Europa
di Luciano Petullà
Nella definizione di convergenza, la magica parola usata per fotografare l¿attuale sviluppo della comunicazione elettronica, è insito una sorta di paradosso. Mentre il termine indica una riunificazione di sistemi, l¿utente finale si accorge di vivere in una loro spesso contrastante proliferazione con ¿nuove complicazioni e difficoltà ¿ come tenere traccia e lavorare con i numeri mobili personali, numeri di pager, numeri di fax, numeri telefonici
domestici e di lavoro, indirizzi eMail privati e lavorativi, ¿screen number¿ per i sistemi di Instant Messaging¿.
Si assiste cioè all¿incontro di due correnti non perfettamente concordanti: la prima rappresenta la convergenza infrastrutturale fra i diversi sistemi ¿ GSM, GPRS, SMS, IM, PSTN, PC to phone, PC to PC, PDA, SMS to fixed phone, ecc.-, quella di cui parlano i tecnologi, che si muove a grandi passi verso l¿adozione di formati digitali e protocolli di trasporto ¿IP-based¿ comuni.
La seconda è la corrente rappresentata dai diversi regimi di regolamentazione in cui i servizi di tlc, implementati negli ultimi cento anni, cadono; una realtà che nel tempo ha elaborato giurisdizioni che hanno dato vita e fissato i modi in cui i differenti sistemi dialogano al di fuori dei propri ristretti ambiti, per la maggior parte quelli dei relativi Stati nazionali visto la prevalenza dei regimi di monopolio in economie di scala dominate dalla logica del principio di scarsità (eravamo nell¿era analogica).
In sintesi, è in atto un confronto tra il mondo delle tradizionali telecomunicazioni, che detiene un peso economico ed organizzativo notevole, con entità di governo per la maggior parte gerarchiche e comunque con dinamiche negoziali complesse e lente, e quello di Internet che, con logiche miste e combattute fra intervento privato e pubblico, ha comunque fretta di affermare i propri servizi e conquistare gli utenti con novità e creatività crescenti. In verità, gli attori spesso giocano in tutte e due i campi ma, sicuramente, quelli appartenenti al primo mondo sono maggiormente sulla difensiva mentre i secondi continuano a costruire realtà comunicative interessanti, anche a costo di moltiplicare e offrire, come avviene, servizi frammentati nel loro stesso ambito.
Come affrontare il coacervo delle dinamiche tecnologiche e di regolamentazione dei nuovi sistemi della comunicazione digitale personale è, appunto, il tema di un interessante documento elaborato in forma di promemoria per la Commissione Europea e dal titolo ¿Policy implications of Convergence of Naming, Numbering and Addressing. An Orientation¿ (2003) pubblicato a metà settembre.
Nel documento, come i tempi richiedono, vi sono più domande che risposte ma è chiaro l¿intento di affrontare una qualche forma di armonizzazione e di governo delle due diverse dinamiche e dei relativi quadri normativi in quanto il contrasto non può essere ¿nascosto¿ se non a danno dello sviluppo del settore e di una continua disputa dagli esiti alternanti ma foriera di sicura confusione. Già adesso vi sono in atto degli esempi eclatanti. Prendiamo il caso della telefonia su IP, direttamente richiamata nel documento, un tema che ci riserva dei continui aggiornamenti sullo stato del confronto.
E¿ di questi giorni la notizia che, a fronte della causa intentata dai gestori telefonici tradizionali per concorrenza sleale in quanto si opera fuori dai regolamenti, lo stato americano del Minnesota ha deliberato che Vonage – l¿ISP americano che offre servizi di telefonia IP direttamente sulle linee ADSL dei consumatori – non debba sottostare alle classiche regole del servizio voce in quanto si tratta di operatore dati. La stessa Vonage è citata nel documento europeo per il fatto che vende numeri telefonici utente – come è possibile fare rispettando le procedure del piano di numerazione internazionale e nazionale – non associandoli alla residenza fissa dell¿abbonato. In pratica, quest¿ultimo ha un¿utenza telefonica in un area di suo interesse (ad esempio una zona in cui c¿è un bacino di propria clientela) su cui sono convogliate le chiamate a costi locali, chiamate che poi vengono raccolte a valle dalla centrale telefonica da un nodo IP Vonage – la porta sul ¿globale¿ – che le smista ovunque su una rete dati IP tramite Internet o proprie linee dedicate.
