la cui uscita è prevista a novembre, e Cars nel 2005, ha gettato nello sgomento il mercato cinematografico. Le ragioni di questo divorzio annunciato sono di natura economica, come il no di casa Mickey Mouse alla richiesta Pixar del copyright dei cinque film prodotti finora con Disney e dei due in lavorazione. Sembra per molti analisti che la famosa società fondata da Walt Disney sia ormai condannata a un inevitabile declino. Ma il Gruppo, consapevole del comune pensare, ha immediatamente spiazzato tutti, concludendo un accordo pluriennale con il colosso informatico Microsoft. L¿intesa ha come obietto la distribuzione di contenuti su Internet, telefoni cellulari, riproduttori digitali portatili e Dvd.
Il contratto prevede anche la concessione da parte della Disney alla unità Windows Media della casa di Redmond di una tecnologia utilizzata per la trasmissione di immagini e suoni contenente protezioni adeguate contro la pirateria multimediale.
L”accordo, di cui non è stato reso noto il valore economico, per Disney significa associare un nuovo veicolo per i propri film e show televisivi a quelli che ha già adottato, come Movielink, una sorta di shop online aperto ai soli utenti americani che gestisce la diffusione di film protetti con tecnologie non solo di Microsoft ma anche del suo competitor RealNetworks.
Disney ha intenzione di iniziare la vendita di film via Internet a partire dalla fine di quest¿anno o per l¿inizio del 2005.
Il maggiore timore era quello di proteggere la distribuzione dei film sul Web dalla copia e distribuzione illegale dei contenuti. Un problema questo con il quale ha già dovuto confrontarsi l¿industria discografica, che lotta da tempo ormai contro la crescente erosione delle vendite di Cd.
Will Poole, vicepresidente di Microsoft responsabile per Windows, ha dichiarato che “Obiettivo comune è garantire che i consumatori abbiano accesso a contenuti di valore su molti diversi dispositivi, inclusi i PC Windows XP Media Center, le televisioni ad alta definizione o i Portable Media Center, il tutto senza doversi preoccupare di problemi di compatibilità”.
Con un riferimento al fenomeno crescente della pirateria digitale, Poole ha anche detto che con Disney “intendiamo provare che la distribuzione e l”utilizzo dei media digitali possono essere realizzati con modalità vantaggiose per tutti“.
Disney vuole insomma mantenere il controllo sui contenuti che distribuisce. In questo campo, lo studio lavora su diverse piste, in particolare quello dei Dvd usa e getta.
¿Siamo studiando la possibilità di proporre questi contenuti sia sui nostri siti Web che su quelli dei nostri partner¿, ha precisato Peter Murphy, responsabile della strategia marketing nella società di Disney.
Microsoft e Disney vogliono infatti vendere alcuni film in formato digitale, distribuirli via Internet e sui supporti portatili. I film potrebbero legalmente essere trasferiti dai computer verso apparecchi portatili video, dotati di hard-disk.
Nel maggio scorso, Microsoft e Time Warner, che controlla gli studios Warner Bros, hanno siglato un accordo molto simile da diversi punti di vista.
Intanto, in attesa della scadenza del 3 marzo, quando all”assemblea degli azionisti della Walt Disney si discuterà, tra le altre cose, anche del mantenimento dell”attuale management, si fa sempre più difficile il confronto tra i vertici dell”azienda e Roy Disney.
Dopo la lettera di dimissioni in cui Disney attaccava l”amministratore delegato Michael Eisner, accusandolo di avere trasformato negativamente l”immagine societaria e di avere compiuto diverse scelte sbagliate durante i suoi 19 anni di dominio incontrastato, il Consiglio della società ha inviato una missiva alla Sec (Security Exchange Commission), invitando gli azionisti a non seguire le posizioni di Roy Disney perché considerate lesive dei loro interessi.
Secondo la comunicazione dei 13 consiglieri di amministrazione, attraverso le loro parole, Roy Disney e l”ex consigliere Stanley Gold, anch”egli dimissionario, “stanno mettendo i loro interessi davanti a quelli degli azionisti“, i quali “dovrebbero essere infastiditi da questi attacchi, che arrivano in un momento in cui la società sta raggiungendo risultati importanti“.
La missiva della Disney inviata alla Sec, riapre così le discussioni, mai definitivamente sopite, tra i vertici aziendali e Disney alle quali dovrebbe dare una risposta l”assemblea degli azionisti in programma il mese prossimo.
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