Europa
Per sistemi radiomobili di ¿terza generazione¿ si intende un insieme di tecnologie di rete atte ad assicurare l”accesso mobile ad alta velocità a servizi telefonici multimediali basati anche su Internet e sul relativo protocollo IP.
In Europa, le reti mobili di terza generazione sono identificate con l”acronimo Umts (Universal mobile telecommunication system) o più semplicemente 3G. Il 3G è caratterizzato da un”architettura che racchiude diverse soluzioni integrate e complementari. Una tipica rete 3G, ad esempio, comprende celle di più ampie dimensioni in aree extraurbane, con velocità fino a 384 kbit/s, compatibili con l¿utilizzo su mezzi mobili ad alta velocità (ferrovie, autostrade). In aree metropolitanevengono realizzate invece delle microcelle con punte di velocità ancora più elevate, fino a 2 Mbit/s, compatibili però con velocità di movimento più limitate tipiche dei movimenti urbani (in casa, in ufficio, per strada).
Tenendo conto delle velocità realisticamente sostenibili, dell”ordine delle centinaia di kbit al secondo, il 3G apre le porte a una serie di interessanti servizi: dall”accesso alle risorse personali conservate in rete, alla lettura delle eMail, dal contatto con gli ambienti di lavoro degli utenti all¿home banking, ossia la possibilità di accedere a servizi bancari online, dalla prenotazione di biglietti aerei o ferroviari all”acquisto di beni materiali e a tutte le altre funzioni tipiche della rete. Ma non finisce qui. Tra gli altri servizi fruibili dal telefonino di terza generazione, vi è anche la possibilità di scaricare e ascoltare musica, la visione di brevi videoclip, la disponibilità di piccoli e sofisticati giochi, il download di nuovi accessori software per il terminale (non solo le classiche suonerie o loghi), l”accesso a informazioni sul traffico o la ricerca di una strada sconosciuta su una mappa, il reperimento di informazioni sulla precisa localizzazione di cinema e ristoranti o l”utilizzo di sistemi di messaggistica multimediale, da molti considerati come la killer application del futuro, al pari degli SMS.
Il 2002 avrebbe dovuto essere l¿anno del 3G, l¿anno che, secondo le promesse dei gestori, avrebbe dovuto chiudersi con il lancio dei primi servizi di terza generazione in molti Paesi europei.
E invece è stato un anno con molti stop e nessun go. I fatti hanno smentito tutti, nonostante gli annunci promettenti.
In gennaio Sonera annuncia l¿avvio dei primi servizi UMTS nelle quattro maggiori città finlandesi. Via libera anche per la rete UMTS di H3G in Italia, che ottiene da undici banche un finanziamento di 3,2 miliardi di euro, mentre Ipse2000, controllata da Telefonica, conferma il proprio impegno per l¿UMTS, anche se dà l¿addio al GPRS.
In febbraio cominciano i primi dolori. Il governo belga pospone il lancio dei servizi 3G perché, a suo dire, né la rete né i terminali sono pronti. Telecom Italia dichiara invece di voler investire sette miliardi di euro nei servizi di rete mobile, destinandone l¿83% a GPRS e UMTS.
In marzo la finlandese Sonera fissa al 26 settembre il lancio commerciale dei servizi 3G.
In aprile nasce un¿alleanza tra Motorola e Siemens per lo sviluppo di cellulari 3G.
In maggio solo Boygues Telecom si candida per le ultime due licenze UMTS francesi, mentre il giapponese Foma, il servizio 3G di NTT DoCoMo, raggiunge i centomila abbonati. Alcuni analisti prevedono per il Giappone una crescita di utenti dei servizi di terza generazione fino a due milioni di unità per la fine del 2002.
In giugno H3G annuncia il servizi UMTS denominato “3” per la fine dell¿anno. Il niovo servizio comprenderà videochiamate, news, messaggistica e intrattenimento.
In luglio si annunciano i primi forfait.
