Europa
Regole certe e adeguate alle varie realtà nazionali per facilitare gli investimenti nel settore delle tlc in questa delicata fase di ripresa.
Sono d¿accordo Erkki Liikanen, il Commissario europeo per la Società dell”informazione, e Mario Monti, il Commissario Ue alla concorrenza, che si sono incontrati a un¿audizione pubblica promossa dalla Commissione europea e dall”European Regulatory Group a Bruxelles sull”attuazione del nuovo quadro regolamentare per le telecomunicazioni.
All”incontro hanno partecipato oltre 250 addetti ai lavori europei del settore tlc e, in particolare, si è discusso di ¿remedies¿, le linee-guida che le Autorità nazionali dovranno seguire per limitare, senza però eccedere, il potere degli ex-monopolisti nei confronti dei concorrenti cosiddetti ¿new entrant¿.
“La definizionedi questi obblighi regolamentari dovrà avvenire sulla base degli esiti di una corretta analisi di mercato che le Autorità debbono effettuare prima dell”intervento normativo e rappresenta l”ultimo atto dell”introduzione della nuova regolamentazione europea delle Tlc”, ha affermato Monti.
I ¿remedies¿, applicabili in virtù del nuovo quadro regolamentare dovranno essere ¿…appropriati, proporzionati e giustificati¿.
È essenziale, infatti, stabilire un giusto equilibrio in coerenza con la proporzionalità dell”intervento regolatorio, in modo da favorire la concorrenza a lungo termine, senza deprimere gli investimenti del settore.
Nei mercati emergenti, ad esempio, il diritto alla concorrenza risulta lo strumento più adeguato per evitare effetti distortivi che potrebbero scoraggiare l”innovazione.
Il termine per la trasposizione negli Stati membri del nuovo quadro regolamentare in materia di tlc è scaduto il 24 luglio scorso.
Il suo principio ispiratore è che il mercato può essere progressivamente regolato sulla base delle sole norme antitrust e che conseguentemente vadano rimosse le obbligazioni dette ¿ex ante¿ che hanno caratterizzato la prima fase della liberalizzazione.
Nella seconda fase del processo di apertura alla concorrenza del settore delle telecomunicazioni, le Autorità nazionali avranno tre compiti: l”analisi dei mercati, la verifica al loro interno dell”esistenza di operatori dotati di significativo potere di mercato e l”imposizione di correttivi laddove si registri un basso livello di competitività.
I remedies, dunque, potranno avere per oggetto l”eliminazione o il mantenimento degli obblighi esistenti oppure l”introduzione di nuovi obblighi coerenti con gli obiettivi del nuovo quadro e per Mario Monti dovrebbero essere gli unici necessari nel lungo termine. In quei settori caratterizzati da monopoli naturali – ha ammesso – questo scopo sarà però difficile da raggiungere.
Bisogna trovare perciò il giusto equilibrio tra i problemi a breve termine e gli obiettivi a lungo termine. Nel lungo termine, il quadro regolamentare dovrà privilegiare gli operatori che investono sulle proprie infrastrutture. Sebbene la concorrenza potrà essere incentrata sui servizi – solo in una fase transitoria, come sottolineato dal Commissario – rimane fermo che ¿i nuovi entranti sono tenuti ad avere un minimo di infrastrutture¿ per avvalersi dell”accesso nel mercato.
Monti è intervenuto anche sul tema dei contenuti, indispensabili, assieme all”accesso alle infrastrutture, per il successo della banda larga.
Ma cosa pensano gli operatori di questo nuovo quadro regolamentare?
In primo luogo, dicono i big del settore presenti all¿incontro di Bruxelles, è essenziale che i remedies siano proporzionati e partano da un”analisi costi/benefici. Un eccesso di regolamentazione rischierebbe infatti di rallentare la crescita e gli investimenti nel settore, soprattutto con riferimento ai mercati emergenti.
C¿è inoltre la preoccupazione che il documento Ue, seppur sostenuto dalla grande industria, non rispetti fino in fondo lo spirito che ha animato il processo di revisione e le stesse direttive europee. In particolare gli operatori si sono mostrati preoccupati del possibile rafforzamento della regolamentazione ””ex-ante”” in luogo di una graduale transizione al diritto della concorrenza, come era invece stato dichiarato in origine dalla stessa Commissione europea.