Mondo
di Daniela Panosetti
Semplicità, versatilità, sicurezza: le chiavi di una rivoluzione
Una evoluzione, oltre che una rivoluzione. Così è considerata la diffusione del cinema digitale dagli addetti ai lavori. Gli aspetti rivoluzionari delle nuove tecnologie applicate al settore poco più che centenario della cinematografia sono infatti, prima di tutto, il risultato di un percorso evolutivo in larga misura previsto. Un percorso che ha portato le applicazioni del digitale dal ristretto campo della trasmissione dati al campo allargato e ¿convergente¿ della trasmissione dei contenuti di ogni genere.
Ma seppure di rivoluzione si tratta, non saremo in grado di apprezzarne gli effetti prima di qualche anno. L¿industria del cinema digitale si trova ancora nella fase critica dello start-up e i vantaggi legati alla diffusione di queste tecnologie saranno evidenti soprattutto una volta superata questa fase. Per l¿industria digitale, infatti, forse ancor più che per gli altri settori, i costi di avviamento iniziale sono particolarmente ingenti anche se destinati ad essere largamente compensati dalla successiva e annunciata diminuzione dei costi di distribuzione e duplicazione. Ma tale diminuzione, allo stato attuale, è ancora subordinata al superamento di alcuni vincoli di mercato, in primo luogo la standardizzazione dei formati.
Come è avvenuto per i DVD rispetto al mercato domestico (e come sta avvenendo anche per gli eBook, altra rivoluzione annunciata e successivamente ¿congelata¿), l¿effettiva diffusione della nuova tecnologia nelle sale cinematografiche dipende dall¿adozione di un formato unico, che renda il sistema di distribuzione davvero efficiente e che sia in grado di massimizzare i vantaggi attraverso il raggiungimento di un effettiva ¿inter-operabilità¿.
Se la fisiologica diminuzione dei costi è di lì a venire, le compagnie che con spirito pionieristico hanno già investito sul cinema digitale possono già contare su una serie di fattori in grado di garantire una considerevole crescita dei guadagni. L¿EVS, una delle aziende impegnate su questo fronte, individua tre caratteristiche del cinema digitale in grado di garantire sin da ora dei margini considerevoli di guadagno: semplicità, versatilità e sicurezza.
Vediamo in dettaglio queste caratteristiche che corrispondono, peraltro, ai maggiori vantaggi competitivi derivati dall¿adozione di uno standard digitale nell¿industria cinematografica:
SEMPLICITA”
La catena di valore tipica dell¿industria cinematografica viene notevolmente alleggerita: la trasmissione digitale elimina i passaggi legati alla duplicazione, la distribuzione e l¿assemblaggio delle bobine, facendo decrescere i costi da circa 1300 a pochi dollari per copia. Stessi vantaggi per quanto riguarda la distribuzione della colonna sonora, che grazie alla banda larga può essere agevolmente inserita nel canale di trasmissione principale.
VERSATILITA”
Per versatilità l¿EVS intende sostanzialmente la capacità dei sistemi di cinema digitale di rispondere alla variabilità e all¿imprevedibilità delle esigenze degli utenti. In altri termini, la flessibilità dell¿offerta.
Il cinema digitale è versatile in quanto permette una gestione flessibile dei contenuti offerti da parte delle sale e la possibilità di cambiare la programmazione ¿on demand¿. Emblematico è il caso di un blockbuster inatteso: per rispondere alla domanda in eccesso e proiettare, ad esempio, lo stesso film in più sale, al gestore di cinema digitale è sufficiente richiedere in tempo reale un¿altra copia al server, laddove in un sistema tradizionale la spedizione di una nuova pellicola richiederebbe un tempo (e un costo) decisamente maggiore.
Tutto questo significa anche capacità di adattamento dei contenuti ai vari contesti locali: si può immaginare, ad esempio, la proiezione nelle sale di un evento dal vivo. O, ancora, una distribuzione dei prodotti cinematografici ¿ragionata¿, ovvero indirizzata a porzioni di utenza geograficamente limitate ma accomunate da interessi e tendenze simili. Il che permetterebbe una gestione ancora più oculata dei costi, già di per sé bassi, di distribuzione.
