Italia
Il 31 luglio alle ore 12 è partita la nuova Pay TV Sky Italia, nata sotto le insegne della News Corp, Gruppo del magnate australiano dei media Rupert Murdoch. Unità nata dalla fusione tra Stream e TelePiù.
Il tycoon possedeva già, congiuntamente a Telecom Italia la Tv a pagamento Stream, che qualche anno fa voleva vendere al Gruppo francese Vivendi Universal, proprietario di TelePiù.
Le condizioni allora imposte dall¿Antitrust europeo hanno, però, fatto desistere Vivendi.
Abile l¿operazione di Murdoch, che con un colpo di mano, ha approfittato della disastrata situazione finanziaria di Vivendi Universal per chiudere l¿accordo e comprare la sua Pay TV italiana.
Effettivamente il mercato italiano non consente la sopravvivenza di due Tv a pagamento.
Da sempre in concorrenza, le due emittenti avevano teorizzato da tempo, che lo spazio relativamente esiguo per le emittenti a pagamento in Italia non consentiva la presenza di due pay forti.
Adesso Rupert Murdoch è l¿unico operatore di Tv satellitare in un mercato in cui non esiste la Tv via cavo.
L¿accordo tra i due colossi è stato avviato nell¿ottobre 2002, dopo mesi di trattative.
Il valore complessivo dell¿operazione, che corrisponde all¿enterprise value della società, è stato fissato in 920 milioni di euro.
Precisamente la News Corporation ha versato 470 milioni di euro cash e si è assunta 450 milioni di debiti.
In cambio, Murdoch ha concesso a Vivendi di acquistare subito, attraverso la News Corp, un credito di circa 310 milioni di euro, vantato dal Gruppo francese nei confronti di TelePiù, che nella precedente versione degli accordi doveva essere, invece, rimborsato entro il 2004.
Telecom Italia controlla il 19.9% della nuova unità, Sky Italia, per 31,84 milioni.
Murdoch è stato assistito nella organizzazione del business plan da JP-Morgan Chase e Mediobanca, mentre Lehman Brothers è stato advisor di Vivendi.
Dopo mesi di attese, la Commissione Ue ha dato in aprile il proprio assenso alla fusione tra le due Pay TV Stream e TelePiù.
A creare grossi timori all¿Antitrust europeo era il ruolo di Telecom Italia nella nuova unità.
La News Corp ha preso delle misure per fugare le preoccupazione di Monti riguardo al ruolo dell¿operatore di telefonia italiano. La nuova società, infatti, non potrà offrire contemporaneamente i servizi di Pay TV e l”accesso ad Internet tramite banda larga.
Il Gruppo si è inoltre impegnato a non discriminare i concorrenti di Telecom nel caso in cui la futura piattaforma conceda in licenza uno o più canali ad operatori Internet.
Anche se inevitabile, la nascita del polo unico è stata in qualche modo limitata dalle Autorità di Bruxelles. Il Commissario Ue alla Concorrenza Mario Monti – che, a differenza dei regolatori nazionali, non può imporre condizioni ma solo ¿suggerire¿ rimedi per facilitare il via libera all”operazione – ha chiesto e ottenuto che le parti si impegnassero a una serie di stringenti concessioni proprio per consentire l”accesso al mercato della Pay TV a futuri nuovi operatori.
Deciso anche che le grandi major cinematografiche abbiano contratti esclusivi sui diritti Tv firmati con la futura piattaforma fino a tre anni, rispetto al limite di un anno originariamente fissato.
Una concessione di Monti alle case di produzione statunitensi che si erano lamentate di essere discriminate rispetto ai club di calcio.
E” caduta invece l”esclusiva sui diritti relativi alle seconde visioni Tv. La futura Pay TV potrà trasmettere i programmi della cosiddetta “seconda finestra” in un canale apposito.
Una fonte da Bruxelles allora aveva spiegato che: “…Se non dovesse trasmetterli, i diritti dovranno essere ceduti ad un altro operatore”.
Per quanto riguarda il calcio, resta immutato l”impegno di limitare i contratti di esclusiva per le partite di serie A e B a due anni (con diritto di recesso per i club dopo 12 mesi).
Lo stesso principio sarà applicato ai diritti per le prime visioni Tv, ma con una durata diversa (tre anni).
La futura piattaforma dovrà inoltre vendere gli asset digitali terrestri ad una società intenzionata a fornire almeno un canale a pagamento.
L”Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha ritenuto adeguate le condizioni poste dalla Commissione Ue per il via libera condizionato dato all”operazione di concentrazione. In una nota l”Autorità tlc ¿ presieduta da Enzo Cheli – ha rilevato che gli impegni domandati dalla Commissione Ue alle parti per autorizzare la fusione “appaiono allo stato attuale idonei ad assicurare sufficienti condizioni di concorrenza e pluralismo nel settore delle comunicazioni sonore e televisive”.
