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Si prospetta dura la strada per le due major discografiche Sony Music e BMG che da mesi hanno avviato un¿operazione di fusione, che minaccia la stabilità del mercato di settore.
Stamani al Midem di Cannes, il più importante appuntamento dell¿industria musicale mondiale, un gruppo di etichette musicali indipendenti ha preso posizione contro il piano delle due società, minacciando una massiccia opposizione.
La notizia arriva proprio mentre si attende a breve l¿approvazione da parte della Commissione europea del progetto di fusione che modificherebbe profondamente il mercato discografico internazionale, a danno dei piccoli operatori.
Il cartello Impala, che rappresenta 2.000 etichette musicali indipendenti europee e artisti come i White Stripes o Carla Bruni, ha reso noto che presenterà le sue obiezioni alla Commissione europea in settimana, nel tentativo di bloccare la fusione.
Philippe Kern, segretario generale dell”Impala, ha detto ¿Il nostro punto principale è l”accesso. Vogliamo evitare una situazione in cui una struttura combinata renda impossibile alle etichette indipendenti più piccole e agli artisti di avere accesso alle emittenti e alle reti di vendita¿.
Coloro che si oppongono all”accordo hanno tempo fino a mercoledì prossimo per presentare dossier alla Ue, ha detto Kern a margine del Midem di Cannes. L¿Antitrust Ue dovrebbe annunciare il 12 febbraio se intende dare il via libera alla fusione o se necessita di un ulteriore esame, ha detto ancora Kern.
Nel 2001, Impala era già riuscita a contrastare la ventilata fusione tra EMI e Warner Music.
Gli indipendenti non sono in realtà i soli a combattere questa battaglia. Secondo alcuni rumor del settore provenienti dal meeting di Cannes, i maggiori competitor di Sony e BMG, tra cui EMI e Universal Music si starebbero anche loro opponendo alla fusione.
Anche se i due Gruppi hanno preferito non commentare l¿indiscrezione.
Una fusione Sony-BMG darebbe vita alla più grande casa discografica al mondo, con una porzione di circa il 25% di un mercato globale da 30 miliardi di dollari. Ma l¿operazione non ha ancora ricevuto l”approvazione delle Autorità antitrust Ue e Usa.
I recenti movimenti sul mercato discografico sono diretta causa della necessità di trovare soluzioni alternative a un settore ormai da tempo in crisi.
Per questo motivo le major stanno tentando di stabilire delle partnership che permettano di economizzare sui costi e competere meglio sul mercato.
Alleanze che riguardano anche la lotta alla pirateria, ritenuta il principale responsabile delle grosse perdite registrate dalle case discografiche.
Nel mirino degli operatori, l¿enorme successo delle reti peer-to-peer che permettono il download gratuito di musica dal Web e la condivisone di file musicali tra utenti, il cosiddetto file-sharing.
Negli Usa la RIAA (Recording Industry Association of America) ha avviato una dura battaglia, combattuta a colpi di denunce, nei confronti degli utenti che scaricano in modo illegale Mp3 dal Web. E anche in Gran Bretagna l¿azione contro i pirati si sta consumando senza esclusione di colpi.
In Italia, secondo i dati dell¿Ufficio Stampa FIMI (Federazione dell¿Industria Musicale Italiana), il fenomeno della pirateria musicale rappresenta il 25% del mercato con gravi danni per gli artisti, autori, produttori, senza contare i danni derivanti dall”evasione fiscale e dal lavoro nero connesso alla produzione e alla commercializzazione di prodotti contraffatti.
La Federazione contro la pirateria musicale (FPM) ha annunciato una campagna di denunce contro chi scarica illegalmente file musicali dal Web. Luca Vespignani, segretario generale di FPM, ha dichiarato: “Abbiamo verificato che sono attivi soggetti che condividono consistenti quantità di brani musicali illegali e oggi le leggi consentono di perseguire con efficacia un”attività illecita che non ha nessuna giustificazione. Vi sono alternative legali in Rete già disponibili in Italia (…) e pertanto colpiremo senza esitazione l”illegalità″.
Adesso, anche la Francia ha deciso di scender in campo contro lo scambio di file musicali online, intraprendendo a sua volta la strada delle azioni legali sulla quale altri Paesi si stanno già muovendo.
Oggi la Snep, organismo dell”industria musicale francese, diffonderà i dati secondo i quali le vendite 2003 sono diminuite del 14,6% con ricavi a poco meno di 2,1 miliardi di euro, come annunciato da Herve Rony, general manager della Snep.
Secondo Rony, la responsabilità è della crescita di siti di condivisione di file come KaZaA e la possibilità di copiare musica sui Cd.
“E” il primo anno in cui possiamo dire che la Francia deve fronteggiare la crisi Internet“, ha aggiunto Rony
L”industria musicale francese ha rappresentato un”eccezione nell”ultimo decennio, crescendo mentre le vendite di Cd nel resto dell”Europa occidentale e negli Usa diminuivano, mentre si diffondeva la pirateria e l”uso di Internet per copiare file musicali.
Rony annuncia che adesso anche la Francia avvierà azioni legali contro i colpevoli di furti di musica su Internet.
27 gennaio 2004: Shoah, Giornata della Memoria.
Per non dimenticare.
L¿Ict non è un¿isola staccata dal resto del mondo