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Martedì prossimo approderàal Senato il Ddl Gasparri. Lo riferiscono alcune fonti, aggiungendo che la Commissione Lavori Pubblici, che aveva in esame il testo, ha deciso a maggioranza di trasferirlo all”Aula per ridurre i tempi.
¿Il Ddl Gasparri ora passa all”esame dell”Aula, purtroppo senza la conclusione della discussione degli emendamenti in Commissione. Sarà la Conferenza dei capigruppo a decidere i tempi¿. Lo ha detto il presidente della Commissione Lavori pubblici del Senato, Luigi Grillo, secondo il quale è da ritenersi “concluso il lavoro in Commissione per l”ostruzionismo della minoranza“.
La commissione Lavori Pubblici del Senato era stata riconvocata questa mattina per proseguire l”esame e la discussione degli emendamenti al Ddl Gasparri, ma si era bloccata con soli 7 emendamenti esaminati sui 320 presentati e 270 accolti, e si era conclusa con l¿indizione di una riunione di maggioranza tra i capigruppo della commissione e dell”Aula, insieme al ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri.
¿Mi auguro ovviamente una approvazione rapida¿, aveva detto stamani Gasparri, a margine dall”assemblea generale 2003 dell”Unione industriali di Roma, ed è ormai chiaro che il ministro farà il possibile perché questo avvenga.
Quello in Senato, salvo colpi di scena, è l”ultimo passaggio per il disegno di legge, prima della firma del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Il Ddl di riforma del sistema radioTv, a firma del ministro Gasparri, fissa tra l”altro nuovi limiti antitrust e dispone il passaggio al sistema digitale terrestre per il 2006. E¿ già stato approvato una prima volta al Senato, è modificato in due punti alla Camera il 2 ottobre scorso.
Per l¿opposizione di centrosinistra la nuova legge non agevolerebbe il pluralismo dell¿informazione e rafforzerebbe la posizione di Mediaset sul mercato.
Il presidente della Commissione Grillo (FI) ha parlato questa mattina di ¿legittimo atteggiamento ostruzionistico della minoranza, che avvalendosi delle norme, su ogni emendamento utilizza tutto il tempo a disposizione e rallenta i lavori fino a rendere impossibile l”approvazione del testo in Commissione¿
E¿ chiaro, quindi, che la maggioranza ha tentato di trovare una soluzione, per aggirare l¿ostruzionismo dell¿opposizione, anche perché con questa opera di rimpallo sisarebbe rischiato di far slittare oltremisura la discussione in Aula, mentre il ministro Gasparri sta premendo perché il Ddl passi il rush finale entro la fine dell¿anno.
Ma dalla sinistra il capogruppo dei Ds in Commissione, Antonello Falomi, parla di ¿una forzatura grave da parte della maggioranza nel cercare di imporre ritmi di lavoro anomali¿.
¿Come già è accaduto per la legge Cirami, la maggioranza impedisce alla commissione competente di svolgere e di concludere normalmente i suoi lavori¿ sul Ddl Gasparri ¿adducendo ragioni di straordinarietà e di urgenza di cui non ha dato alcuna spiegazione¿. Falomi aggiunge ””ancora una volta quando si tratta degli interessi personali e aziendali del presidente del Consiglio vengono fatte saltare tutte le regole e il Parlamento viene costretto a tempi di lavoro inimmaginabili per provvedimenti che interessano la stragrande maggioranza dei cittadini italiani¿.
Mentre il capogruppo al Senato della Margherita Willer Bordon continua a insistere sul fatto che il Ddl Gasparri sarebbe in forte contrasto costituzionale con il messaggio alle Camere sul pluralismo inviato un anno e mezzo fa da Carlo Azeglio Ciampi.
E come se Bordon lasciasse intendersi di aspettarsi che il Quirinale non controfirmi il testo di riforma.
A riguardo, Gasparri aveva recentemente risposto ai cronisti ¿Ho il massimo rispetto per gli alti livelli istituzionali, che faranno le loro valutazioni al momento opportuno. Mi sembra improprio sostenere una tesi o un”altra e non so su che basi si fanno certe previsioni¿.
In attesa che il disegno di legge, che sta facendo discutere tutta l¿Italia e oltre, arrivi al Senato martedì, va segnalato che si troverà probabilmente una soluzione per l¿emendamento che vieta ai minori di comparire negli spot, sempre che la legge venga effettivamente approvata nei prossimi giorni.
Abolire, infatti, il veto ai minori, inserito nella seconda lettura di Montecitorio, comporterebbe l¿obbligo di un ulteriore passaggio alla Camera. Cosa che la maggioranza vuole evitare.
Fatta la legge, trovato l¿inganno: secondo un¿interpretazione tecnica delle nuove disposizioni normative, gli spot girati prima dell”approvazione del Ddl Gasparri, che vedono la partecipazione di minori, potranno essere mandati in onda. Questa una delle ipotesi salvaspot sostenuta da diversi esperti.
Lo ha riferito il sottosegretario alla Comunicazioni, Giancarlo Innocenzi, dopo aver premesso che ¿i bambini non si possono tirare in ballo a uso e consumo, vanno trattati meglio¿.