Per quanto concerne la procedura di dismissione delle reti terrestri, decisa dalla Commissione Europea, ¿l”Autorità si riserva di adottare gli eventuali provvedimenti di competenza una volta completati gli adempimenti richiesti alle parti nella stessa decisione della Commissione Europea ai fini della cessione delle stesse reti e nel rispetto della normativa nazionale¿.
Sky Italia conterà su un package di più di due milioni di abbonati.
I nomi del management
Sky Italia, che avrà il suo head quarter a Milano e non a Roma (dove lavora la maggior parte dei dipendenti Stream). Per quanto riguarda l¿organico di Sky Italia, come amministratore delegato è rimasto l¿attuale ad di Stream, Tom Mockridge.
Mockeridge collabora da molto tempo con Murdoch. Fino al 2000 è stato amministratore delegato di Foxtel, la Pay TV australiana.
Accanto a Mockridge, a lavorare con lui a stretto contatto con l¿obiettivo dell¿ascesa di Sky nel firmamento televisivo, c¿è Tullio Camiglieri.
Altro nome importantissimo del management di Murdoch, è Mark Williams, esperto di Pay TV avendo lavorato per altre Sky del magnate in mezzo mondo.
C¿è anche David Bouchier che, è un avvocato esperto di diritti cinematografici, che ricopre l¿incarico di direttore generale.
Nel Consiglio c¿è anche il tunisino Tarak Ben Ammar, produttore cinematografico e televisivo, finanziere, lobbista dell¿upper class, che per entrare nel Consiglio di Sky ha dato le dimissioni dal board di Mediaset.
Domenico Labianca è stato chiamato a ricoprire lo stesso incarico che aveva in Stream, quello di Direttore della Finanza.
Roberto Maglione sarà il Responsabile delle Risorse Umane e degli Affari Generali. Maglione era vicepresidente della Olivetti Tecnost e per lungo tempo è stato a capo del Personale di Telecom Italia e della divisione di telefonia mobile Tim.
Giuseppe Borea è il responsabile commerciale, come consulente rimane Mario Rasini.
Confermato anche il nome di Emilio Carelli alla direzione di Sky News.
Già direttore del TgCom di Mediaset, Carelli avrà la responsabilità delle news della nuova Pay TV di Murdoch.
Per quel che riguarda gli approfondimenti finanziari, Sky conterà sulla collaborazione di Alan Friedman, mentre a dirigere lo sport ci sarà Giovanni Bruno, che il nuovo Gruppo è riuscito a sottrarre alla Rai.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha fatto sapere che: ¿Si sono concluse positivamente e con la sottoscrizione di un accordo le verifiche sindacali previste dalla legge e dal contratto collettivo di lavoro tra le organizzazioni sindacali dei giornalisti (Federazione nazionale della Stampa italiana, Associazione lombarda dei giornalisti, Associazione stampa romana e i Comitati di redazione) e la società Sky Italia, del gruppo Murdoch, per la realizzazione di una nuova Pay TV italiana con la fusione di Stream e TelePiù¿. Inoltre, l”accordo, che ha verificato le condizioni dei passaggi societari che hanno determinato l”aggregazione di diversi comparti produttivi in un”unica società, prevede l”applicazione delle normative del contratto collettivo di categoria a tutti i giornalisti che passeranno alle dipendenze di Sky Italia, nel pieno rispetto di quanto in esso previsto per gli eventuali trasferimenti di sede.
¿La Federazione della Stampa ha espresso apprezzamento per la correttezza dimostrata dall”azienda nel confronto sindacale e per i contenuti dell”accordo, che riconosce le professionalità maturate all”interno delle società preesistenti, garantisce ai giornalisti del Gruppo il rispetto delle normative contrattuali e prospetta un ampliamento della produzione informativa¿.
Business plan
Murdoch è convinto di poter raggiungere un risultato economico positivo in soli due anni. Strategia che dovrà portare alla quotazione in Borsa in breve tempo.
Secondo le stime del tycoon la nuova piattaforma raggiungerà il break-even a livello di cash flow nel 2004, quando gli abbonati saliranno a 2.77 milioni a fronte dei ricavi per 1.63 miliardi di euro.
Secondo alcuni rumor, ci sarebbe anche la possibilità che un terzo azionista entri nel capitale della nuova Pay TV.
I vertici di Sky, tenteranno di importare in Italia il modello vincente della Tv a pagamento britannica BSkyB, controllata anche questa della News Corp.
Dal business plan, elaborato da Goldman Sachs, si rileva che il risultato operativo lordo negativo di 342 milioni di euro per l¿anno 2003, nel 2005 diventerà positivo per altrettanti 342 milioni.
Con una prospettiva di crescita quasi raddoppiata (675 milioni) per il 2006.
Dal bilancio d¿esercizio 2002 di Telecom, che controllava il 50% di Stream, emerge che la Tv nell¿ultimo anno ha registrato perdite per 246 milioni di euro (erano 241 l¿anno precedente).
A questa cifra va aggiunto il deficit di TelePiù che, nel 2001, aveva registrato una perdita operativa di circa 230 milioni.
