Mondo
Dimentichiamo lo stereotipo che voleva l¿internauta come un ¿monomaniaco pallido in viso con una personalità giusta, forse, per grattare il formaggio¿ (così ha definito gli ¿smanettoni¿ Eric Raymond, nel suo “Jargon File”).
Roba passata, perché, secondo l¿ultimo studio dell¿Università della California (UCLA), il navigatore medio della rete è un essere colto e socievole che ama i libri, evita la televisione e ha una vita sociale molto attiva.
Lo studio World Internet Project, il primo nel suo genere, è stato realizzato comparando il profilo di internati e non-internauti di 14 Paesi: Stati Uniti, Italia, Gran Bretagna, Germania, Svezia, Spagna, Giappone, Ungheria, Macao, Corea del Sud, Singapore, Taiwan, Cina e Cile.
Il risultato? In ognuno di questi Paesi, gli appassionati della Rete sono generalmente grandi lettori, molto più propensi alle attività sociali di chi non naviga e passano molto meno tempo davanti alla TV.
L¿avvento di Internet, in pratica, ha ridotto il tempo dedicato a guardare la televisione e ha avuto un impatto, seppur lieve, sugli aspetti positivi della vita sociale.
La rete, inoltre, diventa sempre più attendibile dal momento che – come dichiara Jeffrey Cole del Center for Communication Policy dell”UCLA – la credibilità di ciò che si legge on line ha subito un notevole incremento.
I più diffidenti da questo punto di vista sono gli svedesi, i più creduloni gli abitanti di Taiwan.
Allo stesso tempo, va riducendosi sempre più il digital divide, la ¿frattura¿ tecnologica tra ricchi e poveri: in sette dei dodici Paesi in cui questi dati sono stati forniti, oltre il 20% delle fasce più disagiate della popolazione utilizza la Rete.
Lo studio conferma però che a navigare sono più i ricchi che i poveri, più gli uomini che le donne. Si tratta comunque di dati molto sensibili al territorio. L¿Italia è il Paese col divario più alto: naviga infatti il 41,7% degli uomini, contro il 21,5% delle donne. Di contro, Taiwan raggiunge quasi la parità poiché naviga il 25,1% degli uomini contro il 23,5% delle donne.
Svezia, Corea del Sud e Stati Uniti i Paesi dove i poveri navigano di più.
Infine, una curiosità: gli internauti cinesi sono i campioni delle relazioni sociali on line. Usano la Rete per interagire con altri navigatori che condividono le stesse idee politiche e religiose.
E indubbiamente i cinesi sono quelli che rischiano di più per farlo, dal momento che in Cina la religione è proibita ufficialmente e la web-censura nei Paesi asiatici è molto più rigida e attenta che in Occidente.