Il colosso spagnolo Telefonica e l¿alleato finlandese Sonera sono i primi a rinunciare a una rete 3G transnazionale, bloccando gli investimenti 3G in Germania, Austria, Svizzera e Italia (dove sono presenti in Ipse 2000) e azzerando la loro joint venture tedesca Quam, consapevoli dell¿obbligo di dover accantonare un passivo di 4,9 miliardi di euro.
Successivamente anche Orange, la società controllata da France Telecom, comunica al governo svedese almeno tre anni di ritardo nella realizzazione della rete 3G nel Paese scandinavo. Il governo italiano, intanto, estende a 20 gli anni della durata delle licenze UMTS (precedentemente fissata in 15 anni).
In agosto TIM annuncia l¿acquisizione di Blu, uno dei vincitori dell¿asta italiana, dopo l¿approvazione dell¿operazione da parte della Commissione europea. TIM ne manterrà parte dell¿infrastruttura, cedendo marchio e clienti a Wind, alcuni siti ad H3G ed alcune stazioni radiobase all¿allora Vodafone Omnitel.
Tra gli obblighi imposti dai regolatori nazionali e sottoscritti dagli operatori al momento dell¿acquisto della licenza, vi erano anche precisi vincoli di copertura.
Nessun operatore, tuttavia riesce ad adempiere agli impegni presi al momento dell¿assegnazione delle licenze e molti altri, sfiancati dai debiti seguono l¿esempio di Telefonica, svalutando gli investimenti e abbandonando l¿avventura della telefonia di terza generazione.
Quasi tutte le più importanti società di tlc hanno infatti dato fondo alle proprie casse, spremuto gli azionisti con collocamenti e Ipo per partecipare a una gara miliardaria e vedere i propri titoli che rispetto ai massimi del marzo 2000 perdevano in pochissimo tempo quasi l”80% del loro valore.
La crisi investe comunque tutti i settori: alla fine anche il gigante mondiale delle telecomunicazioni mobili, la britannica Vodafone ammette di non essere in condizione di rispettare gli impegni e dichiara di dover far slittare al marzo 2003 il lancio dei servizi 3G. ¿Non siamo ancora soddisfatti della qualità dei terminali¿, la giustificazione del gruppo britannico.
Contemporaneamente il costruttore finlandese Nokia annuncia l¿ennesima ondata di licenziamenti nella divisione networking, la divisione, per l¿appunto, che produce le reti di terza generazione.
Il dato che meglio fotografa la crisi del settore è proprio quello relativo agli apparati: il fatturato complessivo è diminuito dell¿11,6% (da 11.088 milioni di euro del 2001 a 9.805 milioni dell¿anno scorso).
Netto il crollo del giro d¿affari per quel che riguarda le infrastrutture: -16,5%, dai 6.693 milioni di euro del 2001 a 5.588 milioni nel 2002, mentre per i sistemi e i terminali le perdite sono state più contenute, assestandosi intorno ai quattro punti percentuali in meno (da 4.395 milioni di euro a 4.217 milioni di euro).
Il 2003 si apre, dunque, con la consapevolezza che le spese sostenute per il 3G non saranno recuperate nei tempi previsti. Il completamento delle reti, già slittato di parecchi mesi, sembra infatti prendere molto più tempo del previsto. A completare il quadro negativo in Europa, contribuisce anche la debolezza del dollaro nei confronti dell¿euro e lo scoppio della Sars nei Paesi orientali, fattori che incidono in modo determinante nei risultati dei maggiori gruppi europei.
Addirittura, secondo la Forrester Research, non si può ambire a una penetrazione superiore al 10% prima del 2007. Posizioni analoghe sono sostenute anche da altre strutture di intelligence di mercato, quali Datamonitor, Analysys Consulting e In-Stat/Mdr. Le cause? Troppi ritardi tecnici, impreparazione del mercato, difficoltà finanziarie legate agli elevati costi sostenuti sino ad allora.
