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Internet, uno dei mezzi di comunicazione più pervasivi di tutti i tempi, potrà nel tempo diventare anche un prezioso strumento per l¿educazione dei minori? In futuro forse potrebbe esserlo, ma attualmentesono ancora tante le insidie che il web riserva ai più piccoli.
I reati legati alla pornografia infantile, infatti, dal 1988 sono aumentati del 1500%.
A renderlo noto lo studio Child abuse, child pornography and the internet (abuso sui minori, pornografia infantile e Internet) della NCH, una delle maggiori istituzioni britanniche a difesa dei diritti dei bambini. Le difficoltà a identificare e prevenire gli abusi sui minori¿ si legge nel rapporto ¿ sono sempre esistite, ma Internet ha aggiunto alla questione nuove e più complesse problematiche giuridiche e logistiche. E l¿avvento dei telefonini di nuova generazione abilitati alla navigazione non farà che peggiorare ulteriormente le cose, allontanando sempre più i bambini dal controllo degli adulti ed esponendoli sempre più alla minaccia di avvicinamenti molesti.
Nell¿era pre-Internet era molto più difficile reperire immagini pedo-pornografiche, si trattava più che altro un giro di loschi collezionisti, ma ora ¿ dice l¿autore John Carr ¿ è entrata nel business la criminalità organizzata che ne produce e diffonde su larga scala un numero neanche lontanamente immaginabile.
La Rete ha reso le cose enormemente più rapide e facili: un pedofilo sa che la visione di immagini di abusi su minori alimenta le sue fantasie e gioca un ruolo fondamentale nel desiderio di commettere dei crimini sessuali. Questa gente sa che attraverso Internet può reperire tutto ciò di cui ha bisogno, e crede di poterlo fare in modo anonimo.
Molti studi prima di questo hanno tentato di dimostrare che non sempre esiste un legame tra il possesso o la visione di immagini pedopornografiche e l¿essere pedofilo. Ma Carr insiste che chiunque collezioni foto di abusi su minori è potenzialmente pericoloso e di conseguenza perseguibile.
Più di una persona su tre di quelle trovate in possesso di materiale pedopornografico, secondo uno studio americano, sarebbe infatti anche coinvolto in abusi a danno di minori.
La soluzione? La censura, dice Carr, oltre che sgradita sarebbe impossibile da praticare. Ma esistono soluzioni tecniche e per questo c¿è bisogno del supporto dell¿industria, che deve rafforzarle e renderle più efficaci.
Solo in questo modo la gente si convincerà che la Rete è un posto sicuro, altrimenti, Internet come lo concepiamo ora cesserà di esistere. Il semplice fatto, conclude Carr, che i genitori e gli insegnanti non dovrebbero permettere ai bambini di navigare da soli, non è una ragione per cui genitori e insegnanti debbano essere lasciati soli nella lotta contro gli abusi.
Ci vogliono regole, insomma. E regole vuol dire standard, dunque, impegno concreto delle aziende di settore.
Esattamente un anno fa, la Gran Bretagna venne scossa da una vasta operazione antipedofilia denominata Operation Ore, che ha portato a oltre 1.300 arresti e ha coinvolto circa 7 mila persone, tra cui il celebre cantante Pete Townshend degli Who e diversi esponenti politici e delle forze dell¿ordine.