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Proprio mentre Microsoft ha avviato una massiccia campagna pubblicitaria per dimostrare che i propri software sono meno costosi e più sicuri dei sistemi operativi open source, IBM e Intel, due delle due maggiori aziende sostenitrici di Linux, hanno istituito un nuovo fondo per aiutare gli utenti di quest¿ultimo a difendersi dalle accuse di violazione del copyright portate avanti da SCO Group.
Il fondo verrà gestito dall¿Open Source Development Labs (OSDL), un consorzio nonprofit che lavora per promuovere un più diffuso uso di Linux e che ha fatto sapere di avere già ottenuto fondi per 3 milioni di dollari. OSDL conta di arrivare almeno a 10 milioni di dollari.
Linux, una variante del sistema Unix che ¿ a differenza di Windows – può essere copiato e modificato liberamente, è emerso alla ribalta una decina di anni da un¿idea di Linus Torvalds ed è ora utilizzato e sostenuto da molte aziende di settore, stanche del monopolio dei prodotti targati Bill Gates.
Già nel novembre del 2003, qualche settimana prima del rilascio della versione 2.6, l¿ODSL aveva avviato una campagna informativa sulla creazione e l¿evoluzione di Linux per rassicurare clienti attuali e futuri sulla sicurezza e la convenienza dei sistemi operativi open source.
Lo scorso anno, infatti, SCO Group aveva sollevato dubbi sulla legalità di Linux, che violerebbe il copyright del sistema operativo Unix, creato dai laboratori Bell nel 1969 e attualmente di sua proprietà. Il gruppo ha così deciso di portare l¿azienda di Armond in tribunale con l¿accusa di aver copiato illegalmente alcune parti del sistema per incorporarle in Linux e nel tentativo di imporre agli utenti del sistema operativo il pagamento di una licenza.
IBM ha fatto sapere che non ricorrerà al fondo appena istituito per far fronte alle proprie spese legali e che conta, entro il 2005, di montare Linux al posto dei software Windows installati nei sistemi informatici delle proprie sedi (circa 300 mila unità).
¿Le intimidazioni di SCO agli utenti Linux stanno diventando sempre più frequenti e noi non vogliamo avere questa spada di Damocle sulla testa¿e neanche subire passivamente la minaccia di un affossamento dei sistemi aperti¿, ha dichiarato Stuart Cohen, chief executive di OSDL.
Non si tratta, tra l¿altro, della prima iniziativa presa in questa direzione: Hewlett-Packard ha creato lo scorso settembre una sorta di ¿programma di indennità¿ per aiutare i propri clienti a difendersi da eventuali problemi giudiziari. Red Hat, l¿azienda che fornisce i software e l¿assistenza tecnica per Linux, ha immesso 1 milione di dollari nel fondo per coprire le spese legali delle altre compagnie che lavorano allo sviluppo del sistema.
Intel è uno dei maggiori beneficiari del successo di Linux, dal momento che il sistema operativo è progettato per funzionare proprio sui suoi chip. Il gruppo, dunque, sta un po¿ rinnegando il proprio passato: Intel si guadagnò infattila fama mondiale e la leadership nel settore dei semiconduttori grazie al supporto ai software Microsoft, giusto quelli che ora Linux vuole combattere.
Nel corso del terzo trimestre 2003, Linux ha generato vendite per 743 milioni di dollari, con un aumento del 50% rispetto allo stesso periodo dell¿anno precedente (dati IDC). Il sistema, dunque, continua a macinare successi in un mercato, quello dei server, che stenta a ritrovare i fasti perduti.
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