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La polizia britannica ha aperto ieri un falso sito Internet, contente delle foto a carattere pedopornografico, che funzionerà come una sorta di trappola per i pedofili che navigano in Rete.
Da qui, l¿idea di servirsi proprio di questo mezzo per adescare i colpevoli.
Ciascun visitatore di questo sito avrà costantemente la possibilità di fermarsi, ma se sceglie di proseguire la ricerca, finirà su una pagina che li avvisa che si sta infrangendo la legge e che le loro generalità potrebbero arrivare ai funzionari della polizia in una serie di Paesi.
L¿identità delle persone in questione, infatti, sarà immediatamente registrata e i colpevoli saranno suscettibili d¿essere perseguiti nei Paesi di residenza.
L¿iniziativa, soprannominata ¿Operation Pin¿ è lanciata dal National Crime Squad (NCS), la polizia criminale britannica, ma sostenuta anche dall¿Interpol, dall¿FBI e dalla polizia canadese e australiana.
¿Speriamo che questa iniziativa dissuada i pedofili ad agire su Internet¿, ha dichiarato Jim Gamble, direttore aggiunto del NCS.
Aggiungendo che ¿¿è molto importante che la gente sappia che coloro che cercano su Internet delle foto che rappresentando atti pedofili alimentano la domanda di nuove foto, e contribuiscono anche agli abusi sessuali quotidiani sulle nuove vittime¿.
All¿operazione parteciperanno anche le polizie d¿Australia e Stati Uniti.
In Gran Bretagna si sta discutendo adesso su come le forze dell”ordine gestiranno i dettagli delle indagini sui sospettati di crimini sessuali.
Intanto ieri un uomo, Ian Huntley, è stato condannato a due ergastoli per aver ucciso Jessica Chapman e Holly Wells, due bambine di 10 anni, nell”estate 2002. Allora Huntley lavorava come bidello nella scuola delle due bimbe, nel paesino inglese di Soham, nonostante in passato avesse avuto a che fare con accuse di pedofilia.
Reati di questo genere aumentano quotidianamente, e il più delle volte i pedofili si servono del Web che gli permette di condurre indisturbati, rimanendo nell¿anonimato, le proprie ricerche che riguardano materiale pedopornografico di ogni genere: video, foto e quant¿altro. Alimentando un traffico un traffico internazionale senza precedenti.
Rimanendo solo alle cifre che riguardano l¿Italia, nel triennio 1999-2001, la polizia postale ha monitorato quasi 29 mila siti, dal gennaio 2002 a settembre 2003, più di 56 mila. In cinque anni è una crescita esponenziale.
Dal rapporto sulle segnalazioni fatte a Stop-it – iniziativa coordinata da Save the Children Italia che si propone di contrastare e prevenire la diffusione di materiale pedopornografico su Internet – emerge il carattere transnazionale del fenomeno della pedo-pornografia. Non esiste una centrale del crimine e mentre da rapporti precedenti si puntava il dito contro i Paesi dell”Europa dell”est, qui spicca che la parte del leone la fanno gli Stati Uniti con oltre il 42% dei siti illegali segnalati registrati. In questa classifica l”Italia è seconda (23%), seguono la Russia (17%) e gli altri paesi Ue (15,56%).
Stop-it nel suo ultimo rapporto (pubblicato nel mese di novembre, ndr) ha messo in allerta sull¿evoluzione della pedofilia in relazione al mezzo di Internet e la sua diffusione. Stop-It in un anno di attività ha raccolto 2.000 segnalazioni da parte di utenti Internet che navigando in Rete si sono imbattuti in siti a contenuto pedofilo e parliamo solo dell¿Italia.
La pedopornografia, come conferma Stop-It, è un fenomeno di business in crescita: in quattro anni la Polizia postale ha monitorato 85.699 siti e scovato 100 siti illegali allestiti in Italia.
Le persone denunciate sono 1.683 e 101 gli indagati sottoposti a provvedimenti restrittivi, mentre i procedimenti per reati di pornografia infantile sono stati finora 423.
Certo rimane difficile stabilire la vastità di questo fenomeno, di cui Internet ha sicuramente favorito la diffusione, per via del fatto che consente di rimanere nell¿anonimato e perché è transnazionale. Un business mondiale che si aggira intorno ai 2 e i 3 milioni di dollari. Si pensi che in Rete circolano indisturbati circa 250 milioni copie di video pedo-pornografici.
Le forze di polizia di tutto il mondo hanno così deciso, di mettere in atto un “rastrellamento” online per individuare coloro che allestiscono siti Web di pedopornografia e quelli che pagano per visitarli.
Nel passato, la polizia è riuscita comunque a risalire ai visitatori frequenti di siti porno, spesso identificandoli attraverso i dati della carta di credito usata per pagare la visione delle immagini.
Rapporto di Stop-it: “Un anno di lotta alla pedo-pornografia on line”