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Niente pace per Bill Gates, neanche sotto Natale. RealNetworks, concorrente di Microsoft nel settore dei software per la gestione dei contenuti audiovisivi multimediali, ha deciso infatti di portare il colosso di Redmond in tribunale accusandolo di monopolizzare il mercato della musica e dei video digitali. L¿aziende chiede un risarcimento danni per un miliardo di dollari.
In un comunicato, RealNetworks ha motivato la decisione parlando di ¿atteggiamento predatorio¿: quello che da diversi anni Microsoft praticherebbe nel settore, abusando della propria posizione dominante nelle tecnologie per riprodurre suoni e filmati sul computer.
Questa condotta avrebbe causato ingenti perdite a RealNetworks, dal momento che il software RealPlayer ¿ diretto concorrente di Media Player, installato nel sistema operativo Windows e quindi sul 90% dei Pc mondiali – non avrebbe trovato spazio sul mercato. Un mercato reso sempre più appetitoso dalla crescente diffusione della banda larga che sta spingendo il download e la visione di musica e video sul Pc.
Il comportamento di Microsoft, continua RealNetworks, ha però impedito ai produttori di computer di installare sistemi prodotti dalla concorrenza, costringendo gli utenti ¿¿che essi vogliano o no” ad adottare il Media Player.
“… Siamo fermamente convinti ¿ ha dichiarato l¿ad di RealNetworks Rob Glaser ¿ che i nostri affari sarebbero decisamente più ampi se Microsoft avesse rispettato le regole¿
La causa intentata da RealNetworks, dunque, fa il paio con l¿indagine che da tre anni a questa parte vede impegnata la Commissione europea, sempre nell¿ambito dei software per la fruizione di audiovisivi.
Unendo il software d¿accesso ai file audio e video di Windows Media Player al sistema operativo Windows il gruppo, infatti, avrebbe indebolito la concorrenza, ostacolato l¿innovazione e, in definitiva, ridotto la scelta dei consumatori.
Per risolvere il problema la commissione ha proposto tre alternative: la prima, inaggirabile, mira a costringere Microsoft a rivelare alla concorrenza le informazioni necessarie per rendere i propri prodotti interoperabili con la gamma di server Windows.
Le altre alternative prevedono la ¿dissociazione¿ di Windows Media Player da Windows in modo da mettere in commercio una versione di Windows senza Media Player o, infine Microsoft dovrebbe accettare di includere in Windows i media player della concorrenza.
¿Tutte le soluzioni ¿ afferma ancora la commissione ¿ mirano ad assicurare ai consumatori un¿adeguata scelta nel panorama dei software audio e video¿.
In un documento di 65 pagine presentato alla Corte Federale di San Jose, California, RealNetworks cita nuove prove a conferma degli abusi di Microsoft a cui, evidentemente, non sono bastati gli ultimi accordi extragiudiziali per chiudere diverse cause simili.
In un certo senso, infatti, la causa intentata dalla società di Seattle, è il secondo capitolo della saga iniziata con Netscape che sosteneva che Microsoft le aveva arrecato danno con una serie di azioni illegali volte a promuovere il suo browser, Internet Explorer, a discapito di Netscape Navigator.
La querelle è stata risolta col pagamento di 750 milioni di dollari ad AOL, proprietaria di Netscape.
Un portavoce di Microsoft ha dichiarato che la vicenda ha colto l¿azienda di sorpresa, dal momento che il mercato dei software è caratterizzato da ¿¿una vibrante competizione¿, confermata dalla costante crescita di RealNetworks.
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