Il maggiore ostacolo su questa via di sviluppo risiede ancora nella mancanza di uno standard di trasmissione. Consapevoli dell¿importanza dell¿adozione di un formato unico, le aziende interessate stanno collaborando attivamente con la Standard Committee. Per entrambi la parola d¿ordine è ¿inter-operabilità¿.
Il migliore candidato per il raggiungimento di questo obiettivo primario è il formato MPEG-2.
IL FORMATO MPEG
Evoluzione del formato Mpeg-1, che già offriva una qualità pari allo standard NSTC, Mpeg-2 è il più diffuso formato di compressione video, adottato attualmente da tutte le televisioni digitali e dai produttori di DVD. Nelle versioni più avanzate, il formato Mpeg è in grado di garantire una risoluzione elevata ed adeguata ai proiettori digitali attualmente in uso.
Le caratteristiche principali di questo formato sono:
compresenza in un unico file di contenuti video, audio e dati privati sincronizzati con le tracce audiovisive;
possibilità di inserire tracce audio multiple, grazie all¿inserimento di ¿metadati¿ (dati che descrivono altri dati e li ¿legano¿ secondo vari rapporti di dipendenza);
struttura del file ¿a pacchetti¿, in grado di prevenire errori di trasmissione attraverso un sistema di ridondanza e l¿aggiunta di un codice di controllo per ogni pacchetto;
¿ridondanza temporale¿: la compressione Mpeg non solo elimina dalla trasmissione i dati ridondanti sul ogni immagine fissa, ma anche i dati che si ripetono identici tra un frame e il successivo, ottenendo così un alto livello di efficienza;
diverse qualità di risoluzione e frequenza di immagini a seconda del mezzo di destinazione (internet, televisione e cinema digitale). Per il cinema digitale (Mpeg2 HighProfile@HighLevel) la risoluzione arriva a 1920×1080 pixels e la frequenza a 24fps.
SICUREZZA
Ultimo e decisivo vantaggio competitivo, il livello di sicurezza nelle trasmissioni è abbastanza alto da impedire che il prodotto venga copiato e distribuito attraverso i canali pirata. EVS, ad esempio, ha adottato i sistemi di criptazione DES (Data Encription Standard) e AES (Advanced Encryption Standard) che per essere decrittati richiedono non solo estrema abilità e mezzi molto potenti, ma soprattutto tempi lunghissimi (anche qualche migliaio di ore di lavoro di hacking). La chiave di decrittazione viene cambiata continuamente, in modo da garantire una quasi completa inviolabilità dei codici.
Architetura del cinema digitale
Questi fattori critici permettono di avere una visione, per così dire, ¿in astratto¿ di una possibile rivoluzione digitale nel cinema. Ma come cambiano, in concreto, la produzione, la fruizione e, soprattutto, le abitudini del pubblico?
L¿adozione di un sistema di cinema digitale comporta innanzitutto un cambiamento radicale di ¿architettura¿: l¿edificio funzionale su cui si regge l¿attuale settore cinematografico è destinato a mutare fin dalle fondamenta.
Basti pensare a come cambia l¿estremo anello della catena di valore dell¿industria: la distribuzione finale ovvero, in termini concreti, la proiezione.
Con l¿adozione di un proiettore digitale, scompaiono quasi tutte le parti meccaniche, soggette ad usura, tra cui sopravvive solo l¿hard-disk, comunque al riparo da polvere e danni. Il compito dell¿operatore è ridotto ad una semplice gestione dei files, che vengono scaricati da uno o più server centrali e conservati in un gateway (per i cinema multisala) o in un server locale. I possibili guasti sono riparati automaticamente, anche in corso di proiezione e all¿operatore rimane solo l¿onere di sottoporre il sistema ad un check-up periodico.