Gli operatori, però, lentamente reagiscono e anche quelli più restii avviano consistenti ristrutturazioni, tagliando costi, cedendo attività non centrali, allo scopo di migliorare situazioni debitorie a volte insostenibili. Sono cambiati anche alcuni aspetti strutturali: è continuata la sostituzione del fisso con il mobile, il traffico voce si è ridotto anche per il forte sviluppo degli Sms; la tecnologia Dsl e l¿avvento del wi-fi hanno costretto a innovare i modelli di business.
Deutsche Telekom sta riducendo in modo significativo l¿indebitamento, e così stanno facendo France Télécom e, ancor di più, Telecom Italia.
L¿Unione europea, intanto, nello scorso mese di maggio ha approvato – su richiesta di T-Mobile (filiale di Deutsche Telekom) e Mm02 (filiale del gruppo British Telecom) – la condivisione delle reti 3G in Gran Bretagna e successivamente in Germania. Un passo definito, da molti operatori, cruciale per lo sviluppo del settore. La Commissione è giunta infatti alla conclusione che ¿¿la condivisione delle reti non solleva in sè il problema della concorrenza¿ma permetterà di offrire una copertura migliore e più rapida, soprattutto nelle zone periferiche e scarsamente popolate¿la condivisione dei siti tra le aziende non limita la concorrenza, poiché il campo di applicazione dell¿accordo riguarda soltanto le infrastrutture di base. Il sistema merita inoltre di essere incoraggiato per motivi ecologici e sanitari da perseguire sia a livello nazionale che comunitario¿.
A oggi i profitti legati allo scambio di dati tra apparecchi wireless provengono per lo più dal traffico generato dai contenuti e dalle tariffe, sempre per gli stessi contenuti. A differenza dei gestori di linea fissa, gli operatori mobili hanno la possibilità di mettere le mani su una grossa fetta del guadagno. In Europa, però, non è stato fatto molto per dare valore proprio a quella che sembra essere la tanto sospirata ¿killer application¿ della telefonia di terza generazione.
Ancora per i prossimi 12-24 mesi buona parte della crescita sarà dunque generata da messaggistica semplice, mentre per gli Mms ci si aspetta una penetrazione tra il 20 e il 25% entro fine 2004.
La battaglia, secondo le ultime valutazioni degli analisti, si giocherà sul campo dei contenuti: il mercato dei contenuti (e con esso le speranze di guadagno dei gestori) sembra essere in rapida evoluzione, come dimostra il grande successo che lo standard giapponese i-mode sta ottenendo anche in Europa.
NTT DoCoMo ha dimostrato che la multimedialità applicata alla telefonia mobile paga e lo ha fatto basando le proprie strategie sui contenuti: in Giappone, infatti, esistono già più di cinquantamila siti che forniscono notizie o servizi legati all¿i-mode. L¿operatore ha inoltre invogliato gli investimenti nel settore stipulando con i fornitori contratti di tipo win-win, grazie ai quali i content provider intascano fino al 91% del costo dell¿abbonamento. In principio, i contenuti si limitavano a servizi di personalizzazione quali loghi e suonerie, ma attualmente essi spaziano in contesti più ampi: dai giochi Java all¿intrattenimento per adulti; dall¿interazione con la TV alla fruizione di musica, video e sport; dalle eMail alle transazioni bancarie, finanziarie e commerciali; dai dizionari alle più diverse guide e informazioni
La crescita del mobile Internet in Europa è al di sotto del 10%, e cresce a ritmi blandi dell¿1-2% all¿anno. Secondo Forrester Research, entro la fine del 2003 ben il 70% degli europei possederà un cellulare. Nel 2008 addirittura si giungerà alla quasi saturazione del mercato, con la fatidica soglia dell”80%, ritenuta difficilmente superabile nel breve termine.
