Europa
Il gotha dell¿industria discografica internazionale, riunito a Cannes fino a oggi quando si chiuderà ilMidem 2004, ha riconosciuto di doversi adattare in breve tempo al new deal del digitale, se con vuole che la crisi del settore si aggravi ulteriormente.
¿Il vecchio modello è destinato a morire¿, ha dichiarato Peter Gabriel, uno dei pochi artisti ad aver percepito la portata della rivoluzione culturale ed economica determinata dall¿entrata del disco nell¿era digitale.
Alla testa diOD2 (Online Distribution), piattaforma europea di download di musica, l¿ex leader dei Genesis ha velocemente compreso che il supporto materiale (oggi rappresentato dai Cd) appartiene ormai al passato, soppiantato dalla distribuzione online.
Da subito le cinque major discografiche (BMG, EMI, Sony Music, Universal e Warner, che rappresentano circa il 90% del mercato internazionale, hanno tentato di frenare questa corsa al downloading, accusando gli Isp di incentivare lo scambio di musica illegale sul Web attraverso le reti peer-to-peer.
Ed è proprio alla pirateria su Internet, che le major imputano la responsabilità maggiore della crisi che sta affliggendo l¿industria musicale mondiale.
Tuttavia, il lancio, lo scorso anno, di muovi modelli di distribuzione di musica online, i cosiddetti jukebox digitali, come iTunes di Apple per esempio, ha ridato speranza all¿industria.
Dalla sua nascita, aprile 2003, iTunes ha venduto (a 99 centesimi a traccia) 19,2 milioni di brani solo in America.
Doug Morris, presidente della prima major mondiale, la Universal Music Group, ha dichiarato che ¿Il mercato del download legale rappresenta una promessa per il futuro¿.
Ma l¿Europa è in ritardo. Le case discografiche fino a oggi non hanno proposto un¿offerta legale e sicura sufficientemente interessante da contrastare il mercato della pirateria.
L¿azione è stata per lo più caratterizzata da una lotta senza esclusione di colpi ai fornitori d¿accessi Internet, accusati di gestire servizi di scambio dei file online, facendo il gioco degli utenti pirati.
Questo ha spinto diversi operatori a scendere in campo contro gli Isp e a chiedere misure legislative più drastiche per i colpevoli di violazione della proprietà intellettuale.
Una guerra combattuta a colpi di denunce nei confronti degli utenti responsabili, che ha avuto una lieve incidenza sulla riduzione della pirateria, ma che ha aumentato l¿antipatia dei giovani, che sono i maggiori fruitori di musica, nei confronti delle major discografiche.
Accusate invece dai giovani di vendere la musica a prezzi esageratamente alti.
E se rimane vero che i colpevoli debbano essere perseguiti e altrettanto vero che nel futuro non si può fare a meno di considerare Internet come il canale di distribuzione del futuro.
Cosa che alcuni operatori sembrano per fortuna aver già capito.
Una speranza sembra venire anche dal matrimonio tra musica e telefonini: il mercato delle suoneria musicali dei cellulari è infatti già superiore a quello dei Cd single.
E, con il miglioramento delle tecnologie, sostengono i produttori di telefonini, presto si potrà ascoltare i propri artisti preferiti sul cellulare con una buona qualità audio.
Per approfondimenti leggi:
Midem: la musica online destinata alla crisi. Studio Forrester Research
Musica: un mercato in crisi. Tendenza al consolidamento e lotta al P2P