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Non si è aperta bene la settimana per la famosa società di Topolino. Una vera e propria bufera sembra essersi scatenataai vertici del gruppo dopo le dimissioni del vicepresidente Roy Disney Jr.
Roy Disney, presidente della filiale Walt Disney Features Animation, era l¿ultimo membro della famiglia di Walt Disney a occupare un posto di responsabilità in seno al gigante dei media.
Roy Disney domenica ha sbattuto la porta di casa Disney. Le dimissioni sono state rese pubbliche ieri, con una lettera molto dura contro Michael Eisner, alla presidenza dal 1984.
¿Sono sinceramente convinto che è Lei che dovrebbe andar via e non io¿, ha scritto Roy Disney, rivolgendo l¿ennesimo appello per le dimissioni di Eisner e ricordando che la società è stata creata da suo zio Walt e da suo padre Roy.
Roy Disney, 73 anni, è nella società dal 1967, e in particolar modo ha partecipato dal 1984 allo sviluppo della divisione specializzata nei film d¿animazione, di cui è presidente. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l¿inserimento di una nuova regola da parte di Eisner, che fissa a 72 anni l¿età massima per gli amministratori.
Regola che va a colpire direttamente Roy Disney, come anche altri due membri del Cda: Raymond Watson, 76 anni e Thomas Murphy, 77 anni.
Immediata la presa di posizione da parte di un altro membro di grossa importanza, Stanley Gold, presidente e Ad della società di investimenti Shamrock Holdings, detenuta dal Gruppo Disney, che ha annunciato subito dopo anche le sue dimissioni con effetto ¿immediato¿ dal Cda del gigante dei media e dell¿entertainment.
In una lettera inviata al Cda, Gold si associa all¿appello di Roy Disney e chiede la rimozione dalle sue funzioni del presidente Michael Eisner, giudicato responsabile dei lunghi anni di crisi della società.
Si spera che il gesto abbia un valore altamente simbolico e che serva da rottura dello status quo in casa Disney, dove tutto sembra essersi appiattito sulla line di gestione di Eisner, ha dichiarato Gold.
In un comunicato, il consigliere (in Cda da ben 15 anni) ha sottolineato che probabilmente, proprio a seguito della sua uscita dal Consiglio, potrà avere maggiore successo nel portare avanti le sue posizioni, considerato fra l”altro che le regole del board prevedono che i suoi membri non possano avere comunicazioni dirette con gli azionisti e i media.
E ha aggiunto ¿mi dispiace solo che i mie sforzi di questi ultimi tre anni si siano infranti su un Cda proteso a proteggere la direzione dalle critiche e dalla responsabilità¿ per tutto ciò che si è creato.
Secondo Gold, la regola che fissa a 72 anni l¿età massima per sedere in Cda sarebbe stata creata proprio per colpire Roy, perché rappresentava una voce fuori dal coro, da sempre molto critico verso i metodi di Michael Eisner.
L”operato di Eisner è messo sotto accusa da più parti all”interno di Disney in quanto fra l”altro l”attuale Ad non sarebbe riuscito a rivitalizzare l¿emittente ABC, acquisita nel 1990, che fa capo al Gruppo e le attività dei parchi tematici.
Tutto questo, peraltro, non ha impedito – si fa notare da parte di chi, al contrario, difende la strategia di Eisner – al titolo di guadagnare quest” anno in Borsa il 42%, mentre gli altri tipi di business, in particolare i film, le reti via cavo ed i prodotti di consumo, hanno registrato un andamento decisamente positivo.
Stanley Gold rimprovera anche ad Eisner d¿essere stato escluso un anno fa dalla categoria degli amministratori indipendenti (che hanno maggiore potere, ndr) senza alcuna ragione.
Gold e Roy Disney hanno preannunciato che in ogni caso il loro sforzo sarà d”ora in avanti quello di assicurare al board stesso maggiore indipendenza; il Consiglio di amministrazione del Gruppo, fra l”altro, si riunirà oggi e domani a New York, presumibilmente per fare il punto anche sulla situazione creatasi a seguito dell” uscita di scena dei quattro componenti.
Lo scorso gennaio, infatti, avevano a loro volta lasciato la società altri quattro membri. Adesso, dopo le ultime dimissioni, il Cda di Disney risulterà composto in larga maggioranza – otto componenti – da consiglieri indipendenti, su un totale di dieci, non appena si aggregherà al board Aylwin Lewis, attuale President di Yum! Brands.
Stanley Gold è stato molto duro, asserendo che il Cda ha preferito ¿l¿immagine alla sostanza¿, adottando abilmente alcune regole chiave, al solo scopo di soffocare il dissenso, ¿permettendo agli attuali dirigenti di continuare indisturbati il proprio lavoro¿.