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La Camera dei Rappresentanti americani ha adottato sabato 22 novembre, un mese dopo il Senato, un testo che mira a bloccare le eMail commerciali non sollecitate (UCE-Unsolicited Commercial eMail), il cosiddetto spam.
Il testo è stato approvato da 392 voti contro 5.La legge arriva in seguito ai ripetuti allarmi provenienti dagli Isp, secondo i quali ben il 50% del traffico eMail sarebbe generato da messaggi pubblicitari indesiderati: una mole tale per cui grandi risorse andrebbero sprecate inutilmente creando notevoli disagi alla Rete.La “Can Spam“, così viene identificata la legge, prevede anche una precisa organizzazione di denuncia nei confronti degli spammer: i privati non potranno infatti avanzare singole denunce, ma dovranno piuttosto presentare i propri reclami presso gli Isp responsabili degli account vittima. Gli Isp, a loro volta, potranno denunciare gli eventuali reati: un modo per accorpare le cause e dare efficacia ad una lotta che correrebbe altrimenti il rischio di morire sotto il proprio peso. Gli utenti potranno anche inserire il proprio indirizzo in una sorta di registro (do-not-spam list) che li esenterà dal ricevere eMail commerciali o non sollecitate.
Se il Senato confermerà la versione della Camera, il disegno di legge potrebbe essere promulgato dal presidente George W. Bush la settimana prossima, come ha indicato un portavoce del presidente della Commissione della Camera per l¿Energia e il Commercio, Billy Tauzin, principale promotore del testo.
¿Per la prima volta dalla nascita di Internet, i consumatori americani avranno la possibilità di dire no alle spam¿, ha dichiarato con soddisfazione Tauzin.
Se gli spammer continueranno a inviare dei messaggi, spesso pornografici o contenenti false pubblicità, rischieranno, ai sensi di questa legge, fino a cinque anni di prigione e delle pesanti ammende che potranno arrivare fino a due milioni di dollari.
Per comprendere a che punto può farti arrivare la ricezione di junk mail (eMail spazzatura) basta citare il caso di un programmatore di computer della Silicon Valley, che questo fine settimana è stato arrestato per aver minacciato di torturare e uccidere i dipendenti di una compagnia che accusava di bombardarlo di spam su prodotti che allungavano il pene.
Charles Booher, 44 anni, è finito in manette giovedì e rilasciato su una cauzione da 75.000 dollari per aver minacciato una compagnia canadese che avrebbe inviato “un pacco pieno di spore di antrace“, sparato a un dipendente o lo avrebbe torturato con le scosse elettriche, se il suo indirizzo non fosse stato rimosso dalla loro mailing list, ha detto la procura.
Booher aveva anche utilizzato indirizzi eMail di risposta significativi, come Satan@hell.org.
L”uomo ha ammesso di essersi comportato male ma ha rivendicato che lo spam gli ha praticamente bloccato l”account eMail per un paio di mesi con un bombardamento di pubblicità pop-up e messaggi eMail.
“Ecco cosa è successo: vado al loro sito web e inizio a lamentarmi, chiedendogli per piacere di lasciarmi stare“, ha raccontato. “E una sorta di escalation…e ho in qualche modo perso il controllo a quel punto”.
Booher adesso rischia una condanna a cinque anni e una multa da 250.000 dollari.
Secondo l”ultimo rapporto annuale dell”UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo), l¿ ¿E-Commerce and Development Report 2003″ – che costituirà uno dei contributi di maggiore importanza nel prossimo summit internazionale sulla società dell”information technology in programma a Ginevra dal 10 al 12 dicembre – ben il 50% di tutte le eMail circolanti nel 2003 rientrano nella categoria dello spamming, con un spreco in termini di risorse tecniche valutato in oltre 17,5 mld di euro.
Pew Research ha appena pubblicato i dati di una sua indagine sullo spam fra l”utenza americana. I risultati sono sconfortanti e raccontano assai bene a che punto siano ormai arrivate le cose.
Basta leggere la prima frase delle conclusioni della ricerca: Lo spam sta iniziando ad indebolire l”integrità della posta elettronica e a degradare la vita online. Seguono le cifre, molti numeri che descrivono i termini di una insofferenza che ormai ha raggiunto livelli di guardia.
L¿Ue ha già provveduto a regolamentare la materia con la Direttiva 2002/58/CE.
L¿Unione europea ha scelto la linea ¿opt-in¿, che sta ad indicare che il destinatario delle comunicazioni abbia espresso esplicitamente il consenso a riceverle. Questo sistema non esclude comunque la possibilità per il destinatario di poter richiedere la cancellazione dal servizio. In definitiva, in Europa, tutte le eMail inviate senza il consenso del destinatario sono da considerarsi spam.
Negli Usa, invece, si è più propensi verso l¿opt-out, termine con cui si indica la possibilità per le aziende di inviare informazioni senza l”esplicito consenso del destinatario, dando la possibilità a quest”ultimo di richiedere la cancellazione del suo indirizzo dall”elenco e di non essere disturbato ulteriormente. Tra i sostenitori di questo sistema, le società che operano nel Direct Marketing: il loro punto di vista è che l”invio di comunicazioni commerciali è una funzione legittima da differenziare nettamente con le attività di spamming.
L¿Italia è stata tra i primi Paesi europei ad adeguarsi, il 16 settembre, alle normative europee in fatto di protezione dei dati, con il Codice delle Comunicazioni Elettroniche, adottato con il Decreto Legislativo n. 259 del 1 agosto 2003.
Il Garante per la privacy ha stabilito che l¿invio sistematico e a scopi di profitto di eMail non autorizzato può essere denunciato all¿autorità giudiziaria. Sono previste varie sanzioni ¿ multe fino a 90mila euro – e, nei casi più gravi, la reclusione da sei mesi a tre anni.