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Il gigante americano dei media Time Warner ha annunciato oggi, 24 novembre, di aver ceduto la divisione musica Warner Music a un gruppo di investitori guidato da Edgar Bronfman Junior per 2,6 miliardi di dollari cash.
Secondo i termini della transazione, Warner Music conserverà il nome, mentre Time Warner dovrebbe mantenere una partecipazione minoritaria nella major, una delle cinque più grandi case discografiche del mondo.
La futura casa discografica controllata da Bronfman Jr ¿potrebbe essere strutturata in maniera tale che Time Warner conservi una partecipazione nel capitale¿, ha sottolineato una fonte vicina alle trattative.
Il Gruppo utilizzerà i proventi di questa vendita per ridurre il pesante indebitamento, che ammonta a 24 miliardi di dollari.
Bronfman Jr, ex patron del Gruppo canadese Seagram, è appoggiato dal miliardario Haim Saban e dalla società di investimenti Thomas H. Lee.
Questa mattina, Emi aveva annunciato di aver messo fine alle negoziazioni con il gigante dei media Time Warner, aprendo così la via a Bronfman Jr.
In un comunicato, Emi aveva dichiarato semplicemente di aver ritirato la propria offerta per la divisione musica di Time Warner.
Eric Nicoli, presidente della Emi, citato nella nota, aveva commentato: ¿Abbiamo capito che non era possibile pervenire a un accordo dai termini accettabili per entrambe le parti e nell”interesse degli azionisti dell”Emi¿.
Secondo alcune indiscrezioni di stampa, la decisione sarebbe stata presa dopo una riunione, che si è tenuta questo fine settimana, tra alcuni dirigenti di Time Warner e Bronfman.
L¿offerta definitiva di Emi – circa 1,7 miliardi di dollari in contanti e azioni, escludendo la consociata Warner Chapell, con possibilità per il Gruppo americano di restare nel capitale post-fusione con il 20% ¿ era contrapposta a quella del consorzio guidato da Edgar Bronfman Jr
Emi, sempre secondo alcuni rumor, avrebbe incontrato questo fine settimana i vertici di Warner Music per evidenziare l¿importanza di un accordo che permetterebbe di economizzare circa 300 milioni di dollari.
La riduzione dei costi è una delle priorità delle cinque major mondiali, che continuano a confrontarsi con la riduzione delle vendite, a causa della pirateria specie quella Internet.
Ma Time Warner era arrivata alla conclusione che una fusione della sua divisione musica con Emi avrebbe comportato dei rischi troppo grossi in materia di normativa antitrust.
La Commissione Ue aveva già respinto l¿operazione di fusione di Emi con un¿altra delle cinque major, BMG (Gruppo Bertelsmann), due anni fa, come anche il precedente progetto di accordo tra gli inglesi e la casa discografica di Time Warner, nel 2000.
BMG agli inizi di novembre ha già annunciato la fusione con la giapponese Sony Music.
Una grossa vittoria per l¿uomo d¿affari canadese, che il mese scorso si è visto soffiare VUE (Vivendi Universal Entertainment) a favore del conglomerato americano General Electric (GE).
Questa operazione, segna un sensazionale ritorno all¿industria discografica dell¿ex patron di Seagram.
Nel 2000, infatti, il Gruppo canadese aveva ceduto a Vivendi Universal (allora presieduta da Jean-Marie Messier) il gioiello Universal Music, prima casa di dischi del mondo con una quota di circa il 26% del mercato internazionale nel 2002.