Italia
Spostato a giovedì 29 gennaio, l¿arrivo in Aula del Ddl Gasparri, inizialmente previsto per il prossimo lunedì.
Così ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, per dare più spazio al riesame del provvedimento nelle Commissioni Trasporti e Cultura.
Marco Boato (Verdi) ha spiegato che è stata adottata questa decisione per evitare che la Commissione ¿strozzasse i tempi stasera¿.
Continua intanto la querelle tra maggioranza e opposizione sulla decisione di riesaminare solo gli articoli del Ddl, oggetto degli appunti del Capo dello Stato, mentre il centrosinistra avrebbe voluto una revisione più ampia, se non totale del testo di riforma del settore radiotelevisivo, che porta la firma del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.
Insomma, si pensa di limitare la discussione solo alle altre questioni sollevate dal Capo dello Stato ovvero in primo luogo le dimensioni del SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni), la normativa antitrust e la fase di transizione verso il digitale terrestre.
Secondo Paolo Gentiloni – responsabile comunicazione e capogruppo della Margherita in Commissione di Vigilanza ¿ ¿La maggioranza ha scelto di ignorare uno dei tre rilievi contenuti nel messaggio di rinvio del Presidente Ciampi, quello sul peso eccessivo della pubblicità televisiva a scapito dei giornali¿.
Gentiloni ha osservato che la concessione sulle telepromozioni, autorizzate per Mediaset e non per la Rai, ¿vale circa 700 miliardi di vecchie lire per il gruppo di proprietà del Presidente del Consiglio¿, ¿la cifra è troppo alta – aggiunge il rappresentante della Margherita – perché questa maggioranza possa permettersi anche solo di discutere le osservazioni di costituzionalità fatte su questo punto dal Capo dello Stato¿.
E conclude ironizzando ¿Un lifting non basterà a rendere costituzionalmente accettabile la legge Gasparri¿.
Parla di maggioranza bulgara il segretario Udeur, Clemente Mastella, dicendo che questo permette alla Cdl di fare di tutto ¿ma la gente ha capito e al primo appuntamento elettorale saprà come comportarsi””.
Mastella non condivide la decisione della maggioranza di non rivedere in profondità una legge che, secondo il deputato, è stata duramente criticata da tutti gli addetti ai lavori e rinviata in Parlamento dal Capo dello Stato. ¿Rifugiarsi dietro speciose interpretazioni regolamentari e limitarne il riesame a soli sette articoli – osserva Mastella – significa non aver voluto capire il senso del messaggio di Ciampi e ancora una volta respingere ogni tentativo di confronto parlamentare. Evidentemente serve… questa legge¿.
Ma la maggioranza non condivide le critiche. Il sottosegretario all”Ambiente, Antonio Martusciello, in una nota diffusa nella serata di ieri, sostiene che ¿La sinistra conferma la propria singolare concezione della democrazia con le critiche all”operato della Camera sul riesame del Ddl Gasparri¿.
A giudizio di Martusciello ””per la sinistra non contano le maggioranze ma le piazze urlanti e la piazza mediatica che essa continua a dominare, con buona pace dei teorici del presunto monopolio televisivo¿.
Ma le critiche alla Cdl, arrivano anche dagli operatori del settore.
In un comunicato, il presidente della FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Paolo Serventi Longhi, fa presente che ¿Cresce negli operatori della comunicazione e nei cittadini il timore che la maggioranza parlamentare, sul Gasparri e sul decreto di proroga per Rete4, stia prefigurando un clamoroso aggiramento delle indicazioni del Presidente della Repubblica¿.
Serventi Longhi punta il dito sull¿esclusione delle telepromozioni dai limiti della pubblicità televisiva, ¿con la conseguenza ¿ spiega il presidente FNSI – che la ripartizione della torta sarà sempre più squilibrata a favore di Mediaset, con danni certi per gli altri media e per la carta stampata in particolare¿.
Inoltre, le modifiche non riguarderanno neanche le disposizioni relative ai criteri di nomina del Cda della Rai, come aveva anche chiesto il presidente della Commissione di Vigilanza Claudio Petruccioli, che, quindi, verrà di fatto controllato dal governo.
Anche gli interventi sui punti oggetto direttamente dell”intervento di Ciampi suscitano preoccupazione laddove riducono in maniera insufficiente il SIC, consentendo l”espansione incontrollata dei soggetti più forti.
Serventi Longhi continua ancora, facendo presente che ¿Quanto al decreto di proroga di Rete4, la stessa Autorità per la Comunicazione, dichiarando l”inesistenza di parametri oggettivi, ne rende pressoché impossibile l”attuazione nel testo presentato dal governo¿.
¿Insomma, una situazione di caos del sistema dell”informazione che – conclude Serventi Longhi – dovremo denunciare con forza nell”assemblea degli Stati Generali della comunicazione e della cultura che si svolgerà venerdì 30 gennaio a Roma¿.
Anche la FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) è dello stesso parere. La decisione della maggioranza di escludere dal riesame della legge Gasparri le telepromozioni ¿è sconcertante¿, afferma la Federazione. Gli editori dei giornali sottolineano che ¿la raccolta pubblicitaria è uno dei tre punti affrontati dal messaggio del Capo dello Stato che ha sottolineato la necessità di evitare l”inaridimento di una tradizionale fonte di finanziamento della libera stampa¿.
Le telepromozioni, che sono sicuramente una forma di pubblicità, sono anche l”unica forma di pubblicità sulla quale la Gasparri interviene, ampliandone l”utilizzabilità da parte delle emittenti private.
La FIEG osserva che ¿Se si vuole rispettare la parte del messaggio del Capo dello Stato che riguarda la raccolta pubblicitaria, l”intervento sulla disciplina delle telepromozioni introdotto dalla Gasparri è, quindi, il minimo indispensabile, che forse, non basta a sventare i pericoli denunciati dal presidente della Repubblica, ma senza il quale quei pericoli diventerebbero certezza¿.