Che cosa accade, dunque? I piani di numerazione telefonica sono una risorsa delicata e scarsa d¿interconnessione in un sistema globale complesso, e quindi è un¿entità regolamentata ma disponibile per tutti gli operatori. Vonage, da questo punto di vista, rispetta i regolamenti; tuttavia il sistema era stato pensato in altri tempi ed è evidente che non può reggere molto se la pratica si diffonde in quanto i numeri sono appunto finiti (oddio, si possono estendere¿). In definitiva, si tratta, se non si affronta la problematica in maniera più complessa, di una strategia di puro escamotage. Le stesse piccole nuove realtà si accontenterebbero di nicchie di mercato e di servizi ¿limitati¿, come nel caso degli utenti dei diversi sistemi di Instant Messagging.
Non è naturalmente il solo caso di contrasto tra una policy che deve garantire l¿apertura alla competizione per il beneficio degli utenti e i tentativi di resistere ¿ qualche volta partecipando da posizione di forza – ai servizi innovativi. I sistemi SMS, ad esempio, nati come servizi interoperatori per la gestione dei soli problemi tecnici, sono possibili grazie alla costituzione di un piano di numerazione apposito riservato agli operatori mobili. Le realtà che non gestiscono telefonia mobile non possono usufruirne, né possono accedere ai data base degli operatori. D¿altro canto non è pensabile che nel momento in cui i congegni mobili personali proliferano, con possibili commistioni tra sistemi diversi (IM ed SMS, ad esempio) tali regole possano continuare a reggere, tagliando fuori gli altri possibili attori.
Ma vi sono problemi anche nell¿altro versante: non è sopportabile infatti che i nuovi operatori siano solo pronti ad incunearsi nelle normative ed a reclamare quando le stesse non permettono di competere e, contemporaneamente, non debbano tener conto delle filosofie legislative maturate nel tempo riguardo a problemi delicati come quelli della privacy e della security.
In questo senso il caso del sistema ENUM è un paradigma veramente chiaro. L¿ENUM è un sistema di risoluzione degli indirizzi utente elaborato in ambito Internet per sapere come raggiungere una persona (il suo terminale IP) partendo dal suo numero telefonico. In pratica, il numero telefonico è il nome con cui interrogare, tramite l¿attuale sistema DNS di Internet (quello che traduce gli indirizzi mnemonici www¿) il data base ENUM per avere l¿indirizzo IP dell¿utente e poter traghettare fino ad esso (per iniziare) la telefonata IP, così come avviene per le pagine web. L¿ITU stesso, l¿organizzazione internazionale delle telecom, ha fino ad un certo punto sostenuto ENUM (opponendosi ad un ¿top-level domain¿ specifico per la telefonia IP ) ma il progetto è ancora in uno stato di relativo sviluppo in quanto vi sono enormi problemi di affrontare (chi debba controllare il data base – in genere sono gli ¿incumbent¿ che gestiscono i numeri telefonici; come organizzare la ¿root¿, un chiaro monopolio nazionale; come implementare i processi di registrazione e autenticazione dello stesso; come salvaguardare la privacy e la security perché ci sarà un data base cliente dove è riportato nel dettaglio come e su quali canali il cliente è rintracciabile momento per momento).
In definitiva, tornando alla linea del documento, vi è il velato suggerimento che forse è giunto il momento di ripensare le architetture comunicative con uno sforzo più squisitamente politico, abbozzando dei modelli che sappiano raccogliere il meglio dei rispettivi fronti. Sempre che si voglia superare, a vantaggio dell¿utente, la tattica degli escamotage e l¿avventurismo nei servizi.