La crescita sarà notevole soprattutto per il GPRS, ritenuto da moti la vera minaccia per il futuro del 3G: secondo gli ultimi dati, l”UMTS accoglierà solo lo 0,5% degli utenti mobili entro il 2003 e solo il 21% nel 2008. I motivi di questa partenza rallentata saranno i bassi costi dei servizi GPRS, il miglioramento della rete stessa con la possibilità di attivare servizi multimediali sempre più avanzati e il maggior appeal dei cellulari GPRS rispetto a quelli UMTS.
D¿accordo con le analisi di Forrester, è il presidente di Alcatel, Serge Tchuruk, che afferma che i motivi del ritardo nel lancio del 3G sono molto semplici: ¿¿ i servizi disponibili in fase di lancio sono già oggi perfettamente accessibili anche dalle reti di seconda generazione utilizzando i meno costosi terminali GPRS. Di conseguenza, un effettivo successo dell¿UMTS avverrà non prima della fine del 2004, quando almeno ci sarà qualche prevedibile e sostanziale innovazione¿.
In questo contesto – per quanto riguarda in particolare il mercato italiano – la penetrazione di mercato di H3G, ora 3, il primo gestore ad aver lanciato i servizi di terza generazione nel nostro Paese, evidenzia che il cammino da fare per raggiungere la diffusione di massa è ancora consistente. A giugno scorso gli abbonati erano 90.000 e a fine anno dovrebbero arrivare a poco meno di 350.000, ovvero molto al di sotto della stima iniziale di un milione di abbonamenti entro la fine del 2003.
I maggiori costruttori, dopo risultati deludenti sia nel primo che nel secondo trimestre, sono concordi nell¿abbassare le stime di vendita dell¿esercizio 2003, sono realisti, ma non vogliono cedere al pessimismo.
Secondo la joint-venture nippo-svedese Sony-Ericsson, il ritorno al profitto dovrebbe avvenire al raggiungimento di una quota di mercato pari 10% quindi, secondo le stime del gruppo, entro la fine dell¿anno. L¿azienda si è preoccupata di rassicurare tutti annunciando un ritorno al profitto nel secondo semestre 2003, grazie allo sviluppo del portafoglio dei prodotti GSM e del mercato giapponese. Non ci sarà però utile netto nel 2003, in ragione dei costi di ristrutturazione e delle perdite del primo semestre.
Anche secondo Jorma Ollila, presidente di Nokia, la ripresa non arriverà nei tempi sperati, poiché, ¿¿la situazione economica mondiale ha causato forte incertezza tra gli operatori che non sono sicuri quanto gli utenti siano disposti a pagare per i nuovi servizi mobili. Perciò, e per l¿incertezza riguardo i servizi e le tecnologie del futuro, essi non sono spinti a investire. Inoltre molti operatori hanno presentato bilanci modesti e stanno lavorando sui piani di ristrutturazione¿
Per quanto riguarda i problemi tecnici che hanno causato il rinvio del lancio dei servizi 3G, Ollila assicura che, sì, i ritardi ci sono stati, ma che adesso tutto procede come nelle previsioni: i nuovi servizi necessitano di un motore che poggia su una tecnologia complessa, molto complessa, forse troppo. Ma, secondo Nokia, gli utenti troveranno i nuovi servizi fantastici. E la società scandinava sta facendo grossi investimenti in R&S sulle nuove applicazioni.
Il gruppo telefonico britannico Vodafone comincia invece a intravedere un¿inversione di tendenza, annunciando una crescita del numero di abbonati nel primo trimestre superiore alle attese, accanto ad un incremento della media dei ricavi nei due paesi europei dove sono partiti i servizi di terza generazione: Gran Bretagna e Italia.
Anche la francese Orange (divisione mobile di France Telecom) annuncia un primo semestre nonostante tutto superiore alle aspettative degli analisti.
In conclusione sembra di intravedere una soluzione dello stato di difficoltà degli ultimi due anni, resta solo da valutare l¿impatto del lancio del Wi-Fi sullo sviluppo dell¿infrastruttura del 3G.
© 2003 Key4biz.it