Italia
Il no di Ciampi alla Legge Gasparri di riforma del sistema radiotelevisivo ha scatenato un vero e proprio putiferio, come era prevedibile. E il Ministro delle Comunicazioni, che forse non se l¿aspettava, avrà un gran da fare, proprio nel bel mezzo delle feste natalizie.
Questa mattina è apparso molto tirato ai cronisti che gli chiedevano se si sta davvero pensando a un decreto legge. ¿Non ci sono novità. Non ci sono annunci da fare ad horas. Sono in corso valutazioni anche di carattere giuridico e costituzionale oltre che politiche e parlamentari. Non c”è un fatto da annunciare perché tutte queste valutazioni sono ancora in corso¿.
Insomma, il ministro non si è voluto sbilanciare sull”eventualità di DL del governo che consenta, in attesa di una modifica della legge, a Rete4 di proseguire le trasmissioni in chiaro e a Rai3 di avere la pubblicità oltre la data del 31 dicembre di quest”anno.
Anche se, secondo alcune indiscrezioni trapelata dagli ambienti politici, il decreto dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri di venerdì.
¿Si sono dette molte cose – ha detto ancora il ministro – molte delle quali prive di fondamento. Io non ho annunci da fare ma si sta valutando un iter che garantisca il sistema che deve comunque crescere¿.
Molto più sicuro è apparso, invece, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine della conferenza stampa seguita all”intervento all”europarlamento. ¿Come prevedibile il decreto legge si farà¿, ha detto il premier ai giornalisti.
Gli esponenti della maggioranza hanno chiesto sin da subito l¿approvazione di un provvedimento di urgenza per Rete4 e Rai3, per scongiurare la perdita di posti di lavoro in Rai e nel network commerciale che fa capo alla famiglia del premier.
Nel rimandare indietro alle Camere il provvedimento, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha espresso dubbi sul fatto che garantisca il pluralismo dei mezzi di informazione e il timore che favorisca posizioni dominanti, specialmente in tema di pubblicità.
Avvalendosi del potere che gli conferisce la Costituzione (art.74) di obbligare il Parlamento a riesaminare una legge già approvata, Ciampi ha rinviato alle Camere il Ddl Gasparri. Le osservazioni del Presidente sono contenute in un messaggio di 5 pagine, in cui ha obiettato sul Sic, il sistema integrato di telecomunicazioni, sul passaggio al digitale terrestre e sul rischio di posizione dominante nel mercato della raccolta pubblicitaria. E infine sulla la questione del trasferimento di Rete4 sul satellite.
Dalla Rai, il Direttore generale, Flavio Cattaneo, è d¿accordo con l¿adozione di misure di urgenza, proprio per evitare il rischio di tagli per Rai3.
Lucia Annunziata, presidente della Tv pubblica, invece, ha scartato l”ipotesi di un DL ed espresso fiducia nella capacità del Parlamento di emendare la legge in modo da poter essere firmata da Ciampi senza creare problemi a Rai3 e a Rete4.
Dall¿opposizione, invece, non si condivide naturalmente l¿ipotesi di un DL.
“La legge Gasparri è incostituzionale e deve essere cambiata secondo le indicazioni contenute nel documento del Capo dello Stato“, ha dichiarato il leader della Margherita, Francesco Rutelli, spiegando che se il governo insistesse a mantenerla così com”è e se, ipoteticamente la legge fosse promulgata senza sostanziali modifiche allora “andrebbe a sbattere contro la Corte costituzionale”.
¿Se non c”è conflitto di interessi, perché il decreto non lo può fermare il premier?””. E¿ stato il commento del leader dei Ds Piero Fassino, all¿ipotesi all”ipotesi di un DL ”salva Rete4”, che dovrebbe essere firmato dal vicepremier, Gianfranco Fini.
Intanto sulla Borsa, le cose non vanno per niente bene per Mediaset, che è scivolata sui minimi di giornata. Stamani il titolo cedeva infatti l”1,2% scivolando a 9,55 euro con scambi leggermente superiori alla media giornaliera.