Europa
Il governo francese potrebbe fare marcia indietro sulla contestata legge LEN sull¿economia digitale adottata dall¿Assemblea lo scorso 8 gennaio.
Nicole Fontaine, il ministro francese delegato all¿Industria, ha infatti deciso di apportare alcune modifiche alle norme contestate, dopo che i fornitori di accesso a Internet avevano minacciato di sospendere i propri servizi se le loro rivendicazioni non fossero state prese in considerazione.
Martedì, gli ISP d¿oltralpe avevano denunciato tre disposizioni del ¿progetto LEN¿ che, a loro dire, sarebbero illegali e impossibili da realizzare: la versione provvisoria della legge, che deve ancora essere esaminata in seconda lettura dal Senato, mira infatti ai dare ai fornitori l¿intera responsabilità di quello che ospitano. Secondo il nuovo testo, inoltre, gli ISP dovranno effettuare un vero e proprio lavoro di filtraggio e, se necessario, censura dei contenuti, rischiando severe condanne in caso di mancanza. L¿imposizione, oltre che impossibile mettere in atto, è in aperta violazione della direttiva europea sul commercio elettronico, che la LEN dovrebbe adottare.
Il ministro Fontaine, che da il nome alla legge, ha fatto sapere di essere disponibile a un incontro con gli ISP che avverrà con ogni probabilità lunedì, ma difende gli emendamenti contestati, in particolare quello concernente gli obblighi di filtraggio dei contenuti, mirante a bloccare la diffusione di materiale di carattere razzista, antisemita e pedofilo.
¿Sono cosciente dei problemi che l¿imposizione procura ai fornitori d¿accesso e cercheremo delle soluzioni per conciliare tutte le esigenze, quelle degli addetti ai lavori, delle famiglie e dell¿Unione europea¿, ha sottolineato la Fontaine.
Il ministro, però, rigetta in blocco le accuse che dipingono la legge come ¿liberticida¿ e mirante a instaurare una ¿privatizzazione della giustizia¿: ¿Bisogna guardarsi bene dagli eccessi, poiché lo scopo primario di questa legge è di combattere la pedofilia e tutti i contenuti offensivi per la dignità umana¿per questo discuteremo per trovare un altro metodo, senza arrivare all¿obbligo di sorveglianza¿.
Per questo il ministro si dice pronto a fare delle proposte in questo senso ai senatori quando il progetto verrà loro proposto in seconda lettura a metà febbraio.
La legge dovrebbe trasporre nel diritto francese la direttiva sul commercio elettronico adottata dalla Ue nel 2002. Ed è in effetti stata contestata anche dal commissario europeo alla concorrenza Mario Monti e da Erkki Liikanen, il commissario Ue per le imprese e la società dell¿informazione che hanno infatti inviato una lettera al governo francese ricordando ¿¿gli obblighi legati alla direttiva Ue sul servizio universale¿ che l¿ART (l¿autorità francese per le tlc) definisce come ¿¿la principale componente del servizio pubblico delle telecomunicazioni avendo come obbiettivo di fornire a tutti un servizio telefonico di qualità con prezzi abbordabili¿.
Gli ISP ¿ ricorda la Commissione Ue – non possono essere sottomessi a un obbligo generale di controllo, ma gli Stati membri hanno la possibilità di introdurre un ¿obbligo specifico¿ di sorveglianza.
La Francia è l¿unico Paese europeo a non aver ancora adottato l¿insieme di regole inscritte nella direttiva che include nuove disposizioni miranti a favorire la concorrenza su un mercato ancora largamente dominato dagli operatori storici.
Un altro punto molto contrastato della nuova legge è quello riguardante la posta elettronica: i deputati infatti hanno cancellato il concetto di ¿corrispondenza privata¿ nella definizione di posta elettronica.
È un dettaglio significativo per gli ISP che già prevedono richieste di controllo sulla corrispondenza elettronica tra privati: la soppressione di tale nozione potrebbe avere gravi conseguenze sul rispetto della riservatezza delle comunicazioni via eMail.
Su questo punto, la Fontaine ribadisce che la segretezza della corrispondenza verrà protetta, e, anche se la legge non fa menzione della definizione in senso stretto, essa ¿¿corrisponde esattamente a quella contenuta nella direttiva europea¿.
Il ministro non si pronunciato sull¿altra misura contestata dagli ISP (articolo 2bis), relativa alla possibilità, su richiesta dei giudici, di filtrare alcuni contenuti specificatamente per gli internauti francesi.