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Non sembrano finire i guai per il colosso americano dell¿informatica IBM, dopo lo scandalo esploso nei giorni scorsi sul giro di mazzette in Corea del Sud.
In un comunicato stampa di stamani, la stessa società ha indicato che la SEC (Security Exchange Commission) ha aperto un¿altra indagine su una presunta transazione fraudolenta.
Questa inchiesta dipenda da un”altra in corso aperta sempre dall¿Autorità di Borsa statunitense, che riguarda la Dollar General Corporation, una cliente della divisione del Gruppo che fornisce ai commercianti prodotti tipo registratori di cassa.
Secondo IBM, un dirigente della divisione incriminata ha ricevuto una notifica da parte della Commissione per le operazioni di Borsa, che lo informava dell¿apertura dell¿indagine che riguardava il proprio lavoro presso la stessa società.
Si tratta della procedura nota come Wells Notice, che da 30 giorni di tempo al dirigente incriminato per rispondere alle accuse, prima che la SEC passi a vie legali.
La SEC ritiene che IBM avrebbe aiutato la società Dollar General a falsare i dati di bilancio 2000.
La transazione in questione riguarda un pagamento di 11 milioni di dollari effettuato da IBM a Dollar General per la dotazione e la vendita di materiali di seconda mano.
Insomma pare proprio che la situazione per IBM si stia mettendo male. Ricordiamo che nei giorni scorsi il gigante dell¿informatica è stato travolto da un grosso scandalo che ha riguardato la divisione coreana della società americana.
Si tratterebbe di un giro di bustarelle per milioni di dollari e che coinvolgerebbe anche esponenti del governo della Corea del Sud. Sulla vicenda stanno già indagando, anche gli organi competenti negli Stati Uniti, in particolare il Dipartimento di Giustizia e anche la SEC.
Una legge Usa, la Foreign Corrupt Practices Act, proibisce esplicitamente a società americane di corrompere funzionari esteri.
Dopo un anno di indagini, le autorità della Corea del Sud hanno scoperto un vasto sistema di corruzione che coinvolgeva società locali, come il conglomerato d¿elettronica LG, ma anche e soprattutto la filiale coreana di IBM.
In totale, una quindicina di imprese del settore dell¿informatica sono implicate nello scandalo, tra cui IBM Korea, LG Electronics e la loro joint venture LG IBM PC, di cui la società americana controlla il 51%. Sono inoltre 33 le persone coinvolte in quest”inchiesta.
Secondo le conclusioni delle autorità di Seul, rese pubbliche lunedì scorso, i fatti riguardano casi di corruzione, nell”ambito delle commesse governative nel comparto dei computer.
Lo scandalo concerne commesse per complessivi 55 milioni di dollari per aggiudicarsi le quali sarebbero state pagate oppure percepite mazzette.
Delle commesse sono state versate in uno slush fund, alimentato in particolare dalla società Winsol, che è il principale rivenditore di materiale IBM in Corea del Sud.
L¿indagine rivelerebbe anche che IBM Korea avrebbe corrotto alcuni funzionari cedendogli azioni Winsol.
La mente di questo piano criminale sarebbe quella del direttore esecutivo della IBM Korea, Jang Gyeong-Ho, e i vertici delle filiali LG IBM e Winsol, accusati di aver corrotto i responsabili dell¿amministrazione o di essersi accordati con altre società al fine di assicurare la firma di contratti pubblici, in particolare una commessa di materiale informatico del ministero dell¿Informazione e della Comunicazione nel 2001, di circa 2,2 milioni di dollari.
Jang Gyeong-Ho avrebbe ricevuto sui 300.000 dollari per aiutare Winsol a chiudere dei contratti, tra il 2001 e il 2003, corrompendo alcuni responsabili governativi e delle società concorrenti.
IBM ha da parte sua già licenziato i tre dirigenti della sua consociata coreana, prima che questi ultimi fossero incriminati nell”ambito di questo caso.
IBM, a seguito degli sviluppi di questo caso di corruzione, potrebbe essere interdetta dalla partecipazione ad appalti fino a un massimo di 300 miliardi di dollari da parte del governo sud coreano.
Secondo quanto comunicato in via ufficiale dal governo sud coreano, l”interdizione dagli appalti potrebbe durare fino a due anni per le società al centro delle indagini.
Il rischi di essere bandita dalle aste pubbliche per un periodo indeterminato, sarebbe un duro colpo per la società americana che, impiega in Corea del Sud circa 2.500 persone e registra un fatturato annuo di 1,1 miliardi di dollari all¿anno.