Italia
Risveglio grigio per il centrosinistra. Non si è trattato di un brutto sogno, il Ddl Gasparri di riforma del sistema radiotelevisivo da ieri sera è legge. Ma la battaglia non è conclusa.
Il Senato ha approvato, nella serata di ieri, in via definitiva il Ddl con 155 Sì, 128 No. Nessun astenuto. Sono stati respinti tutti gli emendamenti, anche per voto segreto, proposti dall”Ulivo.
La nuova legge prevede nuovi tetti antitrust per la pubblicità, prendendo come riferimento il cosiddetto SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni) – canone Rai, pubblicità nazionale e locale, sponsorizzazioni, televendite, introiti dell”editoria, di Internet, dell”industria cinematografica e delle imprese di pubblicità -; nuovi criteri di nomina del Cda della Rai e avvio del processo di privatizzazione della Tv di Stato; la possibilità per gli editori di giornali di entrare nel mercato televisivo. La nuova legge modifica le normative precedenti, la Mammi del 1990 e la legge Maccanico del 1997.
Il provvedimento sancisce, inoltre, la sopravvivenza di Rete4, nonostante una sentenza della Corte costituzionale abbia stabilito il passaggio sul satellite dal 31 dicembre 2003, e fissa il passaggio alla tecnica di diffusione in digitale terrestre entro il 2006.
Il Ddl Gasparri era stato varato dall”aula della Camera il 2 ottobre scorso dopo essere stato licenziato da Senato in luglio. Ma il ritorno al Senato si è reso necessario per due modifiche apportate dalla Camera con il via libera ad altrettanti emendamenti agli articoli 10 e 24 presentati dell”opposizione, che avevano ricevuto l”ok di Montecitorio con l¿aiuto di franchi tiratori. In particolare l”articolo 10, come modificato dalla Camera, dispone il divieto ai minori di anni 14 di prendere parte a spot pubblicitari.
L”altra modifica è di tipo ”tecnico” e riguarda la disciplina per l”avvio della radiofonia digitale. Ma già si parla di alcuni espedienti tecnici per aggirare gli emendamenti.
La legge dovrà ora essere promulgata dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per entrare in vigore.
Dal centrosinistra si spera che il presidente non controfirmi la legge e la rinvii invece alle Camere per un nuovo esame la legge, che secondo il loro parere, è stata confezionata su misura per le aziende del premier Silvio Berlusconi e rafforza il duopolio Rai-Mediaset.
Il centrosinistra, sostenuto dai movimenti di piazza dei girotondi, ricorda che è stato Ciampi a inviare nel luglio del 2002 un messaggio alle Camere, l”unico della sua presidenza, invitandole a fare una legge che correggesse le lacune del sistema attuale, stabilendo condizioni di pluralismo nell”offerta di informazione.
“Ciampi sa che cosa fare adesso. Gli elementi che aveva richiamato nel suo messaggio non solo non sono stati rimossi, ma si sono aggravati“, ha detto Willer Bordon.
Ma per Gasparri, la sua legge favorisce l”aumento dell”offerta televisiva, quindi del pluralismo, grazie al passaggio entro il 2006 al sistema digitale terrestre.
Soddisfatto il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ¿E” chiaro che sono soddisfatto, ma è anche chiaro che è una battaglia, è 25 anni che ci siamo. E” un altro capitolo della ”storia infinita”¿.
Per il vicepresidente Fininvest, Marina Berlusconi, l”approvazione al Senato in via definitiva del Ddl Gasparri ¿¿è un fatto positivo per l”intero sistema della comunicazione¿.
Non è d¿accordo Massimo D¿Alema, che dichiara ¿In un quadro di problemi enormi che riguardano gli equilibri del mondo, noi abbiamo un governo che ha una sola preoccupazione: condurre in porto l”ultima, tormentata legge che sistema gli affari di Berlusconi¿. Aggiungendo ¿Una legge scandalosa che serve a consolidare la posizione dominante del premier nelle Tv e nella pubblicità, e che oltre a violare la Costituzione e a essere in contrasto con due sentenze della Consulta, è anche palesemente contraria alle normative europee¿.
I girotondini minacciano una ¿mobilitazione a oltranza¿, affinché il presidente della Repubblica non firmi questa legge anticostituzionale.
Da ieri, immediatamente dopo il Sì del Senato, è online sul sito www.igirotondi.it, l”appello indirizzato alla casella di posta elettronica del Quirinale.
Ma Silvio Berlusconi non ha dubbi, ¿Ciampi firmerà la legge“. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, il premier avrebbe detto ai suoi più prossimi: ¿Ho ricevuto assicurazioni precise anche perché siamo andati incontro alle osservazioni del Quirinale“. E anche il ministro Gasparri, si è mostrato sereno ¿ogni passaggio della legge è stato comunicato alla presidenza della Repubblica¿.
Dall¿opposizione, però, ritengono che siano ampi margini perché il presidente Ciampi non firmi.
E mentre il mondo politico aspetta le decisioni del Quirinale, dalla sinistra c¿è già chi si consola, ¿appena torneremo al potere modificheremo immediatamente questa legge¿.
Ma già il meccanismo del mercato si è messo in moto, e non vuole sentire ragioni. Questa mattina i titoli di Mondadori, Mediaset, Rcs e Telecom Italia Media stavano registrando ottime performance.