Italia
Troppi i ragazzi che navigano da un capo all¿altro del Web alla ricerca di materiale ¿proibito¿.
I dati sono allarmanti, secondo il Telefono Azzurro, che rileva che sono almeno il 15% i giovanissimi che vanno a caccia di cose osé in Internet con ¿gravi rischi¿.
Questo, quanto emerge dal “Quarto rapporto nazionale sulla condizione dell”infanzia e dell”adolescenza¿ presentato ieri mattina a Roma e realizzato dall¿associazione per i diritti dell”infanzia in collaborazione con l”istituto di ricerca Eurispes.
La ricerca è stata condotta su un campione di 84 scuole. Agli studenti, di età compresa tra i 7 e i 19 anni, sono stati sottoposti alcuni test. I questionari raccolti e studiati sono stati oltre 10mila, e hanno permesso agli esperti di tracciare il profilo tipo dei giovanissimi utenti italiani.
Comunicazione e cultura e il loro rapporto con Internet, sono stati alcuni degli aspetti analizzati.
A dichiarare di ¿non collegarsi mai alla Rete¿, sono la metà degli intervistati al di sotto degli 11 anni. Il dato si impenna improvvisamente quando si parla con i ragazzi tra i 12 e 19 anni: il 61,8% si dichiara utente Internet.
Tra questi, il 35% utilizza gli account di posta elettronica, il 26% chatta, e il 28% gioca online. E tra questi, ben il 15,3%, ammette di “cercare cose proibite”.
Per Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, i dati sono allarmanti.
¿Molti ragazzi vengono lasciati soli in Rete ¿ ha spiegato Caffo -. Dal rapporto emerge che (oltre) la metà degli adolescenti si collega a Internet, e il 15% ha ammesso di collegarsi anche a siti proibiti. Questo vuol dire che ci sono rischi gravi per i ragazzi, che sempre più frequentemente usano la Rete“.
Per il presidente dell”associazione, “dal rapporto viene fuori l”identikit di un ragazzo che ama molto la famiglia, ma molte volte questa è assente, nelle scelte come nell”educazione”.
Il 70% dei giovani intervistati colloca la famiglia al primo posto dei propri interessi (il 46,6% nel caso dei soli adolescenti).
Il 21% mette al secondo posto un lavoro che piace, scelta che sottolinea il desiderio da parte dei soggetti, di esprimere nella professione, che immaginano di svolgere in futuro, la propria personalità e le proprie inclinazioni.
Solo il 4,6% pensa alla scelta degli amici considerati probabilmente importanti ma solo di rado prioritari.
Importante dato,venuto fuori dalla ricerca, l”aumento dei casi di abuso sessuale, cresciuti del 17,7% nel 2003 rispetto al 2002 dopo due anni in cui si era invece registrata una diminuzione. Violenze di cui sono protagonisti in grandissima parte parenti, genitori e zii in particolare.
In conclusione Caffo ha affermato che ancora ¿¿mancano risposte concrete: dal punto di vista legislativo sono stati fatti passi avanti sul piano formale, non nella pratica – ha chiarito Caffo – Per esempio, le risposte terapeutiche per minori che abbiano subìto violenze mancano ancora, ci sono forti ritardi¿.