Europa
La Commissione europea ha giudicato ¿finanziariamente neutra¿ l¿operazione di trasferimento con cui lo Stato belga ha inquadrato i funzionari dell¿operatore tlc Belgacom nella previdenza pubblica.
Secondo Bruxelles, si è trattato di un intervento ¿finanziariamente neutrale¿ che non può essere considerato un aiuto di Stato.
La transazione, concordata ad inizio ottobre, non ha in alcun modo avvantaggiato Belgacom, alla vigilia di un”attesa quotazione in Borsa, dal momento che il gruppo verserà nelle casse dello Stato circa 6 miliardi di euro, un montante corrispondente al valore attuale netto (Van) delle obbligazioni rilevate.
Di conseguenza, la Commissione ha valutato che il Van, calcolato da una società indipendente, è stato stabilito ai tassi di mercato e conformemente alle norme contabili internazionali.
Il calcolo, inoltre,¿¿misura con legittimità gli impegni del regime pensionistico di Belgacom¿.
Il principio sancito dalla deliberazione, e cioè che qualsiasi trasferimento di oneri previdenziali da una società allo Stato deve essere finanziariamente ””neutrale”” e non rappresentare quindi alcun aiuto di Stato, è molto importante. Si tratta infatti di una decisione-pilota che avrà la sua rilevanza per altri gruppi – tlc e non – che sono, o sono stati, in situazioni analoghe a quella di Belgacom: in Germania si parla di Deutsche Telekom e di Deutsche Post, in Olanda di KPN e TNT Post Group (TPG) mentre per il colosso francese Edf è stata già concordata una ”¿neutralità finanziaria¿ accettabile per Bruxelles.
Sotto la lente della Ue per presunti aiuti di Stato, anche l¿ex monopolista francese France Telecom. La posizione del colosso tlc d¿oltralpe si è ulteriormente aggravata in seguito alla presentazione del rapporto presentato dalla società di consulenza Nera Economic Consulting, ingaggiata dal commissario alla concorrenza Mario Monti.
Le analisi preliminari presentate da Nera supportano infatti la tesi che il prestito da 9 miliardi di euro garantito dal governo d¿oltralpe all¿ex monopolista delle tlc, può considerarsi un aiuto di Stato a tutti gli effetti, sebbene non sia mai stato effettuato. L”impegno verbale assunto dal governo francese nei confronti della società è risultato infatti legalmente vincolante ed ha avuto l”effetto di sostenere le azioni e facilitare l”accesso di France Telecom a più convenienti condizioni di credito.
Nera ha posto inoltre la questione che l¿annuncio del governo, il maggiore azionista dell¿operatore telefonico, abbia anche in qualche modo favorito la spinta al rialzo dei titoli del gruppo sulla Borsa di Parigi.
La commissione indipendente non ha ancora quantificato il reale vantaggio economico che France Telecom avrebbe tratto dalla linea di credito. Una considerazione fondamentale per determinare quanto l”operatore debba rimborsare.
Il rapporto finale del Commissario Monti non dovrebbe arrivare prima di aprile o maggio prossimi: fino ad allora la Commissione non prenderà alcuna decisione e le deliberazioni interne potrebbero anche prendere diversi mesi.
A metà dicembre del 2003, inoltre, la Commissione europea ha deciso di perseguire i Paesi Bassi davanti alla Corte europea di giustizia per alcuni ordinamenti che conferirebbero allo Stato olandese dei diritti particolari nell¿operatore telefonico KPN e in TNT Post Group (TPG).
I poteri conferiti dalla golden share ¿ che permetterebbero allo Stato olandese di esercitare il controllo sulla politica gestionale di KPN e TPG ¿ sono infatti contrari alla libera circolazione del capitale all¿interno dell¿Ue.