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Il gigante americano Time Warner non quoterà in Borsa la sua divisione Tv via cavo, come aveva precedentemente deciso.
Lo ha riferito il presidente e Ad del Gruppo Richard Parsons in un¿intervista rilasciata al Financial Times Deutschland.
¿L¿introduzione in Borsa dovrebbe essere motivata da buoni argomenti strategici – ha dichiarato Parsons al quotidiano tedesco -, cosa che si potrebbe presentare nel momento in cui un potenziale partner vorrebbe essere pagato in azioni¿.
Aggiungendo che ¿La divisione del cavo è, senza dubbio, la sola per la quale la società dubita di ottenere dei tassi di crescita a due cifre nel corso dei futuri 3-5 anni, sia in termini di fatturato che di risultati¿.
Inizialmente il Gruppo americano aveva progettato un¿introduzione in Borsa di quest¿asset entro giugno di quest¿anno. Ma da allora non è stato fornito alcun dettaglio in merito, non si è più parlato neanche di una data precisa. Fino a ieri quando nella sua intervista Parsons ha fatto chiaramente capire che al momento la società non pensa ad alcuna introduzione in Borsa.
Intanto Time Warner ha annunciato di avere raggiunto il proprio obiettivo di riduzione del debito con un anno di anticipo rispetto al business plan del 2002.
La società americana, che presenta un pesante indebitamento, intorno ai 25 miliardi di dollari, un anno fa aveva stimato di scendere a 20 miliardi di dollari alla fine del 2004.
Secondo quanto annunciato dal direttore finanziario Wayne Pace alla stampa statunitense, la società dovrebbe toccare un debito di 20,5 miliardi di dollari entro la fine dell”esercizio fiscale in corso, raggiungendo il proprio obiettivo con 12 mesi di anticipo.
Time Warner ha condotto, nel corso dell”anno, una forte campagna di tagli dei costi incentrata principalmente su una politica di cessione degli asset non core del Gruppo, ultima delle quali la cessione di Warner Music – per 2,6 miliardi di dollari – a una cordata capeggiata da Edgar Bronfman Jr e l¿imprenditore egiziano Haim Saban.
Sempre nell¿ambito di questa politica di contenimento, la sua divisione Internet America Online (Aol) ha annunciato ieri che taglierà 450 posti di lavoro, pari al 2% della propria forza lavoro.
Il Gruppo ha infatti deciso di chiudere i suoi uffici di San Diego e San Francisco, dove lavoravano principalmente ingegneri e programmatori. Il portavoce della società Jim Whitney, riporta il Washington Post, ha spiegato che questa misura è stata presa nell¿ambito delle misure di riduzione dei costi e di centralizzazione del lavoro.
Aol conta ancora 24 milioni di abbonati, ma la società ne ha perso più di 2 milioni nel corso dell¿anno trascorso, e ha dovuto fare i conti con un notevole l¿abbattimento delle entrate pubblicitarie.