Europa
La Ue scende in campo in modo determinato contro le eMail commerciali non sollecitate (UCE ¿ Unsolicited Commercial eMail), note anche come spam. Secondo la Commissione, il fenomeno rappresenta ormai più del 50% del totale del traffico dei messaggi inviati nell”Unione europea, e sta assumendo delle proporzioni considerate dalla Ue altamente preoccupanti Il Commissario europeo responsabile delle Imprese e della Società dell¿Informazione Erkki Liikanen ha proposto proprio ieri a Bruxelles una serie di misure destinate a rendere più efficace la lotta allo spamming. ¿Le leggi da sole non possono fermare il fenomeno¿, ha commentato in un incontro con la stampa il commissario, facendo riferimento alla Direttiva europea 2002/58/CE sulla privacy e le comunicazioni elettroniche adottata nel luglio 2002. Aggiungendo che se tutti gli attori interessati, ¿¿dagli Stati membri agli imprenditori, ai consumatori, svolgessero il proprio ruolo, le misure complementari presentate oggi potrebbero ridurre considerevolmente il volume dello spam¿. Sono ancora ben nove, infatti, gli Stati (Germania, Belgio, Francia, Grecia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Finlandia e Svezia) che non si sono conformati alla disposizioni normative comunitarie, che avrebbero dovuto entrare in vigore il 31 ottobre 2003. A dicembre è stata anche avviata una procedura di infrazione contro i Paesi inadempienti. L¿Italia ha già provveduto al recepimento della Direttiva con l¿adozione del Decreto legislativo n.196 del 30 giugno 2003,il “Codice in materia di protezione dei dati personali”, meglio noto come “T.U. sulla privacy“. Liikanen si è poi rivolto ai governi dei Paesi Ue, chiedendogli di fornire a le Autorità competenti a livello nazionale i necessari poteri di investigazione per rintracciare e perseguire i responsabili dello spamming. Il commissario, in un incontro con la stampa, a riportato il caso della Danimarca, dove un tribunale ha recentemente inflitto una multa di 400.000 corone (84.000 euro) per l¿invio di 15.000 messaggi spazzatura (junk-mail). Gli Stati membri, secondo Liikanen, dovrebbero conformare le loro pratiche commerciali al regime detto del ¿preventivo consenso¿, come regolamentato dalla Direttiva che autorizza l¿invio di eMail a carattere commerciale solo se suffragate dal preventivo consenso del destinatario di posta. A questo deve accompagnarsi una migliore campagna informativa a favore degli utenti sul modo di evitare di rimanere vittime dello spamming, adottando software per il filtraggio dei box di posta elettronica, oltre a prevedere le normali misure di sicurezza. Lo spam rappresenta un attentato alla privacy degli utenti, per non parlare dei pregiudizi che arreca a chi usa la posta elettronica per motivi di lavoro. Sempre secondo i dati della Commissione, sono altissimi i costi che dello spamming per le imprese, in termini di tempo perso dai lavoratori per eliminare le eMail che affogano quotidianamente le loro caselle di posta. Le stime delle perdite in produttività dovute alle eMail spazzatura nel 2002 ammontavano a 2,5 miliardi di euro, ma la crescita esponenziale del fenomeno sembra giustificare le ipotesi più pessimistiche, secondo le quali la sola economia britannica nel 2003 ha subito danni per 3,2 miliardi di euro. Ma per Liikanen il rischio maggiore è, che gli utenti rinuncino a questo nuovo mezzo di comunicazione perché infastiditi dallo spam, cosa che sarebbe alquanto grave in un¿epoca come la nostra che si muove secondo i tempi veloci di Internet. Il commissario ha spiegato che la fiducia è considerata come una ¿condizione ineccepibile per il successo dell¿e-commerce, dei servizi online, come anche della Società dell¿Informazione in generale¿. L¿esecutivo europeo vuole inoltre sviluppare una collaborazione con i Paesi terzi nella lotta allo spamming. Una parte importante di spam proviene infatti dalle Nazioni extracomunitarie, in particolare gli Stati Uniti. Bruxelles ospiterà dal 2 al 3 febbraio un seminario dell¿Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), che andrà proprio in questa direzione. La nuova offensiva di Bruxelles, sui rischi collegati ai messaggi di posta elettronica, arriva in coincidenza con l”arrivo, proprio in questi giorni, di un virus che ha già colpito i Pc di migliaia di utenti Internet. Il nuovo worm si chiama Mydoom, e dall¿inizio di questa settimana sta circolando a grande velocità. Finora sono state intercettate più di 580.000 copie del virus, conosciuto anche con il nome di Novarg, in 168 Paesi diversi. Mydoom si propaga soprattutto attraverso le eMail e i programmi di file-sharing come KaZaA. Secondo gli esperti il virus è apparso per la prima volta in Russia, e il 60% delle intercettazioni è avvenuto negli Stati Uniti.
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