Europa
Il patron della divisione americana del Gruppo tedesco di stampa Gruner + Jahr, Daniel B. Brewster, ha rassegnato le proprie dimissioni con effetto immediato. Lo ha annunciato la società in una nota diramata alla stampa.
Axel Ganz, presidente della filiale francese di Gruner + Jahr Prisma Presse, ricoprirà l¿incarico ad interim, in attesa nella nomina del successore di Brewster.
La notizia agita ulteriormente il mercato, specie dopo le indiscrezioni che riguardano i vertici del gigante tedesco Bertelsmann che controlla il 75% della società.
Le dimissioni di Brewster sono le ultime di una lunga lista che ha portato scompiglio alla testa del Gruppo tedesco, da quando nell¿estate del 2002 la moglie del fondatore, Liz Mohn, ha messo le mani su Bertelsmann.
La signora Mohn (soprannominata Frau Bertelsmann, ndr) sarebbe stata anche dietro le dimissioni del presidente del Consiglio di sorveglianza, Gerd Schulte-Hillen, che ha sbattuto la porta in faccia al Gruppo dopo mesi di conflitti interni con famiglia Mohn e l”amministratore delegato Gunter Thielen, lo scorso novembre.
Dopo 34 anni di servizio per il Gruppo tedesco, Gerd Schulte-Hillen ha lasciato ufficialmente il suo incarico lo scorso dicembre.
¿Mi spiace veramente per la situazione che ha spinto Gerd Schulte-Hillen a prendere questa decisione¿, aveva dichiarato Gunter Thielen, senza però rivelare i reali motivi di fondo, fedele alla tradizione del Gruppo che esige la massima riservatezza sui problemi interni.
Bertelsmann, in una nota, si è limitata a precisare che Schulte-Hillen ha gettato la spugna ¿per alcune divergenze riguardanti la gestione dell¿azienda¿.
Si tratterebbe in ogni modo di alcune problematiche che contrappongono l¿uomo alla famiglia Mohn, da quando questa ha ripreso le redini del Gruppo nell¿estate 2002.
Già nel marzo scorso, alcuni quotidiani tedeschi avevano riportato alcune indiscrezioni secondo le quali Schulte-Hillen era sul punto di abbandonare la nave. Ma il presidente allora aveva fermamente smentito.
La situazione è precipitata, specie da quando si è intrapreso il progetto di fusione della divisione musicale BMG con la giapponese Sony Music, rivelato dal Wall Street Journal il 6 novembre scorso.
Il presidente del Consiglio di sorveglianza si era opposto a questa operazione.
Gerd Schulte-Hillen era stato il solo membro del Consiglio di sorveglianza a votare contro il progetto.
Il progetto di fusione non ha fatto altro che mettere in rilevo le profonde divergenze esistenti tra il presidente del Consiglio di sorveglianza da una parte, e Gunther Thielen e soprattutto la famiglia Mohn, che controlla più dell¿80% di Bertelsmann, dall¿altra.
Gerd Schulte-Hillen, prima di arrivare alle dimissioni, si era più volte rivolto a Der Spiegel per denunciare i tentativi del patriarca Reinhard Mohn e dalla sua compagna, Liz Mohn di controllare tutte le decisioni strategiche del Gruppo.
Il cambio di mano era già emerso l¿estate scorsa con le dimissioni forzate del carismatico presidente Thomas Middelhoff, che aveva commesso lo sbaglio, agli occhi dei Mohn, di voler eccessivamente investire sul mercato statunitense e in Internet, ma soprattutto di aver tentato di convincerli a quotare in Borsa una parte del capitale della loro società.