Europa
Nonostante il passare del tempo, alcuni dolori permangono e l¿orrore è indelebile sebbene stipato il più a fondo possibile nella stanza della memoria.
Tutti immaginavamo, che in un¿epoca hi tech, come la nostra, presto, molto presto, le terribili immagini dell¿Olocausto sarebbero approdate al Web in tutta la sua crudeltà.
E cosi, da ieri 19 gennaio le immagini dei piloti della Raf saranno disponibiliall”indirizzo www.evidenceincamera.co.uk, a testimonianza di quanto di efferato e disumano è stato capace di concepire l¿uomo, quando ha pensato ad Auschwitz.
Oltre agli scatti dei piloti, sul sito sarà possibile vedere circa 5 milioni di fotografie dell”Aerial Reconnaissance Archive della Seconda Guerra mondiale, messe in ordine e digitalizzate tramite un progetto della Keele University (uno dei luoghi ufficiali di deposito degli Archivi Nazionali britannici) e mai viste finora dal grande pubblico.
Gli scatti ritraggono alcuni tra i più drammatici e sconvolgenti momenti del conflitto.
Dal fumo che si levava dall”inceneritore del campo di sterminio di Auschwitz, in cui milioni di ebrei furono uccisi dai nazisti, allo sbarco delle truppe Usa a Omaha Beach nel D-Day, il 6 giugno 1945, le foto raccontano orribili storie.
Il capo del progetto, Allan William, è del parere che queste foto ci consentiranno di ¿vedere la vera guerra di prima mano“, come il replay di un”azione dal vivo.
“Le foto erano state declassificate anni fa, ma ci vogliono giorni per trovare una singola immagine. Ora sono state digitalizzate e saranno su Internet in pochi secondi“, ha spiegato William.
I piloti che hanno scattato le foto, molto dettagliate, sono tra coloro che hanno rischiato di più, volando disarmati, senza protezioni e spesso soli e ad altitudine ridotta, per compiere la loro missione.
Le fotografie erano di straordinaria importanza nella pianificazione della guerra. Per esempio, anni prima della scelta delle spiagge per lo sbarco in Normandia, alcuni specialisti avevano passato a rassegna le foto di tutta la costa del nord del Paese.
Nelle foto di Auschwitz, si possono vedere i prigionieri fare la coda e dettaglio agghiacciante: le code erano tali che i destinati alla morte erano costretti ad aspettare il loro turno per ore in un bosco poco lontano, dove finivano per essere ricoperti dalle ceneri, portate dal vento, di coloro che li avevano preceduti.
Ma ancora, quelle dello sbarco in Normandia, con centinaia di corpi senza vita che galleggiano sul mare.
Al di là di queste immagini drammatiche e sconvolgenti, ci sono anche quelle che ritraggono la corazzata Bismarck attraccata in un fiordo, solo sette giorni prima del suo affondamento, o il bombardamento di Colonia.
Un¿altra foto, scatta nel maggio 1941, che riprende un attacco combinato dalla Royal Navy e della Royal Air Force che insieme hanno affondato il bastimento più temibile della marina tedesca.
Un¿altra foto mostra nel dettaglio la città di Colonia devastata dai bombardamenti degli Alleati.
Si tratta di immagini che per gli alleati furono vitali, fondamentali per lo sforzo bellico. Senza la dettagliata documentazione aerea, per esempio, sarebbe stato impossibile programmare il D-Day, lo sbarco in Normandia. Per anni prima del fatidico 6 giugno 1944 gli ´interpreti´ di immagini avevano studiato le foto aeree, setacciando ogni piccolo elemento alla ricerca di indizi sulle difese, sui movimenti, sulla consistenza delle linee e delle forze difensive tedesche, prima di scegliere dove sbarcare.
Dopo decenni, le immagini hanno continuato ad essere utili per scopi pacifici, come ad esempio per l´individuazione di ordigni inesplosi. I piloti ricognitori che scattarono le foto volavano senza armi, a volte persino a bassa quota sopra le linee nemiche o le battaglie e molti di essi non tornarono mai.
Ma quello che sicuramente ci viene spontaneo chiederci è perché solo a guerra finita, nella seconda metà del 1945, si videro le prime immagini che mostravano i sopravvissuti dei campi, così come li avevano trovati che testimoniavano direttamente il genocidio?
Eppure, nell”estate del ”44, lo sterminio del popolo ebraico era già noto agli alleati, perché denunciato a Washington e Londra dalle stesse organizzazioni ebraiche.