Risultato negativo che, grazie ai 550.000 abbonati sottoscritti da gennaio a dicembre 2002, dovrebbe essersi assestato sui 200 milioni. L¿ad Tom Mockridge deve centrare il pareggio operativo nel 2004.
Mark Williams, suo braccio destro, ha studiato un piano che punta a far lievitare i ricavi, che dagli attuali 1,172 miliardi di euro, raggiungeranno i 1,987 miliardi nel 2005 e i 2,260 nel 2006.
Ottimistiche le previsioni anche per quel che riguarda le disponibilità nette di cassa, che per il 2005 dovrebbero raggiungere un flusso di casa netto di 263 milioni. Valore che sarà più che raddoppiato nel 2006, arrivando a 602 milioni.
Mockridge e Williams dovranno far ricredere Standard&Poor¿s, che nel valutare l¿operazione di acquisizione lo scorso dicembre, ha sentenziato che Sky Italia, almeno per i primi due anni, presenterà conti in rosso.
Secondo S&P, solo eliminando il fenomeno della pirateria, aumentando il portafoglio clienti e tagliando i costi, la rotta potrà essere invertita. Infatti, su 2,4 milioni di abbonati, ci sono 2 milioni di smart card illegali.
Sky adotterà la tecnologia Nds, quella che ha reso imbattibile BSkyB. La scheda, dal chip potenziato, è inseribile in un unico decoder e il sistema cambia le chiavi di accesso al codice molto più velocemente.
Con queste premesse si stimano in 2,77 milioni gli abbonati a Sky Italia nel 2004, 3,225 milioni entro il 2005, fino ad arrivare a una massa critica di oltre 3,5 milioni di sottoscrittori nel 2006.
Seguendo il modello BSkyB, quotata alla Borsa di Londra, è infine plausibile l¿ipotesi di un debutto a Piazza Affari per la piattaforma. Una strategia che permetterebbe al tycoon australiano di cominciare a cedere alcune delle quote in suo possesso, come è stato per BSkyB.
Intanto, per quel che riguarda la concessionaria pubblicitaria, Sky Italia manterrà, per un anno, l¿accordo con quella di Stream, Publikompass.
Fuori gioco, quindi, la concessionaria di TelePiù Cairo Communication.
Questa la decisone di Tom Mockridge, che per evitare lo stop dell¿Antitrust non si affiderà, per il momento né a Sipra né a Publitalia ¿80.
L¿alternativa per Sky sarebbe stata quella di creare una concessionaria interna, sul modello di BSkyB. Ma gli uomini di Murdoch non conoscono così approfonditamente il mercato italiano.
La pubblicità della piattaforma parte il 16 agosto su radio, Tv, stampa e affissioni.
Sono in corso trattative con l¿attrice Giovanna Mezzogiorno che dovrebbe essere la testimonial della campagna.
E¿ già partita la campagna di comunicazione di Sky. ¿Immagina che¿¿ sarà lo slogan che dal 15 luglio scorso si legge con oltre 14.000 posizioni in tutta Italia, la campagna partirà dalle città per spostarsi nel mese di agosto nelle località estive. Secondo quanto ha riferito Sky l”investimento, solo in questa fase iniziale, supera i 4 milioni di euro.
Murdoch costerà agli operatori di settore 100 milioni di euro
Pare che questa nuova Pay TV stia mettendo in crisi alcuni operatori specializzati.
Si tratta dei fornitori di contenuti, editoriali e cinematografici, e dei distributori di decoder. Secondo alcune opinioni, sui bilanci delle imprese che vendevano a TelePiù e Stream, si potrebbero ripercuotere danni stimabili in più di 100 milioni di euro.
¿Dal primo luglio, con il passaggio a Sky perderemo tre canali di cinema¿, afferma Giusto Toni, direttore generale di Multitematique Italia, divisione di Vivendi Universal che offriva due canali nel bouquet di TelePiù e altri tre opzionali. ¿Il nostro fatturato – osserva Toni ¿ si dimezzerà dai 30 milioni del 2002 a 15¿.
Questo avrà come conseguenza un necessario taglio all¿organico della società, che sarà costretta licenziare una ventina dei 47 impiegati di oggi.
Sitcom (produttore di contenuti, ndr) è riuscito a siglare l¿accordo con Sky. Il presidente del Gruppo, Valter La Tona, ha detto alla redazione di Key4biz.it che, secondo i termini dell¿accordo, nella nuova Pay TV sono inseriti i canali Alice, Leonardo, Marcopolo e Nuvolari.
Altro problema è quello dei venditori di decoder, che da quando è arrivato l¿ok della Ue alla fusione, hanno visto precipitare le vendite.
Sky Italia, infatti, così come avviene per l¿inglese BSkyB, dovrebbe offrire gratuitamente l¿utilizzo dei decoder agli abbonati.
Un danno economico elevato se si considera che mediamente questi prodotti hanno un prezzo di 300 euro, con punte di 500 euro.
Secondo alcune stime, nei magazzini dei rivenditori giacciono invenduti almeno 200 mila decoder, per un valore totale di 60 milioni di euro.
La scheda societaria di: