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Si aprirà mercoledì prossimo, 10 dicembre, a Ginevra il primo Summit mondiale sulla Società dell¿Informazione (WSIS ¿ World Summit on the Information Society), organizzato dalle Nazioni Unite. Il vertice riunirà le delegazioni di 200 Paesi, che discuteranno di digital divide e dell¿accesso ai moderni di mezzi comunicazione, in particolare Internet.
Un progetto di Dichiarazione di principi e un Piano d¿azione sono stati già abbozzati nelle riunioni preparatorie e dovranno essere adottati dal Summit, che chiuderà venerdì 12 dicembre. Ma rimane ancora in sospeso, uno dei punti fondamentali, si tratta della parte relativa ai finanziamenti, di cui si discuterà oggi a Ginevra.
Si tratta di decidere della necessità di costituire dei Fondi speciali per colmare la ¿frattura digitale¿. A chiederli a gran voce sono i Paesi africani, ma gli occidentali rimangono riluttanti.
Ma anche altri aspetti fondamentali di quella che dovrà essere la futura Società dell¿Informazione ¿ libertà d¿espressione, ruolo dei media, regolamentazione di Internet, rispetto della proprietà intellettuale ¿ non sono stati regolati che da formule vaghe.
Un ¿Gruppo di lavoro¿ dell¿Onu è stato incaricato di determinare entro il 2005 se conviene creare una nuova Autorità di controllo tecnico della Rete. Salvando eventualmente il ruolo dell¿ente di regolazione di Internet, ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), con sede in California, cosa che farebbe felici gli Stati Uniti.
Creato nel 1998, l”ente supervisiona la gestione di una risorsa rara e insieme importantissima: i nomi dei domini, cioè gli indirizzi dei vari siti Web che terminano con suffissi come .com, .org, .edu o .biz.
Ma a tal proposito, già alcuni organismi intergovernativi che partecipano al WSIS hanno annunciato che pubblicheranno una dichiarazione separata, e accusano alcuni Paesi come la Cina e la Tunisia (che ospiterà la seconda fase del Summit, prevista per il 2005), di reprimere il cyber dissenso, e di tentare di servirsi di questa via per affermare il diritto dei governi di censurare il Web.
La scelta di Tunisi come sede del Summit nel 2005 ¿è una contraddizione con la violazione sistematica della libertà di informazione da parte del regime del presidente Ben Ali¿, ha dichiarato ieri a Ginevra il rappresentante della Federazione internazionale dei diritti dell¿uomo (FIDH – Fédération internationale des droits de l”homme) Antoine Madelin.
Il vicepresidente dell¿Organizzazione mondiale contro la tortura (OMCT – Organisation mondiale contre la torture) Laurence Lacroix ha indicato che gli organismi intergovernativi sui diritti dell¿uomo accreditate al WSIS avevano già fissato alcune condizioni per la tenuta della seconda parte del Summit a Tunisi.
La Tunisia – ha detto l¿OMCT ¿ deve ¿mostrare in particolare dei concreti segni di miglioramento della condizione delle libertà¿.
Mercoledì sarà proprio il presidente tunisino Ben Ali ad aprire il lavori di Ginevra, insieme al Segretario generale dell¿Onu Kofi Annan e al presidente svizzero Pascal Couchepin.
La situazione si presenta alquanto complessa e già diverse personalità hanno chiesto lo spostamento della seconda parte del Summit in una città diversa da Tunisi.
Il summit dell¿International Telecommunication Union (ITU) in Tunisia rappresenterà la seconda parte di questa conferenza, con l¿obiettivo di finalizzare i progetti che saranno elaborati sulla riduzione del digital divide e lo sviluppo di altre tecnologie dell¿informazione.
Molti osservatori hanno dichiarato che ¿La situazione dei diritti dell¿uomo in Tunisia è catastrofica (¿) siamo alquanto sorpresi che un Summit dell¿Onu sulla libertà d¿espressione si tenga proprio lì¿.
Attualmente in Tunisia ci sono 600 prigionieri politici. Gli avvocati sono in prigione, i media sono sotto il totale controllo del governo e i movimenti nazionali di difesa dei diritti dell¿uomo si trovano bloccato il loro accesso a Internet.
Alcuni evidenziano che se l¿ITU organizzerà la riunione a Tunisi, non farà che incoraggiare il governo e il presidente Zine Abidine Ben Ali a continuare a perseguire la politica repressiva.
Un appello in questo senso è stato rivolto al Segretario generale dell¿ITU, Yoshio Utsumi, e sostenuto dai rappresentanti all¿Onu della Fédération internationale des droits de l”homme (FIDH), dell”Organisation mondiale contre la torture e da Reporters sans frontières.
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