Europa
Il conglomerato elettronico tedesco Siemens starebbe pensando di trasferire all¿estero un terzo delle attività di sviluppo di software nel tentativo di ridurre i costi ed espandersi in quei Paesi dell¿Europa dell¿Est che dovrebbero essere inclusi nell¿Ue nei prossimi anni..
Secondo quanto riferito dal Financial Times almeno 10.000 posti di lavoro saranno spostati in quei Paesi dove la manodopera ha un costo inferiore.
L¿azienda giustifica la scelta facendo sapere di aver semplicemente seguito la tendenza che da un po¿ di anni caratterizza il settore IT.
¿(¿)tutti i nostri concorrenti fanno la stessa cosa, e così anche noi trasferiremo verso Est una parte delle nostre attività¿, ha dichiarato Johannes Feldmayer responsabile della strategia industriale del gruppo tedesco.
Siemens impiega attualmente nel settore della Ricerca e Sviluppo 50.000 persone, di cui 30.000 ¿ sparse in tutto il mondo – per il solo sviluppo dei software. Di queste, un terzo verrà spostato off-shore nei prossimi anni.
Il gruppo starebbe anche pensando di trasferire off-shore le attività di produzione e contabilità per approfittare non solo dei bassi costi, ma anche dell¿alta specializzazione del personale locale.
Con un progetto pilota, il gruppo ha già provveduto a trasferire nella Repubblica Ceca le attività di back office per l¿Europa.
Nell¿anno fiscale concluso a settembre, Siemens ha generato nei Paesi dell¿Est Europa profitti per 3 miliardi di euro, su un totale di 74 miliardi di euro.
¿Non siamo soddisfatti delle condizioni lavorative in Germania se paragonate a quelle dei Paesi europei a maggiore crescita¿, ha continuato Feldmayer al FT. Le rigide leggi tedesche stanno infatti spingendo molte compagnie a riorganizzare all¿estero la localizzazione delle proprie attività, in modo da tagliare rapidamente il costo del lavoro. ¿In fin dei conti la Germania trarrà vantaggio da questa strategia, che ci renderà più competitivi¿.
Oppure, spera la Siemens, la tendenza delle aziende a trasferire all¿estero le proprie attività spingerà le Autorità ad attuare dei cambiamenti nelle politiche del lavoro.
Il portavoce del conglomerato tecnologico, confermando quanto riportato dal FT, ha dichiarato che lo spostamento delle attività del gruppo non implica necessariamente la soppressione di posti di lavoro in Germania. Soltanto che in loco non verrà creata nuova occupazione, a vantaggio dei Paesi dell¿est Europa, dove verranno reclutati i nuovi ingegneri del gruppo elettronico.
¿In questi Paesi ¿ conclude Feldmayer ¿ il gruppo ha incontrato persone fantastiche e con un¿eccellente formazione, in particolar modo nell¿ambito dello sviluppo dei software¿.
Siemens, dunque, rivendica una maggiore preparazione per i futuri ingegneri e una politica che consenta alle aziende di sviluppare le proprie attività all¿interno del Paese, senza doverle trasferire all¿estero.
Come ha già fatto ad esempio la SAP ¿ azienda tedesca specializzata in soluzioni software per il business ¿ che ha trasferito lo sviluppo delle attività, le operazioni contabili e il customer service nell¿Europa dell¿est, in India e in Cina, Paesi, come già ribadito con forti competenze e bassi salari.
Solo un impiegato della SAP su due attualmente lavora in Germania
La notizia ha destato comunque molto scalpore in Germania, dal momento che il Paese sta vivendo un periodo di forti tensioni sociali dovute a due anni di stagnazione e a un livello di disoccupazione che sfiora il 10%. Il governo sta di fatto studiando una riforma destinata a ridurre la protezione sociale per stimolare la crescita.
Siemens è la prima azienda europea di tlc per numero di impiegati: il colosso dà lavoro a mezzo milione di persone, il 40% delle quali in Germania.