Europa
Dopo Time Warner Cable anche BT ha deciso di lanciare un¿offerta di telefonia VoIP in concomitanza con le feste natalizie.
Il mercato della telefonia su Internet comincia ad attrarre anche i big della telefonia europea: Broadband Voice, la campagna lanciata dall¿ex monopolista delle tlc britanniche prevede un pacchetto che consentirà agli abbonati via cavo di risparmiare fino al 57 per cento sui costi delle telefonate verso i cellulari e fino al 25 per cento sulle chiamate verso la rete fissa.
Per la prima volta, dunque, gli utenti di un operatore europeo potranno scegliere di poter effettuare telefonate su una linea vocale alternativa alla rete tradizionale senza bisogno di nuove connessioni ai network di BT, ma semplicemente connettendo il telefono alla linea broadband con uno speciale adattatore. In questo modo potranno essere mantenuti gli altri servizi via cavo.
Broadband Voice verrà commercializzato inizialmente nelle aree dove sono maggiormente concentrati gli abbonati alla banda larga via cavo di NTL e Telewest.
Pierre Danon, amministratore delegato di BT Retail ha spiegato che il servizio appena lanciato dal gruppo ¿¿porta la battaglia per la conquista di nuovi utenti diritta alla porta della concorrenza. L¿offerta combina infatti innovazione e risparmio reale, offrendo non solo una linea alternativa a BT per la prima volta, ma anche fornendo un risparmio potenziale per le chiamate fino a 109 sterline all¿anno¿.
I servizi Broadband Voice prevedono un abbonamento mensile di 7,50 sterline e consente agli utenti di effettuare chiamate nella fascia oraria mattutine e nei week end senza alcun costo aggiuntivo. Le chiamate effettuate nelle altre fasce orarie prevedono una tariffa di 3 pence al minuto.
L¿offerta può essere sottoscritta da chiunque disponga di una connessione a banda larga, e di un telefono a tastiera.
Ad ottobre anche Telecom Italia aveva rivelato di stare avviando la conversione delle proprie reti di accesso in reti IP a banda larga. Secondo quanto annunciato dalla società, entro tre anni, tutto il traffico nazionale di lunga distanza verrà trasferito su queste nuove reti che consentiranno di effettuare telefonate sfruttando lo standard delle reti Internet.
Il servizio, però, partirà prima in Francia, dove l¿ex monopolista italiano ha appena fondato una propria sussidiaria, Telecom Italia France, per offrire servizi di telefonia fissa ad alta velocità.
¿A gennaio 2004 offriremo un pacchetto VoIP su una connessione DSL in Francia¿ ha dichiarato il direttore di Telecom Italia Wireline, Stefano Pileri.
L¿operazione consentirà a Telecom Italia di accaparrarsi una consistente fetta del mercato francese della telefonia fissa a banda larga, ma anche di recuperare in competitività sul mercato italiano, dove la penetrazione dei telefonini ha causato un notevole calo dei ricavi provenienti dalle reti fisse.
¿La nostra priorità, dice ancora Pileri, è di trasformare le linee tradizionali in linee ad alta velocità. Entro quest¿anno, la penetrazione del broadband sarà del 10% e contiamo di aumentarla di un altro 10% nel 2004¿. Se ciò avvenisse, entro il prossimo anno, Telecom Italia avrà 4 milioni di utenti su 20 milioni di linee a banda larga. “Entro la fine del 2003, l”80% del trasporto del traffico voce di Telecom Italia viaggerà attraverso la soluzione VoIP¿.
Il gruppo ha cominciato a migrare il proprio traffico europeo verso le reti IP già nel 1999. In seguito ha adottato un progetto mirante a convertire su VoIP tutto il traffico locale con l¿aiuto di Cisco Systems e Italtel. La terza fase del programma, quella in cui il gruppo è appena entrato, si concluderà con il lancio delle prime offerte VoIP alle imprese.
L¿implementazione dei servizi e delle infrastrutture, tuttavia, non è compito tra i più semplici. Stefano Pileri ha spiegato che Telecom Italia ha avuto serie difficoltà a ottenere il livello di qualità richiesto per i diversi servizi: da quelli vocali ai dati e alle videoconferenze. I costi legati alla formazione di ingegneri capaci di gestire allo stesso tempo i servizi vocali e quelli dati, sono stati esorbitanti: la società ha sborsato, tra il 2002 e il 2003, 40 milioni di euro.
Secondo uno studio condotto da Yankee Group, su 25 operatori europei, due terzi stimano che i tradizionali servizi vocali rappresenteranno meno del 25% totale dei ricavi da qui al 2006. Il 42% degli operatori intervistati prevede una rapida migrazione ai servizi VoIP nel corso dei prossimi due anni.