Europa
La Commissione europea ha annunciato oggi di aver intrapreso un”azione legale contro nove Stati dell”Unione, che non hanno rispettato il termine fissato per armonizzare le proprie legislazioni alla Direttiva 2002/58/CE sulla Privacy e le Comunicazioni elettroniche.
L”azione legale dell”esecutivo Ue riguarda Germania, Francia, Belgio, Olanda, Portogallo, Grecia, Svezia, Lussemburgo e Finlandia, che non hanno rispettato la scadenza fissata al 31 ottobre per inserire nelle proprie legislazioni le norme comunitarie.
Erkki Liikanen, il Commissario Ue per le Imprese e la società dell¿Informazione, in un comunicato, ha invitato gli Stati a introdurre nel più breve tempo possibile la Direttiva.
E¿ necessario ¿ ha sottolineato Liikanen ¿ che gli Stati elaborino delle misure per chiedere un risarcimento dei danni cagionati ai responsabili dello spam, oltre che prevedere delle sanzioni contro questo fenomeno.
La pratica avviata dalla Commissione costituisce la prima fase di un processo suscettibile di finire davanti la Corte di Giustizia europea. I Paesi hanno adesso due mesi di tempo per conformarsi alla Direttiva Ue.
Le nuove disposizioni introducono una protezione più rigorosa dei dati personali su Internet e contengono misure per combattere il fenomeno dello spamming, la trasmissione delle eMail commerciali non sollecitate, che invadono quotidianamente i box di posta degli utenti Internet.
Secondo le stime di Bruxelles, in Europa il 46% della posta elettronica è costituito da messaggi spazzatura, mentre nel 2001 lo spam rappresentava solo il 7% della posta mondiale.
Inoltre, le perdite di produttività per le imprese dell¿Unione nel 2002 sono state di 2,5 miliardi di euro, mentre lo spamming avrebbe ormai superato il 50% del traffico mondiale di posta elettronica.
Ecco perché diventa urgente, secondo Liikanen, che ci sia una cooperazione tra tutti gli Stati che coinvolga anche gli utenti, le associazioni dei consumatori, le imprese fornitrici di servizi e le Autorità nazionali preposte al controllo.
L¿Italia ha già provveduto al recepimento della Direttiva con l¿emanazione del Codice della protezione datidel 30 giugno scorso.
Ci si è così dotati di strumenti e leggi che possano limitare o scoraggiare l”uso dei dati personali da parte delle compagnie telefoniche, aziende, stati e altri possessori di strumenti di comunicazione.
Le leggi e i regolamenti emessi dal Garante della privacy hanno permesso, in alcuni casi, di sanzionare con pene pecuniarie i colpevoli di spam e gli utilizzatori, senza autorizzazione, di indirizzi eMail.
Le leggi italiane sono ispirate e hanno ispirato questa direttiva europea. Due obiettivi principali del legislatore: armonizzare le varie legislazioni europee e fissare i paletti per un sano sviluppo della società dell”Informazione.