Italia
Mercato e protagonisti: alcune considerazioni sullo scenario europeo ed italiano
Il mercato dei contenuti della televisione generalista italiana è fortemente influenzato, ovviamente, dal sistema di duopolio Rai-Mediaset prima richiamato, soprattutto se si considera che questi due operatori, assieme, attraggono più del 90% dell¿ascolto complessivo, con una tendenza al graduale livellamento tra i due.
Tra i due broadcaster, la Rai fa meno ricorso ai programmi d¿acquisto. In ambito Mediaset , negli ultimi anni i programmi d¿acquisto hanno pesato per il 55-65% sia per Italia1 che per Rete4, mentre per Canale5 la percentuale si è assestata su un 28-33%. Mediaset rappresenta uno dei maggiori acquirenti nel mercato europeo dei contenuti televisivi.
La spesa complessiva per i programmi acquistati ha registrato un lieve aumento nel caso della televisione generalista, mentre il comparto della televisione a pagamento, ha fatto segnare una crescita assai maggiore, con previsioni di ulteriore crescita anche per i prossimi 2-3 anni. Data la limitata crescita del cavo (circoscritta alla sola offerta di Fastweb) e lo sviluppo della più economica distribuzione via satellite, appare probabile l¿affacciarsi di un nuovo scenario competitivo solo con l¿avvio, nei prossimi anni, dei nuovi servizi di televisione digitale terrestre. Ma francamente allo stato attuale sembra un¿ipotesi alquanto remota.
Non si intravedono nuovi operatori di rilievo e la carenza di produttori indipendenti capaci di competere sul mercato continentale, con poche rare eccezioni (prime fra tutte la Lux), lascia intendere che il mercato italiano della televisione generalista dipenderà ancora per molto dai programmi d¿acquisto.
Quali sono i macrogeneri prevalenti? E¿ un elenco corto in cui spiccano fiction, sport, generi di animazione e format.
La fiction. La crescita costante dei costi di produzione e l¿andamento non favorevole dei programmi di intrattenimento, soprattutto con riferimento ai reality e game-show, hanno influenzato negli ultimi 2-3 anni la flessione della produzione di fiction a livello europeo, anche se non mancano piccoli segni di ripresa.
Per la prima volta dal 1996, tutti e tre i principali indicatori (volume orario, numero dei titoli e numero degli episodi) relativi al livello di produzione di fiction televisiva, sono in declino e per due anni di seguito.
Si tratta di una tendenza alquanto uniforme nei vari paesi europei, che sembra indicare il ridimensionamento del ruolo della fiction, dopo il successo degli anni Novanta.
Nel corso di questi anni, si è peraltro registrata una modifica nella composizione della produzione di fiction europea, con una riduzione della quota, tradizionalmente elevata, dei produttori nordeuropei. Secondo Eurofiction, nel 1996 i 2/3 delle nuove produzioni di fiction europea erano concentrate in Germania e Gran Bretagna. Oggi gli stessi due Paesi forniscono una quota di poco superiore alla metà, per effetto dell¿aumento del contributo spagnolo ed italiano.
All¿interno del comparto della fiction, si è osservata una progressiva affermazione delle serie televisive, in parte a scapito del genere tv-movie. Quindi, meno tv-movie e più serie televisive sembra essere il fenomeno più appariscente nella dinamica complessiva delle programmazioni europee. Grazie agli appuntamenti fissi, le serie costruiscono infatti la fedeltà del pubblico, garantiscono una copertura estensiva degli spazi di programmazione, si adattano sia alla collocazione serale che a quella pomeridiana o addirittura mattutina e hanno un più alto livello di successo.
Lo sport. Il rapporto a tratti perverso tra eventi sportivi e loro sfruttamento televisivo ha determinato una lievitazione dei costi senza precedenti di questo specifico segmento del mercato dei contenuti. Numerose ricerche indicano come, a fronte di un incremento di tutte le voci di sfruttamento commerciale, quello dei diritti sportivi ceduti alle televisioni rappresenti il settore con il maggior tasso di crescita.
In Europa, ad esempio, il 2000 ha registrato un valore complessivo del mercato dei diritti sportivi di 5,4 miliardi di euro, con una ragguardevole crescita media annua del 30% nel periodo 1995-2000. Tra gli eventi che hanno registrato l¿innalzamento più elevato del prezzo dei diritti, si ricordano le Olimpiadi estive (dai 6,6 milioni di € nel 1980 a quasi 440 milioni di € per Atene 2004), unitamente alla Formula 1 e, soprattutto, al calcio.
Nel caso del calcio, l¿ultimo decennio ha infatti registrato dappertutto una straordinaria lievitazione dei costi, forse, al di là di ogni ragionevole soglia di percorribilità, come le recenti vicende societarie dei singoli club confermano.
Ricavi da diritti televisivi – Stagione 2001-2002, campionato e coppe nazionali (milioni di euro)
Gran Bretagna 940
Italia 485
Francia 397
Germania 383
Spagna 237
Fonte: Key4biz su dati Figc e Sole-24-Ore
Il mercato dei contenuti televisivi -I PARTE
Il mercato dei contenuti televisivi -II PARTE
Il mercato dei contenuti televisivi -III PARTE
Il mercato dei contenuti televisivi – IV PARTE
Il mercato dei contenuti televisivi -V PARTE