Insomma, i vari passaggi della catena di valore, prima distribuiti tra diversi soggetti (studio, post-produttore, distributore, rivenditore finale) e dipendenti da diversi know-how, finiscono per fare capo ad un unico insieme di competenze e da un unico sistema interconnesso, completamente digitale. Una nuova architettura, appunto.
Questo vuol dire velocità ed efficienza, ma vuol dire anche che un problema a monte della catena può riversarsi su tutti gli altri anelli e che spesso, per risolvere tali problemi, sono necessarie competenze specifiche (quando invece una tradizionale bobina, se rovinata, può essere artigianalmente riparata da un operatore intraprendente¿)
Per questo, l¿architrave su cui si regge l¿edificio risiede nel concetto e nel sistema di ¿ridondanza¿, che insieme ai procedimenti di criptazione garantisce un livello sufficientemente alto di affidabilità.
RIDONDANZA
Il sistema di ridondanza serve essenzialmente ad impedire l¿effetto domino per cui un problema sopraggiunto in uno degli anelli finisce per spezzare l¿intera catena, impedendo la trasmissione dei dati. L¿idea di fondo, in realtà assai semplice, e di conservare una copia dei dati in corrispondenza di ogni possibile nodo di trasmissione. In questo modo, la presenza di copie di back-up in server multipli assicura un facile recupero dei dati ad ogni livello della catena. Il meccanismo è conosciuto con l¿acronimo SAFE: Store And Forward Exchange.
Ovviamente, l¿affidabilità del sistema decresce man mano che ci si sposta dal polo della produzione a quello della distribuzione finale.
Nel caso dei multisala, per ovviare a questa difficoltà, i collegamenti tra gateway centrale, server locali e schermi sono i più veloci e i più sicuri. Se sorgono problemi ad un server locale (che può anche essere interno al proiettore), il gateway è in grado di scavalcare il collegamento ordinario e gestire in maniera diretta e autonoma la proiezione della copia di back-up.
Nelle sale singole, invece, gateway e server sono integrati in un unico dispositivo. In questo caso la ridondanza non agisce moltiplicando le copie tra i nodi, ma collocandole in diversi dischi rigidi.
CRIPTAZIONE
I contenuti soggetti a copyright sono codificati attraverso algoritmi complessi e molto variabili. La tendenza, anche in questo campo, va verso la standardizzazione. Attualmente i metodi definiti con più esattezza dalla Standard Commitee sono l¿AES e il ¿Triple DES¿.
Un buon metodo di criptazione dei dati deve soddisfare due requisiti: mantenere i contenuti codificati lungo tutto il processo di trasmissione e garantire una conservazione delle chiavi di decifrazione il più sicura possibile. Secondo l¿EVS, il primo problema si risolve grazie ad un¿architettura ben progettata ed efficiente, il secondo attraverso l¿uso delle Smartcards, a condizione che queste vengano custodite da poche persone e fidate.
Il sistemaEVS
Il sistema proposto da EVS consiste in un server locale dotato di un potere di elaborazione sufficiente alla decrittazione e alla proiezione di un film alla volta. La capacità di memoria, tuttavia, permette di conservare fino a due film medio-lunghi contemporaneamente.
Il server, inoltre, è abbastanza piccolo da poter essere inserito direttamente nel proiettore. Questa compatibilità, insieme all¿uso di componenti scelti anche se non particolarmente costosi, dovrebbe portare, nelle previsioni, ad una graduale riduzione dei prezzi e alla diffusione di dispositivi integrati.
In questo modo l¿EVS, dopo avere conquistato in pochi anni il mercato dei sistemi di slow-motion replay per la TV, si candida a fare da apripista anche nell¿avventura, non esente da rischi, del cinema digitale.
EVS disegna, produce e commercializza sistemi digitali per le industrie video e audio nonché la gestione di server specificamente attrezzati per la trasmissione di cinema digitale. Le altre attività dl gruppo vanno dallo sviluppo e la fornitura di sistemi di slow motion (LSM, Live Slow-motion Storage), server audio e video, apparecchiature acustiche da studio.