Linux seduce il Brasile. Lula sceglie il software libero per la P.A.

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Brasile



La notizia ha fatto in poche ore il giro del mondo: Linux ha messo a segno un altro punto a suo favore: il governo brasiliano starebbe, infatti, per adottare il software aperto per gestire il suo enorme apparato burocratico. Un¿abile mossa volta a ridurre drasticamente i costi della Pubblica Amministrazione, e che farà sicuramente venire gli incubi a Bill Gates.
 
Le licenze per i sistemi operativi Windows, presenti sul 95% circa dei computer mondiali, costano al governo di Luiz Inacio Lula da Silva 25 milioni di euro l’anno. Costo insostenibile per un Paese che tenta di rimettere in piedi la propria economia.

 

Il sistema operativo aperto dovrebbe essere adottato dall’80% delle macchine destinate al settore pubblico, ma il passaggio richiederà almeno tre anni. Per il momento verrà avviato un progetto pilota limitato a un unico ministero che servirà a testare l’open source (OS) in vista dell’eventuale diffusione capillare del sistema alle amministrazioni pubbliche, le università, le aziende di stato e tutti quegli ambienti nei quali la sua introduzione può portare considerevoli vantaggi in termini di risparmio e soddisfazione dei cittadini.

 

Lula insomma vuole mantenere le promesse fatte alla sua gente e punta in primo luogo sul superamento del gap tecnologico del Paese. Dei 170 milioni di abitanti, appena il 10% possiede un computer a casa.

 

l’iniziativa dell’amministrazione brasiliana non è unica nel suo genere: anche la Francia , la Germania, la Cina, il Giappone, la Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno già avviato simili progetti sia per il minor costo dell’OS che per la sua maggiore affidabilità di fronte a virus e attacchi hacker.

Ma ha anche lo scopo di favorire l’adozione di software prodotti nel paese, dal momento che secondo i dati forniti dal presidente dell’Istituto nazionale di Tecnologie dell’Informazione (ITI) – Sergio Amadeu ¿ il governo più indebitato del mondo è anche quello che compra più computer.

 

Amadeu, ex docente di economia, nel suo libro ¿Esclusione Digitale: la miseria nell’era dell’informatica¿, sostiene che il gap tra ricchi e poveri non si colmerà mai fino a quando i poveri non avranno accesso alle tecnologie che i ricchi hanno invece a portata di mano.

Attualmente Linux è usato soltanto da due agenzie di Brasilia ¿¿sono solo piccole isole ¿ dice Amadeu ¿ ma noi vogliamo creare un Continente¿.

 

Sebbene alcuna dichiarazione ufficiale del governo sia ancora stata fornita, Microsoft sta già correndo ai ripari: il direttore marketing delle sede brasiliana ha infatti fatto sapere che sull’eventuale sostegno del governo all’open source potrebbe pesare lo spettro del favoritismo di stato, con tutto ciò che esso comporta. E sostiene che i costi di proprietà e manutenzione delle tecnologie Microsoft sono comunque inferiori a quelli che si dovrebbero sostenere per produrre software in loco.

 

Il punto è che se l’iniziativa andasse in porto, il gruppo di Redmond perderebbe terreno sul più importante mercato sud americano. Si calcola che Microsoft incassi per le commesse del governo brasiliano, il 6-10% dei 318 milioni di dollari del fatturato totale del Paese.

E l’esempio brasiliano potrebbe essere seguito dalle altre economie sud americane.

Per ingraziarsi l’opinione pubblica dei Paesi svantaggiati, Microsoft continua intanto a regalare software alle organizzazioni nonprofit e alle scuole.

 

Secondo IDC, le vendite unitarie di server basati su OS Linux, per quanto riguarda l’Europa occidentale, raggiungeranno quota 182.000, cifra che dovrebbe triplicare entro il 2007, portando profitti per 1,9 miliardi di dollari. Secondo Martin Hingley – vice presidente di IDC Sistemi Europei e coautore dello studio ¿Linux as a Platform for Business¿ ¿ niente al momento può fermare la crescita di Linux ¿¿è troppo tardi per fermarlo sul nascere e, anche se si dovesse verificare qualche rallentamento dovuto a questioni legali, tutto si risolverà per il meglio¿.

 

Per quanto riguarda l’Italia, il software del pinguino riscuote sempre più il successo della community, riunita sotto il nome di ILS (Italian Linux Society) che ha organizzato per il 29 novembre il Linux Day 2003, la terza giornata nazionale di Linux e del software libero.

 

Alessandra Talarico

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